Da Tokyo a Seoul, la ‘diplomazia trumpiana’ fra dazi e spese militari
Il leader della Casa Bianca ha incontrato oggi il presidente sud-coreano alla vigilia del vertice Apec, siglando un accordo su auto, acciaio e investimenti. Ieri l’intesa con la premier giapponese Sanae Takaichi, criticata dall'Asahi Shimbun per l'eccessiva accondiscendenza. Domani l’atteso incontro fra Trump e Xi a Busan. Il leader cinese avrà anche un bilaterale con il capo del governo di Tokyo.
Seoul (AsiaNews) - Il viaggio del presidente americano Donald Trump in Asia registrerà domani l’evento forse più atteso, per l’incontro - confermato oggi per la prima volta dalla diplomazia di Pechino - a Busan con l’omologo cinese Xi Jinping. Un evento atteso per i molti temi in agenda: la guerra dei dazi, lanciata dall’inquilino della Casa Bianca all’indomani della nuova vittoria alle elezioni e il conflitto in Ucraina, col Tycoon Usa che cerca sponde nel dragone, nel tentativo di frenare il leader russo Vladimir Putin, mentre appare meno centrale la questione Taiwan. Tuttavia, la missione del presidente - prima tappa il 47mo summit Asean, per suggellare la “tregua” fra Thailandia e Cambogia - ha già fornito diversi elementi di interesse nella tappa giapponese, dove ha incontrato la neo-premier Sanae Takaichi, e quella odierna in Corea del sud. Di contro, non vi sarà alcun faccia a faccia con Kim Jong-un perché, come ha detto lo stesso Trump, non vi sono stati i “tempi” per prepararlo, pur non escludendo un appuntamento in futuro, perché “andiamo molto d’accordo” ha aggiunto, descrivendo il rapporto col dittatore nord-coreano.
Di certo le giornate asiatiche sono fitte di impegni e di temi, a partire dalla giornata di oggi in cui lo stesso Trump ha annunciato il raggiungimento di un accordo con Seoul per sbloccare la crisi sui dazi e aprire una nuova fase dei commerci bilaterali fra le due nazioni. “L’abbiamo fatto, l’abbiamo fatto. Abbiamo raggiunto un accordo” ha risposto l’inquilino della Casa Bianca ai cronisti, prima della cena offerta dal padrone di casa sud-coreano Lee Jae Myung a Gyeongju dove, dal 31 ottobre al 1 novembre, si terrà il forum Apec 2025. Un annuncio che ha fatto subito aumentare il valore della moneta locale (won) sul dollaro, facendo segnare una crescita dello 0,54%.
I produttori sudcoreani di automobili e acciaio hanno temuto a lungo di dover sottostare a dazi del 25% rispetto al 15% concordato a luglio, con un evidente svantaggio sui competitor giapponesi dopo che, nei giorni scorsi, il governo di Tokyo aveva strappato il 15% a Washington. Alla vigilia vi erano peraltro diversi nodi irrisolti, come il solco “profondo” sulla parte in contanti di un pacchetto di investimenti da 350 miliardi di dollari, con Seoul che cercava di ridurlo aumentando al contempo la quota di prestiti e garanzie. Trump e Lee hanno convenuto che Seoul può dividere il suo fondo di investimento in 200 miliardi di dollari in contanti da pagare a rate, con un tetto a 20 miliardi di dollari all’anno. Gli altri 150 miliardi di dollari saranno spesi in investimenti nella costruzione navale, che Washington vuole ripristinare con la partnership sud-coreana.
La conferma di un clima disteso emerge anche dall’accoglienza con tutti gli onori e il dono simbolico del leader sud-coreano, una replica della corona d’oro dei sovrani di Silla, antica dinastia che ha governato per gran parte del primo millennio la penisola coreana. In risposta, lo stesso Trump ha invitato Lee a Washington per una visita ufficiale negli Stati Uniti, oltre ad essersi assicurato da Seoul la promessa di aumentare la spesa militare. Al riguardo, da settimane il presidente sud-coreano ha annunciato di voler innalzare il budget dell’8,2% su base annua entro il 2026, in linea con le richieste della Casa Bianca.
Da Kuala Lumpur a Tokyo, da Busan a Pechino passando per Gyeongju, che ospiterà il prestigioso incontro economico intergovernativo che riunisce 21 economie dell’Asia-Pacifico, sono giornate intense per l’economia, la diplomazia e i commerci globali. Ieri Trump aveva incontrato in Giappone la neo-premier Sanae Takaichi, per la quale è previsto il 31 ottobre un bilaterale anche col leader cinese Xi Jinping a margine del vertice Apec. In un editoriale dell’Asahi Shimbun si ricorda come il viaggio del leader americano giunga a oltre 50 anni dalla prima visita di un presidente Usa in Giappone dalla fine della Seconda guerra mondiale e dalla duplice esplosione della bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki.
Da Gerald Ford nel 1974 a Trump oggi, scrive il quotidiano nipponico, “è passato mezzo secolo” ma lo stesso “squilibrio nelle relazioni tra Giappone e Stati Uniti esiste ancora oggi”. “È vero che il Giappone si trova in una posizione di debolezza. Ma vi è sicuramente qualcosa di strano - prosegue il quotidiano del Sol Levante - in una relazione diplomatica in cui sembra sempre cercare disperatamente di non offendere il presidente, assicurandosi di gratificare il suo ego affinché non avanzi richieste irragionevoli”. Chiedendosi cosa renda “così cruciale” il rapporto di Tokyo con Washington e pur ammettendo le “molte cose” che garantiscono gli Stati Uniti, essi restano pur sempre “il più grande bullo del mondo di oggi”. Per il giornale l’incontro fra Trump e Takaichi “ha messo alla prova” le “abilità” del capo del governo, nell’ambito di rapporti con una “superpotenza” che sta diventando “sempre più egocentrica”. Da qui l’invito a “fermarci e fare il punto su ciò che guadagneremo o perderemo”, valutando l’ipotesi di “smetterla di adulare e lusingare” Washington “sfoggiando tappeti rossi”, esercitando una “diplomazia legittima con compostezza e dignità”.
“Siamo un alleato di primissimo livello”, ha esclamato Trump nelle prime fasi dell’incontro con la premier giapponese. Secondo una dichiarazione comune dei due leader, Tokyo e Washington “faranno passi verso un nuovo periodo d’oro” nel novero di un’alleanza “sempre più forte”. Per la la Casa Bianca, il capo del governo di Tokyo ha espresso l’intenzione di raccomandare Trump per il Nobel per la pace, obiettivo diventato ossessione per il presidente americano, il quale ha parlato di “rapporto privilegiato. Se ha bisogno di qualcosa, se posso aiutarla, noi ci saremo” ha promesso il Tycoon. Nel frattempo i due Paesi hanno firmato un accordo quadro per “garantire” le forniture di terre rare e minerali critici, attraverso una stretta cooperazione e aiuti finanziari. Sul fronte militare, in risposta alle pressioni di Washington, la premier Takaichi ha annunciato un aumento della spesa per la difesa al 2% del Pil (Prodotto interno lordo) già dall’anno fiscale in corso, anticipando di in questo modo di due anni il programma originale.
08/09/2021 08:50
08/06/2018 11:44




