14/03/2014, 00.00
SIRIA
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Damasco annuncia una nuova legge elettorale, respinta da opposizioni e mediatori internazionali

Per la prima volta possibili più candidature per la presidenza della Repubblica, ma con condizioni che escludono le opposizioni. L'Alto commissariato per i rifugiati denuncia una situazione insostenibile. "Il Libano è già il Paese che, nella storia moderna, conta il maggior numero di rifugiati in rapporto al numero degli abitanti". Essi rappresentano, secondo l'HCR, quasi il 20% dell'intera popolazione.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il Parlamento siriano ha approvato ieri una nuova legge elettorale che è stata già respinta dalle opposizioni e mediatori internazionali. La nuova legge da un lato prevede, per la prima volta, la possibilità di candidature diverse alla carica di presidente della Repubblica, ma dall'altra pone condizioni che, di fatto, escludono la possibilità che esponenti dell'opposizione possano candidarsi, in quanto esige la permanenza nel Paese negli ultimi 10 anni.

La legge prevede infatti che il candidato deve "avere più di 40 anni, essere siriano, di genitori siriani, non condannato per un crimine... non sposato con un non siriano", "deve aver vissuto nella Repubblica araba siriana per 10 anni consecutivi, prima di poter presentare la sua candidatura e non deve avere un'altra nazionalità oltre a quella siriana".

Damasco non ha annunciato le elezioni presidenziali, ma esse dovrebbero svolgersi tra 60 e 90 giorni prima della fine del mandato di Bashar al-Assad, che scade il 17 luglio.

"Se ci fosse una votazione - ha detto in proposito l'inviato dell'Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi - ho il sospetto che l'opposizione, tutte le opposizioni, non sarebbero probabilmente interessate a parlare con il governo".

L'ultima volta che si è votato in Siria è stato nel 2012 per un referendum di approvazione della nuova Costituzione che introduceva il pluralismo, un voto che le opposizioni definirono "una barzelletta".

E ora viene contestata l'idea di andare al voto mentre continua una guerra che ha provocato 140mila morti e oltre tre milioni di profughi.

In proposito, l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati (HCR), Antonio Guterres, ha definito "inaccettabile che una catastrofe umanitaria di tale ampiezza posso avvenire sotto i nostri occhi senza la minima indicazione di un qualunque progresso per arrestare questo bagno di sangue".

Riferendosi in particolare ai rifugiati e alla situazione del Libano, l'Alto commissariato ha evidenziato che il Paese dei cedri accoglie quasi un milione di rifugiati, che diverranno 1,6 milioni entro la fine dell'anno. "Il Libano è già il Paese che, nella storia moderna, conta il maggior numero di rifugiati in rapporto al numero degli abitanti". Essi rappresentano, secondo l'HCR, quasi il 20% dell'intera popolazione. Come se gli Stati Uniti accogliessero 73 milioni di rifugiati o la Germania 19 milioni.

E, secondo l'Onu, altri 584mila siriani sono fuggiti in Giordania, 634mila in Turchia e 226mila in Iraq. "Immaginate - ha commentato Guterres - le devastanti conseguenze economiche e sociali di una simile crisi sul Libano e gli altri Paesi della regione".

Guterres ha notato che, a parte la Turchia, solo il 4% dei siriani ha trovato rifugio, per lo più illegalmente, in Europa e ha chiesto a Europa, America del Nord e Paesi asiatici del Pacifico di accogliere almeno 30mila rifugiati quest'anno e 100mila di più nel 2015 e 2016.

 

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