Bufera fuori stagione: 200 escursionisti bloccati ai piedi dell'Everest, 40 morti in Nepal
Le ntozie di oggi: in Egitto gli incontri con le delegazioni di Israele e Hamas sui dettagli logistici dell'accordo, tempi potrebbero allungarsi (e intanto si muore ancora a Gaza). Firmato accordo di difesa tra Australia e Papua Nuova Guinea in funzione anticinese. Nove morti in nuovo incendio in ospedale in India. Il Consiglio d'Europa auspica una piattaforma di dialogo tra le forze democratiche russe in esilio.
CINA-TIBET-NEPAL
Oltre 200 escursionisti sono bloccati da una bufera di neve sui versanti tibetani del Monte Everest. i media statali cinesi riferiscono che le autorità sono riuscite a mettersi in contatto con tutti loro, mentre circa altri 350 escursionisti sono stati portati in salvo dai soccorritori. Forti nevicate insolitamente intense per questo periodo dell’anno hanno intrappolato gli escursionisti nella valle tibetana che conduce al versante orientale del Monte Everest durante il fine settimana, durante le festività nazionali in Cina. Intanto a sud del Tibet, in Nepal, 40 persone sono state uccise da gravi inondazioni e frane provocate dalla stessa tempesta.
GAZA-ISRAELE-PALESTINA
I negoziatori di Israele e Hamas si incontrano in Egitto per discutere i dettagli tecnici e operativi dell’attuazione del piano di pace per Gaza proposto dal presidente Donald Trump, inclusa la logistica relativa alla consegna degli ostaggi israeliani. Fonti del sito emiratino The National hanno spiegato che si prevede che le ruspe egiziane riceveranno l’autorizzazione dall’esercito israeliano per entrare a Gaza, dove saranno condotte in “siti specifici” per aiutare nella ricerca e nell’esumazione dei resti degli ostaggi deceduti. L’operazione appare complessa. “È probabile che la consegna degli ostaggi, sia vivi che morti, avvenga nell’arco di una settimana anziché in tre giorni, come previsto dal piano Trump,” ha dichiarato una delle fonti. Nel frattempo però continuano i bombardamenti israeliani: fonti palestinesi parlano di altri 24 morti nelle ultime ore.
AUSTRALIA-PAPUA NUOVA GUINEA-CINA
L’Australia ha firmato un nuovo accordo di difesa con la Papua Nuova Guinea, il primo da oltre 70 anni, nel quadro delle misure di Canberra per impedire alla Cina di espandere la propria presenza militare nel Pacifico. In base al trattato di difesa Pukpuk i due Paesi si impegnano a prestarsi reciproco aiuto in caso di attacco. Il trattato prevede che fino a 10.000 cittadini della Papua Nuova Guinea possano prestare servizio nelle Forze di Difesa Australiane, secondo un regime di collaborazione congiunta.
INDIA
Almeno nove persone sono morte ieri sera in un nuovo enorme incendio che ha colpito un ospedale in India. La struttura colpita è il Sawai Man Singh di Jaipur. Mentre il governo locale del Rajasthan ha ordinato un'indagine sull'incidente devastante, i familiari dei pazienti deceduti hanno denunciato falle nei sistemi di sicurezza e la mancanza di attrezzature adeguate per spegnere le fiamme che hanno causato le vittime.
INDONESIA
È salito ad almeno 50 morti il bilancio delle vittime del crollo della scuola islamica Al Khoziny, avvenuto ormai qualche giorno fa nella città indonesiana di Sidoarjo, nella provincia di Giava Orientale in Indonesia. Utilizzando escavatori, i soccorritori hanno rimosso l’80% delle macerie nella tarda serata di ieri, ritrovando resti delle vittime, principalmente adolescenti. Le operazioni di soccorso dovrebbero concludersi entro oggi, con ancora 13 dispersi da cercare.
RUSSIA
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato la risoluzione per la creazione di una piattaforma di dialogo con “le forze democratiche russe in esilio”, un progetto ispirato da Vladimir Kara-Murza e altri oppositori russi all’estero, che lo considerano un “evento storico” che rende i russi presenti insieme agli oppositori bielorussi nelle istituzioni europee, nonostante le divergenze con il gruppo di Naval’nyj e altri, anche ucraini ed estoni.
ARMENIA-AZERBAIGIAN
È giunto in Armenia un gruppo di rappresentanti del servizio doganale e di frontiera degli Usa, che si fermerà fino all’11 ottobre per lavorare con i colleghi armeni nella valutazione delle possibilità e individuazione delle zone che necessitano di miglioramenti per rendere effettiva la praticabilità del “Corridoio di Trump” tra l’Azerbaigian e il Nakhičevan, e gli itinerari ad esso collegati, calcolando gli investimenti necessari per garantire la sicurezza dei confini, come da accordi sottoscritti nel memorandum di Washington tra Erevan e Baku l’8 agosto.