19/03/2004, 00.00
TAIWAN
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Vigilia elettorale di tensione e confusione

Taipei (AsiaNews) – L'ufficio della presidenza di Taipei ha confermato che il Presidente Chen Shuibian e la vice-presidente Annette Lu sono stati feriti da un colpo di arma da fuoco a Tainan, durante una manifestazione. Chiou I-jen, segretario della presidenza, ha dichiarato che le loro condizioni non sono gravi e sono pienamente coscienti. "Il vice-presidente ha accusato dolore al ginocchio e ha pensato fosse a causa dei petardi. Poi il presidente ha sentito di essere bagnato nella zona dello stomaco, così hanno capito che c'era qualcosa che non andava". Entrambi sono stati portati all'ospedale Chi Mei di Tainan.

All'inizio, i media hanno detto che il presidente era stato ferito da un petardo, ma in seguito Chiou I-jen ha dichiarato che "è stato sicuramente un colpo di pistola" e che è stata rimossa una pallottola dallo stomaco del presidente.

Finora non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale su chi possa essere l'autore dell'attentato.

Fonti di AsiaNews a Taipei e Taichung, ci hanno raccontato opinioni e reazioni della gente. Secondo alcuni, si è trattato del gesto di un pazzo e non di qualcuno del partito all'opposizione, perché la vicenda va a vantaggio di Chen Shuibian. Molti hanno espresso perplessità sulla dinamica dell'incidente, perché nessuno, nemmeno la scorta, si è accorta che il presidente era ferito e hanno parlato di "messa in scena" per conquistare più voti. Altri hanno detto che a causa del rumore dei petardi, non è stato possibile sentire gli spari. Alcune persone si sono recate sul posto per informarsi dell'accaduto e hanno detto che il presidente è stato solo ferito lievemente al viso dalle schegge dei vetri della macchina.

Padre Paolo Consonni, 40 anni, missionario comboniano da diversi anni a Taiwan, ha detto che dopo la vicenda "la gente non ha paura, né è arrabbiata, ma è incredula e scoraggiata e sente che quello che è accaduto ha rovinato la campagna elettorale, pacifica e mai violenta, anche se combattuta".

Nel paese, il clima pre-elettorale è di forte tensione. Una suora missionaria che vive da più di 25 anni nell'isola ha detto che i cattolici preferiscono non parlare delle elezioni, per evitare contrasti e divisioni nella comunità. "Preferiamo evitare di esprimere giudizi in pubblico per non ferirci l'un l'altro", ha detto. Tra il DPP (Partito Progressista Democratico) al governo e il partito nazionalista del KMT (Kuomintang) all'opposizione, i cattolici sono più dalla parte di quest'ultimo, ha affermato. "Hanno più esperienza, più chiarezza politica. Sarebbe una cosa buona avere un partito nuovo [il PDD, ndr], però, in questi 4 anni non hanno fatto nulla di significativo". Sulle relazioni con la madrepatria, la missionaria ha detto: "È difficile dire cosa avverrà domani. L'esito delle elezioni è incerto fino alla fine, inciderà molto la reazione della gente alla situazione con la Cina, che suscita timori in tutti taiwanesi. Nessuno, nemmeno il KMT, vuole passare a occhi chiusi sotto la Cina. Preoccupa anche la possibilità dell'unificazione con la Cina con uno status speciale, come Hong Kong, perché la gente ha visto che qui la democrazia è in pericolo". D'altra parte, anche l'indipendenza non convince la gente: "per una nazione così piccola e la situazione economica attuale, anche la riunificazione con la Cina sotto condizione sarebbe una soluzione buona, anche perché l'identità cinese è la stessa in per cinesi e taiwanesi". Sul referendum che per la prima volta i taiwanesi sono chiamati a votare, insieme alla scelta del futuro presidente, ha detto: "io penso che la gente non boicotterà il referendum. Non tanto per appoggiare Chen Shuibian, ma per esprimere la volontà popolare, per rivendicare la propria identità di popolo". A questo proposito, p. Paolo ha affermato: "a mio avviso, questo referendum è un passo prima di chiedere l'indipendenza. La gente ha molta paura che la Cina, che finora ha isolato Taiwan con questo presidente, possa isolarla ancora di più se Chen viene rieletto. Di questo isolamento ha risentito l'economia e ciò preoccupa i taiwanesi che lavorano o investono in Cina. Alla fine, quello che conta di più per la maggioranza dei taiwanesi non è la questione politica, ma l'economia". Sulla posizione della Chiesa cattolica, p. Paolo ha detto che essa ha mantenuto l'imparzialità, ma che alcuni religiosi hanno tenuto degli incontri per aiutare i fedeli a capire come votare secondo il Vangelo.

Nonostante l'incidente di oggi, le elezioni si terranno regolarmente, ma entrambi i partiti hanno interrotto le ultime manifestazioni. (MR)

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