02/10/2025, 14.05
SIRIA
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Nella ‘nuova Siria’ di a-Sharaa altri tre cristiani uccisi a colpi di pistola

L’omicidio è avvenuto ieri nel villaggio di Anaz, periferia occidentale di Homs. Gli assalitori, in moto, hanno esploso almeno 30 proiettili per poi far perdere le loro tracce. Ignota la matrice del gesto. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani una delle vittime era stata citata in giudizio, ma scagionata per mancanza di prove, da persone del villaggio di Al-Hosn dove si sono rifugiati gli autori dell’omicidio. 

Homs (AsiaNews) - Uomini armati non identificati hanno aperto il fuoco contro tre cristiani nella provincia di Homs, nel centro della Siria, uccidendoli. Lo riferisce Murhaf al-Naasan, capo delle forze di sicurezza del governo di transizione siriano nell’area, secondo il quale gli omicidi sono avvenuti ieri e le vittime sarebbero tre giovani della zona. L’attacco armato è avvenuto nel villaggio di Anaz, Wadi al-Nasara (Valle dei Cristiani), a ovest di Homs; dopo aver colpito gli assalitori hanno fatto perdere le loro tracce e non vi sono nemmeno dettagli sulla matrice dell’assalto.

Secondo quanto riportano i media locali rilanciando racconti di testimoni della zona le vittime, tre membri della comunità cristiana, sono state uccise a colpi di arma da fuoco davanti all’ufficio del Mukhtar (il capo-villaggio), da uomini armati in sella a una motocicletta. L’esecuzione a sangue freddo ha scatenato l’ira e tensione diffuse in tutta Wadi al-Nasara, una zona a maggioranza cristiana nota per la sua stabilità durante il conflitto siriano perdurante da anni.

In risposta agli omicidi, i funzionari politici della zona hanno annunciato il ritiro di tutti i loro candidati dalle prossime elezioni parlamentari e hanno dichiarato il boicottaggio del processo elettorale più volte slittato, ma che dovrebbe tenersi il prossimo 5 ottobre. Inoltre, le scuole sono state sospese e molti residenti si sono astenuti dal presentarsi al lavoro per protesta.

Nell’area si respira da tempo un clima di tensione, come emerge da alcuni incidenti occorsi anche di recente. Uno di questi ha coinvolto suo malgrado il presule siro-cattolico p. Michel Naaman, assalito e derubato con pistole puntate alla tempia all’estero della propria abitazione. Fra gli oggetti prelevati anche la croce in oro.

Commentando l’uccisione dei tre giovani cristiani Al-Naasan ha affermato che “le autorità competenti hanno immediatamente adottato misure per isolare la zona, dare la caccia agli aggressori e lavorare per arrestarli e assicurarli alla giustizia”. Il capo delle forze di sicurezza ha quindi invitato i residenti alla calma ed evitare di rispondere a voci o provocazioni, sottolineando che sono in corso indagini per determinare le circostanze dell'attacco e identificare i responsabili. Uno degli scopi delle uccisioni, a suo dire, sarebbe quello di destabilizzare il quadro, intralciare il processo di rinascita del Paese sotto la guida del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa e (degli ex miliziani) Hts, oltre a seminare il terrore tra i residenti e influenzare le elezioni parlamentari.

Sempre in riferimento all’omicidio dei cristiani nel villaggio di Anaz, l’Osservatorio siriano per i diritti umani - ong con base nel Regno Unito e una fitta rete di informatori sul territorio, che per anni ha raccontato le brutalità della guerra - parla di almeno 30 proiettili esplosi. Per il Sohr l’obiettivo dell’attacco sarebbe stato un gruppetto di persone riunite nel luogo in cui è avvenuta l’uccisione e i killer sono poi fuggiti in direzione del villaggio di Al-Hosn attraverso la strada Al-Dabbaghah. Una delle vittime sarebbe apparsa davanti a un giudice due giorni prima per una causa intentata nei suoi riguardi da persone del villaggio di Al-Hosn, ma il tribunale lo ha rilasciato perché le accuse si sarebbero rivelate prive di fondamento. 

In segno di protesta, i gruppi locali di Wadi Al-Nasara da cui provenivano i due giovani hanno indetto uno sciopero generale in solidarietà con le famiglie delle vittime e per condannare l’ondata di violenze in atto. L’Osservatorio ha documentato la morte di 1.070 persone, tra cui 32 donne e 21 bambini, in crimini di omicidio ed eliminazioni a sangue freddo che sono oggetto di azioni di ritorsione in diverse province siriane dall’inizio del 2025. Una lunga scia di sangue che mostra quanto sia ancora instabile (vedi le violenze contro gli alawiti, i drusi e gli stessi cristiani) la “nuova” Siria targata al-Sharaa.

Il capo delle milizie di Hay’at Tahrir al-Sham (Hts) oggi al potere dopo il crollo del regime di Bashar al-Assad, intervenuto nei giorni scorsi all’Onu, è un ex leader di al-Qaeda sul quale, un tempo, pendeva una taglia da 10 milioni di dollari. Tuttavia, nei mesi scorsi ha ottenuto una piena legittimazione dalla Casa Bianca, durante un incontro a Riyadh col presidente Donald Trump; inoltre, nell’ultimo periodo, sta trattando un accordo con Israele pur faticando a mantenere la promessa di elezioni legislative, slittate anche di recente. Ciononostante, l’ideale di una nazione “sicura, stabile e unificata” è ancora ben lontano dal realizzarsi. 

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