03/12/2021, 14.07
EAU - FRANCIA
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Abu Dhabi acquista caccia ed elicotteri militari francesi per 17 miliardi

Nel contratto vi sono 80 aerei Dassault Rafale e 12 elicotteri Caracal. La firma fra il presidente francese Macron e il principe ereditario di Abu Dhabi Sheikh Mohammed bin Zayed al-Nahyan. Critiche di attivisti e ong pro diritti umani: le armi degli Emirati hanno ucciso civili nello Yemen e in Libia. 

Dubai (AsiaNews) - Abu Dhabi e Parigi hanno sottoscritto un contratto sugli armamenti da 17 miliardi di euro, che prevede l’acquisto da parte degli Emirati Arabi Uniti (Eau) di 80 aerei da caccia Dassault Rafale di produzione francese e di 12 elicotteri Caracal (gli H225M della Super Puma). Si tratta della più importante commessa per i velivoli da combattimento transalpini ed è stato siglato durante la prima delle due giornate del presidente Emmanuel Macron nel Golfo, con tappe negli Emirati, in Qatar e in Arabia Saudita. 

“Questo contratto è storico” sottolinea il ministro francese delle Forze armate Florence Parly in una nota. La firma è giunta a margine della vista del capo dello Stato a Dubai Expo2020; in rappresentanza degli Emirati era presente il principe ereditario di Abu Dhabi Sheikh Mohammed bin Zayed al-Nahyan (Mbz). Un contratto, prosegue la dichiarazione, che “cementa la partnership strategica” fra le due nazioni e “contribuisce direttamente” alla “stabilità” nella regione. 

Si tratta del più importante ordine mai effettuato a livello internazionale dall’entrata in servizio del velivolo militare multi-funzione nel 2004. Ed è una conferma ulteriore degli stretti legami fra Abu Dhabi e Parigi nel commercio delle armi, con gli Emirati fra i “maggiori clienti” dell’industria militare transalpina. 

Finora non si registrano commenti ufficiali da parte dei vertici degli Emirati sulla firma del contratto, che ha sollevato invece più di una perplessità fra attivisti e ong pro diritti umani. Nei giorni scorsi Human Rights Watch (Hrw) ha ricordato come Abu Dhabi abbia ricoperto nel recente passato un “ruolo di primissimo piano” nelle atrocità commesse dalla coalizione araba a guida saudita nella guerra in Yemen, responsabile della morte di decine di migliaia di civili - fra i quali vi sono anche bambini - e del bombardamento di scuole e ospedali. Analogo discorso per il conflitto in Libia, in cui le forze Eau hanno ucciso civili in attacchi aerei e droni illegali, fornendo al contempo armi e munizioni alle milizie locali. 

La corsa alle armi rappresenta un’ombra ulteriore sugli Emirati, che negli ultimi anni hanno mostrato - se non ostentato - il volto dialogante dell’islam, esaltando i principi della tolleranza e della fratellanza. A sollevare il velo è stata l’inchiesta “Pandora papers” dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). Dall’indagine è emerso il ricchissimo paradiso fiscale e societario che cela al proprio interno zone franche dove è possibile fare affari e gestire patrimoni nel più completo anonimato, oltre a riciclare denaro “sporco”, senza pagare tasse e beneficiando della protezione dei vertici.

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