17/09/2023, 09.00
ECCLESIA IN ASIA
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A Phnom Penh il primo convegno sulla storia del cristianesimo in Cambogia

Promosso alla Royal University dagli storici locali e dalle Missions Etrangères de Paris ha visto la partecipazione di tanti giovani ricercatori, interessati a conoscere una storia iniziata cinque secoli fa, ben prima del protettorato francese. P. Legnani (Pime): "Un momento importante per ricordare anche quanti hanno condiviso le sofferenze del popolo Khmer".

Phnom Penh (AsiaNews) - Per la prima volta in Cambogia dopo gli anni della follia ideologica di Pol Pot una conferenza ufficiale organizzata in collaborazione con il mondo accademico locale ha ripercorso la storia della presenza del cristianesimo nel Paese. È successo il 14 settembre presso la Royal University di Phnom Penh.

“500 anni di amicizia: la Chiesa e il regno di Cambogia” il titolo della giornata di studi promossa dal dipartimento di storia dell’ateneo, in collaborazione con la Cambodian Historian Association e i missionari delle Missions Etrangères de Paris, presenti nel Paese già prima della persecuzione dei khmer rossi e oggi al servizio della rinata Chiesa cattolica cambogiana.

Una settantina le persone presenti alla conferenza, tra cui molti giovani studenti che hanno seguito i lavori con grande attenzione. Tra i relatori il vicario apostolico di Phnom Penh, mons. Olivier Schmitthaeusler che ha parlato insieme al venerabile buddhista Yon Seng Yeath sui rapporti tra le gerarchie cattolica e buddhista dal 1860 a oggi. Importante anche il contributo di p. Vincent Chrétienne, missionario nella prefettura apostolica di Battambang, sulla storia della Chiesa in Cambogia, dal momento che dopo la distruzione dei documenti compiuta dai Khmer rossi le uniche fonti rimaste dell’epoca precedente a Pol Pot si trovano negli archivi delle Missions Etrangères de Paris. Diversi studiosi Khmer hanno poi proposto relazioni su volti particolari di questi cinque secoli di storia: dall’opera contro la schiavitù alle relazioni con l’identità Khmer, compresa la questione delle traduzioni della Bibbia.

“Penso che questa conferenza abbia raggiunto il suo scopo, cioè riunire accademici interessati a studiare ed approfondire la storia comune del popolo cambogiano e della Chiesa ed accendere interesse per continuare le ricerche su questo tema - commenta p. Franco Legnani, missionario del Pime in Cambogia da ormai trent’anni che ha partecipato a questo evento -. Siamo una piccola comunità ma è importante far conoscere le radici della nostra storia. In qualche momento la presenza cristiana fu troppo legata al protettorato, è vero; ma non si può esaurire in quell’esperienza. Ed è importante anche far notare che non siamo come molte sette che sono venute nel Paese solo dopo il periodo di Pol Pot: abbiamo condiviso la storia e le sofferenze con i Khmer”.

In questo senso durante il convegno parole significative sulla storia di questi 500 anni sono state pronunciate proprio da personalità Khmer. “Ieng Mouly, attualmente ministro con responsabilità delle missioni speciali e presidente dell'autorità nazionale per la lotta all’Aids, ha ripreso e sottolineato il dato storico secondo cui il cristianesimo non è arrivato in Cambogia con i francesi ma prima - aggiunge p. Legnani -. Mentre un altro intellettuale locale, Sor Somnang fondatore dell’Accademia reale e presidente dell'Associazione degli storici cambogiani, ha ricordato come la Cambogia sia stato un protettorato francese e non una colonia, invitando con forza a utilizzare le parole giuste in occasioni come questa”.

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