13/10/2023, 14.07
VATICANO
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Al Sinodo la riscoperta delle donne come 'prime missionarie'

Nella Congregazione generale di oggi avviata la riflessione sulla valorizzazione di ogni battezzato nell'annuncio del Vangelo. “Non è questione di diritti e desideri ma del benessere della Chiesa". Tra i Sinodali anche due missionari digitali: "Sul web molti non aspettano solo gli orari delle Messe ma qualcuno con cui entrare in dialogo".

Città del Vaticano (AsiaNews) - È uno dei temi su cui si infiammano di più le polemiche tra chi osserva il Sinodo. Ma la questione delle donne - ancora più che una questione di ministeri - è una riflessione sull’identità missionaria della Chiesa. È la prospettiva emersa nella sessione di questa mattina al Sinodo in corso in Vaticano. Sessione pubblica, come tutte quelle che inaugurano la riflessione su una delle parti dell’Instrumentum Laboris, in questo caso quella appunto sulla missione, la seconda delle parole chiave affidate da papa Francesco all’Assemblea.

Tra i temi su cui i 35 tavoli dei circoli minori discutono in queste ore c’è appunto quello della corresponsabilità di tutti i battezzati alla missione della Chiesa. Che – al punto B 2.3 – prevede anche la domanda: “Come può la Chiesa del nostro tempo compiere meglio la propria missione attraverso un maggiore riconoscimento e promozione della dignità battesimale delle donne?”.

“Non è questione di promozione e riconoscimenti in senso mondano, di diritti e desideri – ha spiegato nell’intervento spirituale introduttivo dedicato a questo aspetto la monaca benedettina italiana madre Maria Ignazia Angelini - ma del benessere della Chiesa, di fedeltà all’Origine, che è Gesù, al suo stile”. Nella sua meditazione spirituale ne ha percorso i gesti nei confronti delle donne, ma si è soffermata anche su una pagina per certi sorprendente degli Atti degli apostoli.

L’esperienza del primo viaggio missionario aveva aperto “aspri dissensi tra Paolo e Barnaba, pur amici del cuore” che li portano a prendere strade diverse. “Dobbiamo immaginarle come un processo di faticosa intesa”, ha commentato madre Angelini. E Paolo - che avrebbe voluto dirigersi verso il cuore dell’Asia – si ritrovò invece chiamato dall’Europa. E quando vi sbarca a Filippi, nell’odierna regione greca della Macedonia, la sua missione comincia incontrando fuori delle “donne che si erano là riunite per la preghiera”. “La corsa del Vangelo in Europa parte così - ha commentato -. A Filippi, la missione esce da un territorio delimitato, e trova spazi inediti. Nuovi linguaggi inaugurati dalle donne, che Paolo non disdegna ma accoglie: annuncia loro, entra in dialogo. E Lidia, umile adoratrice di Dio e mercante di porpora, diventerà la prima credente in terra d’Europa”. Perché “una Chiesa sinodale “in uscita” incontra, in principio come oggi, subito la presenza di donne, diverse, non omologabili e nella peculiarità di ciascuna da integrare. Questa è l’evidenza della Parola. Elemento iscritto nelle radici generative, come tratto costitutivo della novità evangelica, per secoli disatteso”.

Dei volti di questa freschezza poi disattesa ai Sinodali ha parlato in una testimonianza la colombiana sr. Gloria Liliana Franco Echeverry, presidente della Conferenza dei religiosi e delle religiose dell’America Latina (Clar). Ha citato le storie concrete di donne che visitano abitualmente i poveri ma escluse dal parroco dal ministero straordinario dell’Eucaristia o di un titolo canonico negato a una teologa da un’Università Pontificia nonostante i voti migliori ottenuti rispetto a tutti gli altri candidati uomini. “Il cammino delle donne nella Chiesa è stato pieno di cicatrici, di situazioni che hanno comportato dolore e redenzione, una trama pasquale, in cui ciò che è stato evidente e definitivo è stato l'amore di Dio; un amore che rimane al di là degli sforzi di alcuni di rendere invisibile la presenza e il contributo delle donne nella costruzione della Chiesa - ha commentato -. La Chiesa ha un volto di donna: le Assemblee, i gruppi parrocchiali, le celebrazioni liturgiche, i ministeri apostolici delle comunità, la qualità della riflessione e il calore della dedizione della Chiesa sono spesso e soprattutto tessuti nel grembo delle donne. È possibile darne conto in tutti i contesti”. Ecco allora l’invito alla Chiesa a riconoscersi, oltre che madre e maestra, “anche sorella e discepola”. Perché “tutti noi, donne e uomini, siamo chiamati a essere un grembo, una casa, una carezza, un abbraccio. Una Chiesa femminile che ha la forza della fecondità, che le viene data dal soffio dello Spirito”.

Un altro volto oggi irrinunciabile della missione della Chiesa sono le nuove frontiere del web. Al Sinodo sono presenti anche due “missionari digitali”, volti di un percorso iniziato anche on line due anni fa. Nella prima fase - nel 2021 - nell'arco di due mesi e mezzo, 250 missionari hanno condotto processi di ascolto in 115 Paesi e in sette lingue, raggiungendo in totale oltre 150.000 persone che hanno voluto rispondere un questionario, il 30% dei quali non credenti e lontani dalla Chiesa. Quindici missionari digitali sono stati poi invitati alle varie assemblee continentali per condividere il loro discernimento a partire dall'esperienza della loro missione. Due di loro - il laico messicano José Manuel De Urquidi Gonzalez e la religiosa nicaraguense sr. Xiskya Lucia Valladares Paguaga - oggi hanno raccontato quest’esperienza a papa Francesco, ai vescovi e agli membri del Sinodo di tutto il mondo.

Hanno spiegato che il digitale non è solo uno strumento, ma un “luogo” in cui le persone trascorrono una parte significativa della vita: “Molti hanno bisogno di speranza, hanno bisogno di guarire le loro ferite, hanno bisogno di una mano, hanno bisogno di Dio. Per molti non è sufficiente comunicare loro l'orario delle Messe o invitarli a visitare la cattedrale, se prima non si è entrati in dialogo, avvicinandoci per ascoltarli. A volte si sentono confusi o timorosi, e hanno bisogno di un 'compagno di viaggio' che li assista. Per essere un compagno di viaggio, dobbiamo uscire da noi stessi, dai nostri modi di pensare, per incontrarli, ascoltarli e accompagnarli”.

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