19/02/2015, 00.00
PAKISTAN
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Faisalabad: da un anno decine di famiglie cristiane senza casa, minacciate da musulmani

di Shafique Khokhar
L’amministrazione di Samundari (Punjab) ha demolito le abitazioni con un atto arbitrario e unilaterale, senza avvisare gli inquilini. A presentare l’istanza di abbattimento per abusivismo un musulmano che nutre astio verso la minoranza locale. I cristiani chiedono rispetto e dignità.

Faisalabad (AsiaNews) - "Abbiamo vissuto qui per  25 anni, da quando l'allora vescovo (e martire) John Joseph ci ha assegnato questi terreni, dietro concessione governativa. Poi un giorno, all'improvviso, l'amministrazione municipale di Samundari ha demolito le nostre case, senza nemmeno avvisarci". È quanto racconta ad AsiaNews Fazal Masih un anziano cristiano della cittadina di Samundari - nel distretto di Faisalabad, provincia del Punjab - la cui abitazione è stata spazzata via lo scorso anno, per volontà del governo locale. Da mesi siamo costretti a vivere in alcuni terreni di fortuna "di proprietà di alcuni musulmani" della zona "e dei loro parenti", aggiunge l'uomo. "Una parte del nostro gruppo - lamenta - è costretto a vivere in tende. I nostri parenti hanno ricevuto minacce da parte di vicini musulmani". 

È una situazione disperata quella in cui versano decine di famiglie cristiane di Samundari, che hanno vissuto a lungo in 72 complessi abitativi della cittadina; a questi si sono aggiunti, negli ultimi anni, altre 13 case fabbricate su terreni limitrofi ad un ospedale governativo. Un nosocomio che non è mai stato operativo e che oggi è utilizzato come stalla e rifugio per animali. 

Asghar Ali Jutt, proprietario terriero musulmano, nutre da sempre un astio profondo verso i cristiani a causa della loro fede. A più riprese egli ha lanciato insulti e attacchi verso la comunità locale, minacciando di distruggere le loro case. È sua l'istanza presentata all'amministrazione cittadina, in cui affermava che le abitazioni cristiane erano abusive e andavano distrutte. In seguito al suo appello, lo scorso anno durante il periodo di Quaresima le autorità hanno distrutto le abitazioni, senza avvertire gli abitanti. 

Interpellato da AsiaNews Nusrat Bibi, uno degli abitanti delle case demolite, denuncia anche il furto di beni e proprietà. "Siamo costretti a vivere con i parenti - afferma - e a lavorare nei campi di proprietà dei musulmani, senza compenso. Siamo ancora vittime di minacce e molestie da parte dei musulmani". Dopo la distruzione delle case, aggiunge, "non abbiamo più nemmeno bagni o latrine" per questo "chiediamo che vengano ricostruite le case" e restituito "rispetto e dignità". 

Lo scorso 16 febbraio un attivista di South Asia Partnership Pakistan (Sap-Pk) e il leader cristiano Robin Daniel hanno compiuto un sopralluogo nella zona, per valutare di persona la situazione e manifestare solidarietà alle vittime. Entrambi hanno parlato di "comportamento barbaro" del governo locale "con i poveri cristiani", da oltre un anno senza casa. Della vicenda ha iniziato a interessarsi Khalil Tahir Sindhu, ministro provinciale per i Diritti umani e le minoranze, che ha scritto una lettera all'amministrazione cittadina chiedendo una soluzione al dramma dei cristiani. 

Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo e  seconda fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%).

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