Dhaka, l'appello del Forum per i popoli indigeni: 'Il governo è sordo alle nostre richieste'
Durante la Giornata internazionale dei popoli indigeni, alcuni leader cristiani hanno denunciato esclusione e discriminazioni e hanno rinnovato una serie di richieste al governo, tra cui il riconoscimento costituzionale, l’attuazione dell’Accordo di pace delle Colline di Chittagong e l’istituzione di una commissione per la terra.
Dhaka (AsiaNews) – Le comunità indigene del Bangladesh continuano ad affrontare un futuro segnato da incertezza e paura. A denunciarlo sono stati i leader del Forum dei popoli indigeni del Bangladesh, riuniti il 9 agosto al Central Shaheed Minar di Dhaka per celebrare la Giornata internazionale dei popoli indigeni. Nonostante la presenza di alcuni attivisti per i diritti umani nel governo provvisorio, le loro voci rimangono perlopiù inascoltate nelle decisioni cruciali, denuncia l’organizzazione.
L'incontro è stato presieduto da Ajay A. Mree, vicepresidente cattolico del Forum. Durante l'evento, gli oratori hanno lanciato un appello al governo per il riconoscimento costituzionale delle popolazioni indigene, per la piena attuazione dell'Accordo di pace delle Colline di Chittagong e per l'istituzione di una commissione e un ministero per la terra.
"Se una persona indigena è rattristata, se la sua terra viene sottratta, se le sue donne sono umiliate... allora il Paese dovrebbe provare dolore e vergogna", ha detto Sanjeeb Drong, cattolico e segretario generale del Forum, aggiungendo di sognare un Bangladesh che condivida questo dolore.
Molte persone indigene sono costrette a migrare a causa di oppressione, privazioni e discriminazione costanti. Drong ha sottolineato l'importanza della Giornata dei popoli indigeni, criticando il fatto che in Bangladesh queste comunità rimangono trascurate: il Paese non osserva la giornata a livello nazionale da 30 anni.
Ha anche sottolineato come le comunità indigene stiano scomparendo in molti Paesi e la loro esistenza sia minacciata. In tutto il mondo, tuttavia, organizzazioni e individui utilizzano tecnologie moderne, compresa l'intelligenza artificiale, per lottare per i diritti alla terra e la sopravvivenza degli indigeni. Questi sforzi, ha aggiunto Drong, ispirano la lotta locale in Bangladesh.
Nonostante l'esistenza di varie commissioni nel Paese, non è stata ancora istituita una commissione per proteggere il diritto alla terra dei popoli indigeni. Kajal Debnath, membro del Consiglio per l'unità di indù, buddisti e cristiani del Bangladesh, ha criticato il processo di riforma del governo, definendo "profondamente deplorevole" che il 10% della popolazione, composto da minoranze religiose ed etniche, venga escluso dalle riforme nazionali.
L'attivista per i diritti umani Khushi Kabir, coordinatrice di Nijera Kori, ha condannato il rifiuto dello Stato di riconoscere l'identità indigena. "Lo Stato continua a sostenere falsamente che in Bangladesh non esistono popolazioni indigene", ha detto, aggiungendo che a causa della "mancanza di volontà politica, il riconoscimento costituzionale rimane irraggiungibile e lo Stato continua a negare la loro esistenza".
Manindra Kumar Nath, segretario generale ad interim del Consiglio per l'unità, ha detto che in Bangladesh anche il termine "indigeno" è un tabù. Dalle Colline di Chittagong a Gaibandha, le minoranze indigene e religiose subiscono persecuzioni incessanti, e ha attribuito ciò alla mentalità di tipo confessionale dello Stato.
In Bangladesh vivono circa 50 comunità indigene, per un totale di circa 4 milioni di persone. Molte appartengono a minoranze religiose, con un numero significativo di cristiani.
10/08/2017 13:09