01/04/2014, 00.00
COREA DEL SUD
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Corea, vescovo di Cheju: L'inverno demografico è un disastro nazionale, il governo deve intervenire

Il presidente della Conferenza episcopale coreana, mons. Pietro Kang U-il, commenta ad AsiaNews gli ultimi, disastrosi dati sul calo delle nascite: "Sono il frutto di politiche governative sbagliate e portate avanti per decenni. Abbiamo urgente bisogno di una campagna nazionale a favore delle nascite e di uno sforzo continuo, altrimenti il Paese non sarà più in grado di svilupparsi".

Cheju (AsiaNews) - L'inverno demografico che ha avvolto la Corea "è stato provocato dalle politiche dei governi che si sono susseguiti negli anni. E ora, grazie al controllo artificiale delle nascite che è stato imposto per decenni, siamo finiti in un disastro nazionale". È il giudizio rilasciato ad AsiaNews da mons. Pietro Kang U-il, vescovo di Cheju e presidente della Conferenza episcopale coreana, sui dati relativi al continuo calo delle nascite nel Paese.

La questione è serissima. La Corea del Sud ha uno dei tassi di natalità più bassi al mondo (si attesta intorno all'1,05%), e i numeri confermano che le nascite continuano a calare. Secondo l'Ufficio nazionale di Statistica, il trend è negativo da 13 mesi consecutivi e continua a scendere.

Per mons. Kang "moltissimi coreani oramai si sono resi conto di quanto sia serio questo problema. Per ottenere un tasso di natalità che renda possibile la sopravvivenza della società, abbiamo urgente bisogno di una campagna a livello nazionale a favore delle nascite e di uno sforzo continuo da parte del governo. Altrimenti il risultato è scontato: la Corea non sarà più in grado di mantenere il proprio sviluppo nei diversi ambiti della vita".

La previsione del presule è condivisa, per la prima volta dopo decenni, anche da un organismo governativo. Nel luglio del 2012, infatti, l'Istituto coreano per la Salute e gli affari sociali ha ammesso il problema e ha chiesto al governo di intervenire con politiche a sostegno della famiglia. Secondo gli analisti "troppe persone evitano il matrimonio e l'idea di fare figli. Il governo deve mettere in atto un nuovo sistema che fornisca assistenza sanitaria e assicurazioni a coloro che decidono di mettere su famiglia. Serve inoltre un cambiamento della mentalità comune, forse il fattore più preoccupante". L'appello è stato rilanciato nei giorni scorsi dallo stesso Istituto, a commento dei dati statistici appena rilasciati. 

La Chiesa cattolica sudcoreana è da sempre in prima fila nella battaglia per la vita. Ispirata dalla testimonianza del defunto cardinal Kim, che ha posto il problema al primo posto della pastorale dei vescovi nazionali, la comunità cattolica promuove attività di sensibilizzazione, programmi di sostegno alle famiglie e manifestazioni contro le politiche fiscali che di fatto penalizzano i nuclei familiari numerosi. Per il 2014, la Chiesa ha lanciato una "Quaresima di preghiera per la vita", ovvero una catena di rosari recitati con l'intenzione che venga abolita la Legge sulla salute della madre e del bambino (che di fatto promuove l'aborto). 

 

 

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