05/10/2010, 00.00
CINA - USA
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Wei Jingsheng: Rivalutare lo yuan. Alla fine l’alleanza fra Cina corrotta e occidente avido

di Wei Jingsheng
Secondo il grande dissidente, la guerra per la rivalutazione dello yuan da parte di Stati Uniti (e ora pure dell’Europa) è segno che l’alleanza fra il capitalismo occidentale e il regime cinese è alla fine. Tale alleanza era nata dalla avidità di pochissimi investitori occidentali, sposatasi con la corruzione e l’indifferenza di Pechino nei confronti della propria popolazione. Di essa hanno beneficiato solo pochi. La popolazione americana e quella cinese ne sono stati esclusi.
Washington (AsiaNews) – Da qualche tempo, in Asia orientale l’attenzione si è spostata sulle dispute territoriali che riguardano le isole Senkaku, conosciute dai cinesi come isole Diaoyu e dagli inglesi come Pinnacle. A essere sinceri, queste isole non sono particolarmente significative per il destino del popolo cinese. Nello sforzo di mantenere il proprio regime dittatoriale a partito unico, il Partito comunista cinese ha svenduto alle forze internazionali cose molto più grandi, tradendo territori e interessi molto più vasti di quelle isole. Dovremmo essere ancora più preoccupati per i diritti e agli interessi dei cinesi comuni. In questo c’è il futuro della Cina. In questo ritroviamo la questione più importante e rilevante per il destino del nostro popolo. Qui sto parlando del dibattito sulla risoluzione che impone sanzioni commerciali discussa all’interno del Congresso americano. (Questa risoluzione, bipartisan, ha il nome ufficiale di H.R. 2378 – Legge sulla riforma valutaria per un commercio corretto).
 
Anche se la bilancia commerciale fra Stati Uniti e Cina ha ingrassato un gruppo di capitalisti, arricchendo in maniera indiretta un gruppo di cattivi politici americani, gli Usa rimangono una nazione democratica che cerca di mettere la propria popolazione al primo posto. Quando aumenta lo scontento popolare, sempre più politici devono mettersi al fianco dei cittadini: oppure sono costretti a lasciare il posto che occupano. Questa realtà è un sogno di vana speranza persino in un film della Cina; eppure in America è una realtà conosciuta anche dai bambini.
 
Anche se la H.R. 2378 non è ancora arrivata al Senato per essere votata, la risoluzione è stata già sottoscritta da almeno la metà di tutti i rappresentanti del popolo americano. Ora l’unica questione rimasta, per lo Speaker [il presidente dell’Assemblea ndt] della Camera, è quella di fissare la data e inserire la risoluzione in linea per il voto. Lo Speaker Nancy Pelosi ha dimostrato molto chiaramente di volersi allineare con la popolazione. Anche se il mondo commerciale che incarna gli interessi delle grandi aziende e del Partito comunista cinese ha compiuto una fortissima operazione di lobby contro la risoluzione, per una volta ha fallito. Ad oggi, nessun deputato ha presentato una risoluzione contraddittoria e neanche una versione di compromesso. Quindi è soltanto una questione di tempo, prima che senza molta suspence questa risoluzione diventi legge; a meno che il regime comunista cinese non aumenti immediatamente, e di parecchio, il valore della propria valuta. [La risoluzione è stata approvata dalla Camera il 29 settembre con 348 voti a favore e 79 contrari. Wei Jingsheng ha scritto questo articolo il 24 settembre nda].
 
Il motivo che spinge gli americani a bilanciare il commercio con la Cina, e eliminare il deficit commerciale, è ovvio. Si tratta di restaurare la vitalità dell’economia americana e uscire dalla crisi economica. Molte persone sanno che la crisi economica è stata causata dall’enorme deficit commerciale con l’estero, mantenuto per un lungo periodo di tempo. La causa principale di questo deficit è ascrivibile all’irragionevole prezzo del lavoro, estremamente basso, mantenuto in Cina dal regime comunista cinese. Per ottenere questo risultato ci sono due strade principali. La prima è quella di sopprimere i sindacati e i movimenti per i diritti umani, esattamente come fa il governo cinese. La seconda è quella di mantenere sotto il prezzo del mercato la propria valuta, lo yuan renminbi.
 
Se la valuta cinese è sottostimata anche il prezzo di tutte le esportazioni cinese lo è, e questo lo rende artificialmente molto competitivo. Questa è la vera ragione per cui i beni cinesi – di qualità bassa, dal marchio falso e scadenti – possono riempire i mercati occidentali. In realtà la Cina non ha molti prodotti che possano rispondere agli standard internazionali, dato il livello di avanzamento tecnologico e l’importazione di tecnologia straniera più avanzata. Ma esistono molti più prodotti che si affidano esclusivamente al prezzo stracciato per divenire competitivi, rendendo il made in China sinonimo di materiali scadenti che infestano senza senso i mercati delle imprese occidentali.
 
Questa attività ha provocato due strani fenomeni globali, nell’ultimo decennio. Il primo è che la qualità dei prodotti è andata peggiorando. Il secondo è che il benessere ha iniziato a concentrarsi di più. Da una parte le nazioni ricche, che stanno diventando povere, e dall’altra quelle povere che si arricchiscono. Dall’altra parte, senza tener conto della ricchezza di una nazione, ci sono i ricchi che diventano sempre più ricchi mentre i poveri diventano più poveri. Il Prodotto interno lordo cresce sia nelle nazioni ricche che in quelle poveri, ma i consumi di mercato sembrano in declino o persino stagnanti. Questa asimmetria fra produzione e consumo è la causa principale dell’intera crisi economica. E la causa principale che l’ha prodotta è l’estrema espansione della produzione cinese in un momento in cui i consumi stagnano.
 
