03/01/2019, 11.40
EMIRATI - ASIA
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Emirati: fra diplomazia, guerra e pallone al via la 17ma edizione della Coppa d’Asia

In calendario sfide coem Iran-Iraq e Arabia Saudita-Qatar che uniscono calcio e politica. Esordio assoluto alla rassegna continentale per Kirghizistan, Filippine e Yemen. Partecipazione in tono minore per la Cina, che fatica ad affermarsi nel panorama calcistico internazionale nonostante i miliardi. 

Abu Dhabi (AsiaNews) - Con la partita inaugurale, in programma sabato 5 gennaio alle 17 ora locale fra i padroni di casa degli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain, si aprirà la 17ma edizione della Coppa d’Asia, la massima rassegna calcistica del continente più popoloso al mondo. La corsa all’Australia, nazione ospitante e campione in carica nel 2015 contro la Corea del Sud, si concluderà il primo febbraio con la finale in programma allo stadio Sheikh Zayed di Abu Dhabi. Fra politica e pallone, la competizione offrirà diverse sfide dall’alto valore sportivo (e politico): fra le altre vi sono Arabia Saudita e Qatar (da oltre un anno protagoniste di una grave crisi diplomatica e istituzionale) il 17 gennaio e, il giorno precedente, il match che vede opposti Iran e Iraq. 

Per la prima volta nella storia, alla Coppa d’Asia partecipano 24 nazioni rispetto alle classiche 16 delle edizioni passate. Le squadre partecipanti sono suddivise in sei gironi da quattro ciascuna: le prime due di ogni gruppo avranno accesso agli ottavi di finale, cui si aggiungono le quattro migliori terze classificate per la seconda fase a eliminazione diretta. Fra le compagini presenti destano particolare curiosità lo Yemen, nazione dilaniata dalla guerra e teatro della peggior crisi umanitaria del nuovo millennio, la Siria - che ha mancato di poco l’accesso agli ultimi mondiali - e le Filippine. 

Gli Emirati ospitano per la seconda volta il torneo, dopo la prima assoluta nel 1996 quando la compagine locale è arrivata in finale a dispetto dei pronostici. Otto gli impianti nei quali si gioca, tutti moderni e tecnologici, già usati nell’ultimo biennio per le fasi finali della Coppa del mondo per club. Alla 17ma edizione partecipano tutte le big del calcio continentale, fra cui la favorita Iran, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e l’Arabia Saudita. Tre le esordienti assolute: Kirghizistan, Filippine e Yemen. Da segnalare anche il ritorno del Libano, dopo diversi anni di assenza così come il Vietnam e la Thailandia. 

Un tempo il calcio asiatico era dominato da Corea del Sud e Australia; tuttavia, l’ultima edizione dei mondiali di Russia 2018 ha portato alla ribalta realtà come Giappone e Iran, la novità del calcio continentale arrivata a un passo dalla qualificazione in un girone di ferro con Spagna e Portogallo. Desta curiosità la presenza della Siria, come lo Yemen teatro per anni di un terribile conflitto ma che, grazie al pallone, ha trovato una piattaforma di rilancio sul piano internazionale. 

Dopo anni di investimenti miliardari e di ingaggi faraonici di calciatori stranieri, la Cina del mister campione del mondo Marcello Lippi si presenta in tono minore alla rassegna e con il calciatore più anziano (il 38enne Zheng Zhi) di tutta la competizione. Proprio l’acquisto di giocatori europei e sudamericani - spesso a fine carriera - ha di fatto bloccato la crescita di giovani calciatori cinesi e interrotto un percorso di sviluppo che, in passato, vedeva nel calcio un elemento di affermazione così come avvenuto già in molti altri sport. 

Restano infine molte incognite sulla effettiva attenzione del pubblico e degli spettatori negli Emirati, il Paese ospitante; a dispetto degli investimento e della enorme mole di denaro investita - con il rischio di scommesse illegali sempre dietro l’angolo in queste occasioni - infatti, l’atmosfera sembra ben lontana dall’evento delle grandi occasioni e la vendita dei biglietti rischia di trasformarsi in un mezzo flop.

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