Australia riacquisterà e distruggerà armi da fuoco dopo Bondi Beach
Le notizie di oggi: violente proteste in Bangladesh per la morte del giovane leader Hadi. Unhcr: 3 milioni di siriani tornati a casa dopo Assad; revoca sanzioni Usa incoraggia aumento. Giappone ribadisce no a armi nucleari dopo dichiarazioni contrarie di funzionario. Indonesia lavora a piano di sussidi per le vittime del ciclone Senyar.
AUSTRALIA
Il governo australiano ha annunciato un programma di riacquisto e distruzione delle armi da fuoco detenute dai cittadini sull'onda dell'attacco di Bondi Beach, la sparatoria di massa più letale degli ultimi decenni. Si tratta del programma più ampio programma di questo tipo dai tempi del massacro di Port Arthur del 1996, che causò la morte di 35 persone e spinse l'Australia a introdurre misure di controllo delle armi da fuoco all'avanguardia a livello mondiale. Domenica scorsa, 15 persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite. Si calcola che siano oltre 4 milioni le armi da fuoco in circolazione nel Paese.
BANGLADESH
Polizia e truppe paramilitari si sono dispiegate a Dhaka e in altre città del Bangladesh dopo violente proteste notturne per la morte del popolare leader giovanile Sharif Osman Hadi, 32 anni, portavoce dell'Inquilab Mancha, voce critica dell'India e partecipante alle proteste che hanno destituito Sheikh Hasina. I timori sono di ulteriori disordini in vista delle elezioni nazionali alle quali avrebbe dovuto candidarsi. Hadi è stato ucciso con un colpo alla testa da aggressori mascherati. A Dhaka, alcuni video diffusi sui social hanno mostrato folle che hanno vandalizzato gli uffici del più grande quotidiano del Paese, Prothom Alo, e del Daily Star.
SIRIA - STATI UNITI
L'Unhcr riferisce che, complessivamente, più di 1 milione di persone rifugiate e quasi 2 milioni di sfollate interne siriane sono tornati alle loro case dopo la caduta di Bashar al-Assad. E la decisione degli Stati Uniti di revocare le sanzioni contro la Siria potrebbe incoraggiare un maggior numero di rifugiati a tornare nel loro Paese d'origine. Il Senato degli Stati Uniti ha infatti votato per abolire definitivamente le cosiddette sanzioni Caesar Act, introdotte nel 2019.
GIAPPONE
Il Giappone ha ribadito il suo impegno pluridecennale a non dotarsi mai di armi nucleari, dopo che i media locali avevano riportato la notizia secondo cui un alto funzionario della sicurezza avrebbe suggerito al Paese di acquisirle per scoraggiare potenziali aggressori. Il funzionario avrebbe affermato che il Giappone ha bisogno di armi nucleari a causa del peggioramento della situazione della sicurezza, ma avrebbe anche riconosciuto che una tale mossa sarebbe politicamente difficile.
INDONESIA
Il ministro degli Affari sociali indonesiano Saifullah Yusuf ha dichiarato che il governo sta valutando un programma di sussidi giornalieri pari a 10mila rupie (0,60 dollari) per ogni vittima sfollata. Le vittime delle recenti inondazioni mortali sull'isola indonesiana di Sumatra - per il passaggio del ciclone Senyar - potrebbero ricevere il sostegno dal governo, tra cui un risarcimento di 15 milioni di rupie (896 dollari) per le famiglie delle persone uccise nel disastro che ha causato più di 1000 vittime in tre province.
ARMENIA
L’Assemblea nazionale dell’Armenia ha approvato la legge sull’assicurazione medica obbligatoria che diventerà attiva dal 1° gennaio 2026, come ha dichiarato la ministra della salute Anait Avanesyan, calcolando le tasse versate nei mesi scorsi per poi giungere entro il 2029 ad applicare il sistema alla stragrande maggioranza della popolazione, assicurando il primo soccorso medico e gli altri servizi a tappe consecutive nel corso di tre anni.
RUSSIA
La Duma di Mosca ha approvato delle modifiche al Codice civile, che obbliga a condurre le chat delle assemblee di domicilio sul messenger patriottico Max, che di fatto verrà sempre più equiparato alla carta d’identità e alla modalità di accesso a tutti i servizi pubblici, ed entro il 19 dicembre tutte le scuole superiori dovranno presentare un resoconto sull’efficacia di Max anche per le comunicazioni degli studenti, dei genitori e degli insegnanti, da loro poco gradito.





