01/08/2022, 08.42
TURCHIA-RUSSIA
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Erdogan visita l’amico Putin a Soči

di Vladimir Rozanskij

Al centro dell’incontro i dossier Ucraina e Siria. Fari puntati sul recente accordo tra ucraini e russi sul trasporto del grano, mediato da Ankara. Il ‘sultano’ turco difende lo ‘zar’ russo dalle critiche occidentali. Entrambi puntano a perpetuare il proprio potere.

Mosca (AsiaNews) – Per parlare della guerra in Ucraina, del trasporto del grano dal mar Nero, della situazione complessiva nella regione e di Siria, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan farà visita a Vladimir Putin nel suo ritiro estivo di Soči il prossimo 5 agosto.

L’incontro arriva quando non si sono ancora spenti gli echi del summit del 19 luglio a Teheran tra i due leader e quello iraniano. Il 22 luglio a Istanbul è stato anche presentato un dossier con le misure per il “trasporto sicuro dei cereali e altri prodotti dai porti dell’Ucraina”. A questo si aggiunge un memorandum sull’aiuto reciproco tra Turchia, Federazione russa e Segretariato delle Nazioni Unite per il sostegno alla diffusione dei prodotti alimentari russi e dei fertilizzanti sui mercati internazionali.

Sarebbe più logico, come fanno notare molti commentatori, che Erdogan programmasse una visita a Kiev, di cui è partner strategico e fornitore di armi, oltre a essere controllore del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli per evitare il passaggio delle navi russe. La Turchia del resto si propone come mediatrice tra i due Paesi in guerra, e i suoi contatti con Putin sembrano ottenere l’approvazione anche dei partner occidentali. La Turchia è anche un membro della Nato, e proprio grazie al suo consenso l’Alleanza ha potuto aggregare anche Svezia e Finlandia, che hanno promesso a Erdogan di smettere di sostenere i curdi.

Più volte Putin ha espresso sentimenti di rispetto e ammirazione per Erdogan, uno dei pochissimi leader al mondo a ricevere tali attenzioni. In qualche modo i due sono lo specchio l’uno dell’altro, e non mancano le situazioni in cui si confrontano direttamente per interessi contrapposti, come in Libia e in Siria.

Eppure la Turchia sta realizzando insieme alla Russia progetti di grande rilevanza, come la centrale elettrica nucleare di Akkuiu. Ankara vende poi armi e tecnologia anche a Mosca. Senza contare che il turismo turco prospera in buona parte grazie al flusso dei russi, e comunque la Turchia non applica le sanzioni contro i russi.

Intervistato in questi giorni dalla tv russa Tnt, Erdogan ha difeso Putin dalle critiche, affermando che “voi conoscete le relazioni dei politici occidentali nei confronti di Putin, è una cosa che non si fa in politica: quello che voi mostrate nei suoi confronti sarà quello che riceverete da lui… servono relazioni più amichevoli, se si vuole ottenere qualcosa”.

Il presidente turco è mosso anche da calcoli interni, dovendo affrontare appuntamenti elettorali che, a differenza della Russia, non sono affatto così scontati. Negli ultimi tempi il partito di Erdogan ha perso il controllo di diversi comuni nelle città principali, perfino nella stessa Istanbul. Se il sultano perdesse il suo potere quasi assoluto, il giorno dopo partirebbero inchieste, accuse e condanne.

Nel 2004, sull’onda di un grande slancio economico del Paese, Erdogan ha ottenuto il riconoscimento di “europeo dell’anno”; il suo incontro con Putin lascia però oggi perplessi sull’identità dell’Europa in generale. I due autocrati mirano alla conservazione e al consolidamento del proprio potere: il russo con la guerra e il turco con l’apparente “superiorità morale” sulle divisioni tra Oriente e Occidente.

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