04/05/2007, 00.00
PAKISTAN
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Studentesse islamiche chiedono una fatwa contro l’islam moderato, causa oscenità

In una lettera al ministro per gli Affari religiosi, le studentesse della famigerata Jamia Hafsa, la “madrassa rossa” della capitale, chiedono una fatwa contro la “moderazione illuminata” di alcuni musulmani. Nella provincia di frontiera del nordovest, bombe contro i negozi di musica.
Islamabad (AsiaNews) – Le studentesse della Jamia Hafsa, la “madrassa rossa” della capitale pakistana, hanno chiesto ieri al leader della Grande moschea di Islamabad una fatwa contro la “moderazione illuminata” di alcuni musulmani, che “diffonde solo oscenità nel Paese”. La richiesta è stata presentata per lettera al ministro per gli Affari religiosi Ejazul Haq. Nel testo, le giovani fondamentaliste chiedono al governo di aiutarle per ottenere questo decreto e criticano il lancio con il paracadute effettuato da un ministro donna del governo di Musharraf, definito “non islamico”.
 
La Jamia Hafsa è divenuta famosa dopo che le sue studentesse hanno preso d’assalto una presunta casa di piacere di Islamabad, rapito la presunta tenutaria insieme alla sorella ed alla nipotina di pochi anni ed imposto la chiusura dell’edificio. Pochi giorni dopo, il direttore della madrassa Maulana Abdul Aziz, ha chiesto al governo di “applicare la sharia [legge islamica ndr] in Pakistan, altrimenti essa verrà applicata da tutti quei bravi giovani che non tollerano più la decadenza morale importata dall’occidente”.
 
Per protestare contro questo fenomeno, definito “talebanizzazione”, centinaia di persone sono scese in piazza per chiedere al governo di fermare i giovani estremisti ma l'esecutivo, finora, non ha preso alcuna misura concreta contro i radicali, che hanno creato una sorta di “polizia morale” delegata al controllo del rispetto dei precetti musulmani per le vie della capitale.
 
L’estremismo pakistano non si ferma però ad Islamabad. Una serie di esplosioni ha distrutto questa notte una decina di negozi di musica nel nordovest del Pakistan. Nel darne notizia la polizia locale attribuisce l’azione a militanti islamisti.
 
Tre negozi sono stati colpiti da esplosioni a Charsada, una ventina di chilometri a nordovest di Peshawar, capitale della provincia di frontiera del nordovest (NWFP). I negozi erano chiusi e non ci sono state vittime. I proprietari dei negozi che vendono musicassette e CD avevano recentemente ricevuto lettere attribuiti a militanti talebani locali che imponevano di porre fine alla vendita di musica giudicata contraria ai principi dell’islam.
 
La provincia è governata da un’alleanza di sei partiti islamici e comprende la zona tribale al confine con l’Afghanistan.
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