Economia asiatica presto la metà di quella mondiale
Ma in India e Cina, i due giganti economici, vi sono ancora enormi sacche di povertà
Singapore (AsiaNews/AP) L'economia asiatica costituisce oggi un terzo di quella globale, ma presto potrebbe diventarne la metà, in conseguenza del boom di India e Cina. A fare questa previsione oggi è stato Gorge Yeo, ministro del commercio e dell'industria di Singapore, durante una visita a Shanghai.
"Asia orientale, India e sud-est asiatico insieme ospitano la metà della popolazione mondiale e potrebbero assorbire la metà dell'economia mondiale in pochi decenni". Su questo tema, è stata pubblicata una relazione a Singapore. Durante una conferenza nella capitale cinese del commercio, il ministro di Singapore ha detto che "la Cina sta per tornare la più grande economia del mondo, come è stato in gran parte della storia umana".
Nel primo trimestre del 2004, la crescita economica cinese ha raggiunto il 9,8% annuo, ma le autorità cinesi tentano di ridurlo per paura che possa esplodere.
Lo scorso maggio, la banca centrale dell'India ha previsto che nel corso del 2004 e fino a marzo 2005, l'economia indiana crescerà tra il 6,5% e il 7%, in conseguenza della crescita economica, stimata all'8,1% per l'anno scorso.
"Tutta l'Asia è in ascesa. La crescita dell'India è molto promettente. Negli ultimi 6 mesi, essa ha iniziato a competere con quella cinese", ha detto Yeo.
Il ministro ha evidenziato che però il quadro della regione potrebbe essere offuscato se esplodono le tensioni militari nello Stretto di Taiwan o scoppia un conflitto nella penisola coreana, ma ha aggiunto che questi potenziali conflitti possono essere "gestiti".
"Gli Stati Uniti rimangono la potenza militare dominante, ma assistiamo sempre di più alla formazione di un mondo multipolare, dove Europa, Russia, Cina, India, Brasile e Sudafrica diventano centri di potere globale o regionale".
Nel continente asiatico una abissale povertà continua a convivere con la nuova ricchezza e il benessere economico, come è evidenziato dai dati dello Human Development Report 2003, curato dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp). Prendendo i casi di India e Cina, ancora oggi una gran parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà e non ha accesso ai servizi essenziali. Tra il 1990 e il 2001, in India il 34,7% della popolazione viveva con meno di 1 dollaro al giorno e il 79,9% con meno di 2 dollari al giorno. Viveva con meno di un dollaro al giorno il 16,1% dei cinesi e con meno di 2 dollari al giorno il 47,3%. Tra il 1998 e il 2000, il 24% degli indiani e il 9% dei cinesi era malnutrito. Tra il 1995 e il 2001, il 10% dei bambini cinesi e il 47% di quelli indiani al di sotto dei 5 anni era sottopeso. Nel 2000, il 25% della popolazione cinese (di cui il 34% di quella rurale) non aveva accesso all'acqua potabile; per l'India le cifre diventano rispettivamente 16% e 21%. Il 60% della popolazione cinese e il 72% di quella indiana non aveva accesso ad adeguati sistemi sanitari. Nel 2001, su 1000 nati vivi, il tasso di mortalità infantile in Cina era di 31, in India di 67, quella al di sotto dei 5 anni di 39 in Cina e 93 in India.
Secondo alcuni esperti dell'Onu, la crescita economica non è l'unico segnale da guardare per misurare lo sviluppo di un'area. È invece sempre più urgente un criterio che affronti in modo specifico la povertà dei popoli. (MR)
10/01/2005