01/03/2022, 09.34
TURCHIA-RUSSIA
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Erdogan chiude gli Stretti (ma le navi russe sono già passate)

di Marta Ottaviani

La Turchia ha scelto di applicare il trattato di Montreaux ma quando parla di "integrità territoriale" dell'Ucraina pensa anche alla questione curda. Il conflitto tra Mosca e Kiev è un grosso problema economico interno per Ankara che si era offerta come sede per il negoziato. Putin ha invece preferito la Bielorussia per evitare di avere prezzi da pagare a Erdogan.

Milano (AsiaNews) - Un gesto doveroso, a costo quasi zero, che arriva (quasi) fuori tempo massimo. Dopo una riunione dell’Unità di crisi nazionale, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che la Turchia si avvarrà del Trattato di Montreux, con il quale, in pratica può vietare il transito di navi civili o militari dal Bosforo. Il provvedimento è stato preso contro le imbarcazioni russe, per evitare un aumento della pressione nei confronti dell’Ucraina.

"Teniamo conto dei nostri interessi nazionali – ha spiegato Erdogan – ma non trascuriamo gli equilibri regionali e globali". Parole destinate, sulla carta, a irritare il Cremlino, insieme con quelle che sono arrivate subito dopo. Il presidente ha affermato infatti che la Turchia "è favorevole all’integrità territoriale dell’Ucraina" e di "apprezzare la lotta del popolo ucraino". Ma le parole di Erdogan vanno sempre riportate anche al contesto nazionale, quindi sostanzialmente in chiave anti curda.

Almeno a parole Ankara sembra dunque avere preso, pur con molta calma, una posizione chiara all’interno di questo conflitto. E di sicuro, quella di applicare il Trattato di Montreux, è una decisione che la Turchia si sarebbe risparmiata molto volentieri. La Mezzaluna è uno dei principali alleati e partner commerciali della Russia. Con Mosca, Ankara è presente, seppure non sempre in modo complementare, in diversi teatri internazionali: la Siria, la Libia, il Caucaso e l’Asia Centrale, solo per citare i principali. Ma la Turchia intrattiene ottimi rapporti commerciali anche con l’Ucraina, alla quale il presidente ha venduto anche i micidiali droni prodotti dalla Bayraktar, l’azienda di suo genero. Il perdurare di questo conflitto, per Erdogan, è quindi in primo luogo un grattacapo economico che arriva in un momento in cui l’economia nazionale è in una condizione particolarmente critica.

Vanno poi sottolineati due aspetti. Il primo è che Ankara non poteva procrastinare oltre questa decisione. La Turchia rimane pur sempre il secondo esercito (numerico) della Nato. E al Patto Atlantico negli ultimi anni ha fatto venire più di un mal di pancia proprio per i suoi rapporti con la Russia, che sono culminati anche in accordi militari, nello specifico la fornitura del sistema missilistico S-400, molto simile a quello che la Russia ha schierato sul territorio bielorusso. Se Erdogan avesse continuato a fare passare navi russe, che nelle ultime settimane sono comunque transitati senza problemi e in quantità, sarebbe facilmente incorso nelle ire di Bruxelles. Un inconveniente che il presidente ha preferito evitarsi (almeno questo).

La decisione, però, va anche intesa come un messaggio a Mosca. In primo luogo, non è certo arrivata a sorpresa. Due giorni fa, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu ha chiamato l’omologo Sergeij Lavrov e ci sono tutti i motivi per ritenere che fosse una telefonata di avvertimento. In secondo luogo, Ankara ha cercato fino all’ultimo di ospitare la mediazione fra la Russia e l’Ucraina. Ma Putin ha preferito la Bielorussia di Lukashenko per due motivi. Il primo è che si tratta di un territorio maggiormente controllabile. Il secondo, è che è a costo zero. Il presidente russo non avrebbe mai potuto concedere un vantaggio del genere alla Turchia. Ospitare le trattative per Ankara avrebbe significato, infatti, un aumento di prestigio a livello internazionale e soprattutto prima o poi avrebbe chiesto qualcosa in cambio a Mosca, per esempio una presenza militare nel Caucaso.

Per Putin molto meglio aver scelto la Bielorussia. Quanto al Bosforo chiuso, quello che doveva passare è passato. Ed Erdogan ancora una volta è riuscito a dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte.

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