11/04/2018, 08.57
SIRIA-ONU
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Attacco chimico a Douma: veti incrociati fra Mosca e Washington

La Russia respinge la proposta Usa: pretesto per intervenire militarmente. Gli Usa promettono una dura risposta all’attacco chimico. Si aggrava il clima di tensione nella regione: Iran promette che l’attacco israeliano alle sue basi ad Homs “non rimarrà senza risposta”. Ambasciatore russo a Beirut:  ogni missile Usa verso la Siria sarà fermato e  potranno essere prese di mira anche le loro basi di lancio.

New York (AsiaNews/Agenzie) – Continuano i veti incrociati e le accuse fra Washington e Mosca in sede del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel contesto dell’escalation di tensioni che continua dopo l’attacco chimico a Douma, in Siria.

Oppositori, medici e soccorritori accusano il governo del presidente Bashar al-Assad di aver sferrato un attacco chimico sulla città di Douma, nella regione della Ghouta orientale, ferendo 1.000 persone e uccidendone più di 60. La città era controllata dai ribelli Jaish al-Islam, che hanno stipulato un accordo di evacuazione con Siria e Russia. Sostenuta dall’alleato russo, Damasco nega di essere coinvolta nell’episodio. Una squadra dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) “a breve” confermerà o negherà l’effettivo utilizzo di armi proibite a Douma, ma non il responsabile dell’attacco.

Ieri, la Russia ha apposto il veto sulla proposta americana di avviare una nuova indagine indipendente sui fatti e avvisa: riterrà Washington “responsabile” di qualsiasi “avventura militare illegale” intenda mettere in pratica. Al fianco della Russia, la Cina si è astenuta dal voto, mentre fra i 12 voti a favore vi erano quelli di Francia, Regno Unito, Kazakhstan e Kuwait. In precedenza, Washington, Londra e Parigi hanno respinto la proposta russa, dichiarando che non avrebbe creato una commissione indipendente di indagine, perché avrebbe dovuto riportare i risultati delle proprie indagini al Consiglio di Sicurezza, che poi avrebbe attribuito la responsabilità dell'attacco. Le risoluzioni Onu del Consiglio di Sicurezza vengono approvate con la maggioranza di nove su 15, e nessun voto contrario da parte dei cinque i membri permanenti – Regno Unito, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti.

La discussione accesa fra i rappresentanti di Mosca e Washington al Consiglio di sicurezza non è che l’ultima di una serie di scontri verbali fra le due superpotenze. Il rappresentante russo, Vasily Nebenzia ha accusato gli Usa di essere in cerca di un “pretesto” per intervenire militarmente in Siria. Affermazioni che seguono la promessa del presidente americano Donald Trump di attuare una risposta “incisiva” all’attacco chimico e la sua decisione di cancellare il primo viaggio ufficiale in America latina, proprio per concentrarsi sulla Siria. Al fianco degli Stati Uniti, si ergono Regno Unito e Francia, dando sostanza alla possibilità di un’azione militare occidentale coordinata.

Il clima di tensione coinvolge tutta la regione: ieri, un funzionario d’alto grado iraniano in visita a Damasco ha avvisato che l’attacco israeliano alla base siriana T4, nella provincia di Homs, in Siria – in cui sarebbero morti 14 iraniani – “non rimarrà senza risposta”.

Oggi l'ambasciatore russo a Beirut, Alexander Zasypkin, ha dichiarato che ogni missile Usa verso la Siria sarà fermato e che potranno essere prese di mira anche le loro basi di lancio.

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