16/02/2022, 13.00
THAILANDIA
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Bangkok: polizia indaga sul traffico di minori nati da madri surrogate

di Steve Suwannarat

Una neonata sparita da un asilo nido nei giorni scorsi potrebbe essere vittima di organizzazioni criminali che spediscono bambini all'estero in maniera illegale. Per una gravidanza una donna viene pagata fino a 13mila euro. L'aumento della domanda potrebbe far rivedere la legge che consente la pratica solo a certe condizioni.

Bangkok (AsiaNews) - Gli inquirenti thailandesi stanno indagando sul caso di una bambina di un anno scomparsa da un asilo nido di Bangkok. La piccola potrebbe essere stata portata all’estero da una gang criminale che utilizzerebbe centri per la cura dei neonati o per il collocamento di lavoratrici domestiche come paravento per coprire un traffico di minori nati da madri surrogate thai. Le indagini hanno finora accertato che nella città di Nongkhai, al confine con il Laos, almeno una ventina di bambini sarebbero stati ceduti a committenti stranieri da parte di un agguerrito racket con diramazioni in diverse altre città del Paese.

Nonostante l’approvazione della legge per contrastare il fenomeno, nel solo 2020 il Dipartimento per le investigazioni speciali (Dsi) ha confermato che almeno 300 bambini e neonati sono stati fatti uscire dal Paese in maniera illegale. Con lo scoppio della pandemia da Covid-19, i lockdown e la conseguente chiusura delle frontiere, un gran numero di piccoli nati da madri surrogate sono stati consegnati ad asili compiacenti o addirittura fondati per questo scopo in attesa di potere essere mandati all’estero.

La Thailandia nel recente passato ha svolto un ruolo chiave nel sud-est asiatico per le pratiche di maternità surrogata, oggi esportate anche altrove. La polizia da tempo segnala che organizzazioni transnazionali coinvolte nella promozione illecita della maternità surrogata sono attive in diverse regioni, a partire da quelle nord-orientali, più povere, densamente popolate e a ridosso dei confini con la Cambogia, il Laos e la Cina. Ancora oggi i cinesi sarebbero i principali beneficiare di questi traffici.

Alle donne che si rendono disponibili a portare a termine una gravidanza su commissione viene offerto mezzo milione di baht (circa 13mila euro) per ciascun nato, cifra che aumenta nel caso di gemelli.

Dall’approvazione nel 2015 della legge per la tutela dei bambini nati da tecniche di riproduzione assistita (Protection of Children Born from Assisted Reproductive Technologies Act, ART Act), sarebbero almeno 500 i bambini nati da madri surrogate e trasferiti a genitori adottivi. La legge consente la pratica solo nel caso di provata infertilità della madre, all’interno di una ristretta cerchia parentale, senza alcun scambio di denaro, da parte di donne già con figli e con il consenso del marito. Tuttavia la richiesta di madri surrogate residenti in Thailandia resta elevata. Questa situazione di illegalità persistente, di forte domanda e di necessità per molte donne di cercare fonti di reddito legali stanno portando a un ripensamento sullo scopo e i limiti della legge: entro un paio di mesi si potrebbe avere una revisione che prevede l’allentamento degli aspetti più restrittivi e una riapertura alle richieste straniere attraverso canali legali.

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