02/02/2023, 12.52
COREA DEL SUD-COREA DEL NORD
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Attivisti di Seoul arrestati per spionaggio in favore di Pyongyang

di Guido Alberto Casanova

Cinque cittadini legati a movimenti in favore della riunificazione sono accusati di aver collaborato con le autorità nordcoreane per destabilizzare il Paese. Gli inquirenti sostengono che comunicassero attraverso messaggi in codice. Ma le organizzazioni di sinistra contestano: erano attivi con proteste pubbliche, il governo vuole solo gettare fango sulle opposizioni.

Seoul (AsiaNews) - In Corea del Sud si sta aprendo il più grosso caso di spionaggio degli ultimi anni. La stampa locale ha reso noto che cinque cittadini del Paese sono sotto inchiesta per aver mantenuto contatti non autorizzati con la Corea del Nord. Si tratta di un’accusa molto grave, perché questo reato è punibile con la pena di morte o con l’ergastolo secondo quanto disposto dalla legge sulla sicurezza nazionale in vigore.

Negli ultimi mesi una serie di azioni di polizia aveva rivelato come le indagini fossero in corso. Lo scorso novembre il Servizio d’intelligence nazionale aveva condotto alcune perquisizioni negli uffici di un gruppo di attivisti pubblicamente noti per le loro posizioni a favore della riunificazione tra le due Coree. Quattro membri del gruppo sono stati arrestati sabato scorso, e ieri il tribunale ha approvato il mandato di custodia richiesto dai magistrati poiché si teme che siano a rischio di fuga o che possano inquinare le prove dell’indagine.

I quattro attivisti sono sospettati di aver collaborato con le autorità nordcoreane per destabilizzare il Paese. L’accusa crede che le attività anti-governative del gruppo siano iniziate già nel 2016, quando i suoi membri avrebbero stabilito vari contatti con agenti nordcoreani di stanza nel Sud-est asiatico che avrebbero impartito loro istruzioni per condurre attività anti-statunitensi e anti-giapponesi in Corea del Sud. Si presume, inoltre, che i quattro abbiamo mantenuto comunicazioni con le spie del Nord utilizzando tecniche steganografiche per occultare i propri messaggi.

L’organizzazione pro-nordcoreana fondata da queste persone, conosciuta col nome di “Avanguardia dell’unificazione indipendente del popolo”, aveva il proprio centro nel sud, nella città di Changwon, dove si concentra un segmento importante dell’industria della difesa sudcoreana. I servizi segreti e la polizia ritengono che questa organizzazione fungesse da quartier generale per altre organizzazioni sparse in altre zone del territorio sudcoreano.

Sempre ieri un altro attivista, questa volta residente nella provincia di Jeolla-buk, è stato incriminato di un reato simile. Il sospettato, a capo di un’associazione progressista, si sarebbe incontrato in diverse occasioni tra il 2013 e il 2019 con agenti nordcoreani a Pechino e Hanoi. Con le spie del Nord l’attivista avrebbe mantenuto un collegamento e-mail per fare rapporto sulle questioni interne sudcoreane.

Queste decisioni arrivano a pochi giorni di distanza delle incursioni della polizia nella sede centrale del maggior sindacato della Corea del Sud, anch’esso accusato di essere stata infiltrata da agenti nordcoreani.

Secondo le organizzazioni di sinistra però, si tratterebbe di un tentativo del governo conservatore di Yoon Suk-yeol di gettare fango sull’opposizione. Le attività di cui vengono accusati organizzazioni e sindacati non sarebbero infatti altro che proteste e dimostrazioni pubbliche, che non avrebbero infranto alcuna legge. “Chiariremo tutto in tribunale” ha detto un avvocato difensore degli attivisti.

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