Uno strumento importante per esportare questo squilibrio commerciale al mondo intero deriva dalla partecipazione congiunta fra il mercato delle esportazioni cinese e il capitale occidentale. Un prodotto che viene dal lavoro a basso costo della Cina rimpiazza un lavoratore americano, che costerebbe come stipedio da 20 a 50 volte di più. In questo modo, anche se i prodotti sono venduti alla metà del prezzo, il profitto è cresciuto in maniera significativa, mentre il consumo condiviso diminuisce.
 
Dove è andato il denaro? Nella rapida crescita della ricchezza di alcuni selezionati individui in giro per il mondo. Se aumentasse la ricchezza della classe media o dei poveri, il mercato dei consumatori crescerebbe. Aumentare la ricchezza di chi era già ricco, invece, non ottiene questo risultato. Questi ricchi, infatti, mettono la propria ricchezza in investimenti e nel mercato finanziario. Questo falso investimento È la fonte maggiore della crisi economica: c'è un surplus di capitali e di produzione a cui la capacità di consumo del mercato globale non può rispondere. Questo fenomeno si è verificato per la prima volta in Cina: da qui, tramite le scorrette relazioni commerciali, è stato esportato al resto del mondo (in primo luogo nelle nazioni sviluppate dell'Occidente, perché inizialmente i consumatori di quei Paesi si sono fatti sedurre dai prezzi inferiori) per massimizzare il profitto.
 
Il lavoro a basso costo, in Cina, viene mantenuto grazie ai soprusi ai danni dei lavoratori e tramite il mantenimento a bassi livelli della valuta. Tuttavia, soltanto con un alto mercato dei prezzi in Occidente si può realizzare il massimo profitto. Così, il modello cinese ha adottato il principio base del marxismo: la democrazia occidentale è una democrazia di capitalisti. Tramite la condivisione dei benefici, sono riusciti a comprarsi questi capitalisti occidentali, aiutandoli inoltre a comprare i politici occidentali e controllando così, per il Partito comunista, la politica occidentale. In questo frangente, Deng Xiaoping è più marxista di Josip Stalin o Mao Zedong.
 
Ma Marx era più un cinico che uno studioso. Le sue teorie devono essere riviste per applicarle alla realtà. Quando i politici controllati in Occidente hanno le fattezze dei nazisti o del Partito comunista, possono avere loro stessi dei problemi. Anche se la reazione del popolo può essere forse più lenta, alla fine il popolo si riprende il diritto e il voto. Né il denaro né il potere possono chiudere la bocca della popolazione. Questa è l'importanza del diritto di parola. Questa è l'essenza della democrazia di tipo occidentale. Dopo che il popolo americano ha scoperto questo complotto fra i capitalisti e i politici, sia in Cina che negli Stati Uniti, hanno iniziato gradualmente a costringere i politici occidentali a ritirarsi da questa situazione, che rende politici e capitalisti ricchi a danno della popolazione. E questo è il motivo che ha portato gli Stati Uniti ad approvare sanzioni commerciali contro la Cina.
 
Il Partito comunista cinese e i suoi strumenti di propaganda hanno sempre continuato a cercare di diffondere l'opinione secondo cui l'attuale stato dei rapporti commerciali sino-americani mantengono bassi i prodotti di largo consumo in Occidente, mentre assicurano in Cina un impiego per i lavoratori. Quella che sembra una teoria corretta è in realtà falsa. E che sia falsa lo prova proprio l'attuale crisi economica globale. Mentre i consumatori occidentali hanno di fatto beneficiato per più di un decennio di beni di consumo a basso prezzo, è stato proprio questo irrazionale iper-consumo che li ha privati del loro lavoro. E molte persone non possono più permettersi neanche i beni a basso costo. L'economia occidentale non è divenuta più prospera per questo consumo a basso costo; la vita delle persone è divenuta più difficile.
 
La situazione della Cina è ancora più tragica. Mentre la gente pensa che mantenere il modello giapponese di esportazioni a basso costo potrebbe sviluppare l'economia cinese, nonostante lavoratori migranti delle campagne implorino il lavoro che potrebbero trovare nell'industria delle esportazioni, nel silenzio molti altri perdono il proprio lavoro e i propri benefici. Secondo le stesse statistiche del governo cinese, il livello di consumo del popolo cinese non è cresciuto in accordo con la crescita della produzione. Per usare le parole gentili di un esperto accademico: la Cina è la fabbrica per il mondo intero. Il valore perduto dal mercato del consumo è divenuto la ricchezza dei capitalisti e dei dirigenti corrotti della Cina e del mondo. La società americana e la sua popolazione non godono molti dei frutti di questa crescita economica, e la società e il popolo cinese ne godono ancora meno.
 
È per questo che molti cinesi hanno iniziato a rimpiangere l'era di Mao. Il fatto è che le idee di Mao e i suoi modi di fare sono già arrivati alla loro fine, e si sono dimostrati sbagliati molto tempo fa. E ora sono le idee e i modi di fare di Deng Xiaoping che stanno arrivando alla fine. Se si vuole che la Cina abbia un normale sviluppo, che sia sostenibile, dobbiamo lasciare che il nostro popolo viva una vita normale che incontri la loro abilità produttiva. Il mondo intero deve aprire una nuova strada, economica e politica.
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