28/07/2020, 12.55
SRI LANKA
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Colombo, costruire un percorso per la riconciliazione nazionale

di Melani Manel Perera

A 37 anni dallo scoppio del conflitto tra l’esercito e le Tigri tamil, e in vista delle elezioni del 5 agosto, il Consiglio nazionale per la pace chiede unità tra le diverse anime del Paese. Raggiungere un futuro condiviso e una convivenza pacifica. Favorire la devoluzione del potere nel rispetto della società pluralista srilankese.

Colombo (Asia News) – In vista delle elezioni generali del 5 agosto, il Consiglio nazionale per la pace (Cnp) ha invitato tutti i candidati, i loro partiti e gli elettori a costruire un percorso di riconciliazione nazionale basato sulla comprensione reciproca, sulla fiducia e sulla giustizia.

“Indipendentemente da chi vincerà le prossime elezioni – dichiara il Cnp – il Paese deve rimanere unito, altrimenti tutti perderemo. A 37 anni dal ‘luglio nero’, questa è una sfida continua”.

Il riferimento del Cnp, che lavora a una soluzione politica del conflitto etnico in Sri Lanka, è al 23 luglio del 1983, quando un commando delle Tigri per la liberazione della patria Tamil uccise 13 soldati dell’esercito. In risposta, gruppi appartenenti alla maggioranza singalese scatenarono un pogrom contro la minoranza tamil. La guerra civile si protrasse fino al 2009, quando le Forze armate sconfissero i ribelli.

Per il Cnp, alla base del conflitto – e della mancata riconciliazione – vi è il divario politico, sociale ed economico tra singalesi e tamil: “Il Paese ha sofferto a lungo per la nostra incapacità di unificare e connettere tutti i cittadini in un quadro di governance che tutti possono concordare. Questo mese di luglio dovrebbe diventare un momento di introspezione in cui la nazione riflette sulle nostre divisioni e su come raggiungere un futuro condiviso e una convivenza pacifica”.

Secondo gli attivisti del Cnp, i valori su cui rifondare le strutture di governo sono quelli che garantiscono pari diritti, pari opportunità e pari protezione davanti alla legge. “Conservando la nostra società pluralistica, multietnica e multi-religiosa – essi aggiungono – vi è anche la necessità di assicurare la devoluzione del potere, in modo che le minoranze etniche e religiose possano sentirsi al sicuro e guardare con fiducia al futuro”.

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