26/04/2023, 10.57
GOLFO
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Golfo, il calo dei proventi del petrolio abbatte la crescita economica

A incidere l’aumento dei prezzi del greggio, legato al taglio della produzione imposto dai Paesi Opec+. Per Riyadh il dato dovrebbe attestarsi al 3,2% per il 2023, con un crollo rispetto all’8,7% dello scorso anno. Dati analoghi anche per gli Emirati che passano dal 7,6% al 3,7%. A pesare anche il dato dell’inflazione. 

Riyadh (AsiaNews) - Le economie dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) cresceranno a un ritmo molto più lento nel 2023 rispetto allo scorso anno, con un impatto consistente sulle entrate derivanti dalla vendita di petrolio e per i tagli alla produzione del greggio. Secondo uno studio elaborato dagli esperti della Reuters, pubblicato in questi giorni, a incidere maggiormente sono gli idrocarburi con un aumento dei prezzi dell’oro nero di circa il 20% rispetto al punto più basso toccato il 20 marzo scorso, con un costo di circa 70 dollari al barile. Una conseguenza in gran parte legata alla decisione delle nazioni esportatrici Opec+ di tagliare la produzione di circa 1,16 milioni di barili al giorno e per la riapertura della Cina. 

Inoltre, gli ulteriori guadagni saranno in gran parte condizionati nei prossimi mesi al rallentamento della domanda globale, una notizia tutt’altro che positiva per quelle economie dipendenti in larga parte dai proventi del petrolio. In primis l’Arabia Saudita, il principale attore del mercato mondiale, la cui economia dovrebbe crescere del 3,2% nel 2023, con un valore inferiore di oltre la metà rispetto ai massimi dell’ultimo decennio registrati lo scorso anno con un +8,7%. 

Lo studio si basa su interviste e approfondimenti a 16 fra i massimi esperti di economia mondiale, elaborati fra il 6 e il 25 aprile. Guardando all’immediato futuro, anche per il 2024 il tasso di crescita dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli dell’anno in corso. “I tagli alla produzione di petrolio - sottolinea James Swanston, esperto di mercati emergenti alla Capital Economics - determineranno un forte rallentamento della crescita del Pil in Arabia Saudita quest’anno […] e nel resto dei Paesi del Golfo, il doppio colpo legato a una diminuzione nella produzione di greggio e dei prezzi avrà un impatto sul Pil tanto del settore petrolifero, quanto di quello slegato dagli idrocarburi”.

Gli Emirati Arabi Uniti (Eau), la seconda economia più importante fra le nazioni del Golfo, registrano per il 2023 un dato di crescita del 3,7% e del 4% il prossimo anno. Si tratta di dati ben inferiori al consistente 7,6% fatto registrare nel 2022. Sia il Qatar che il Bahrain avevano già aspettative di crescita inferiori per quest’anno, con un dato del 2,7% mentre per l’Oman è previsto un +2,6% e il Kuwait ancora più sotto, con un dato relativo al 2023 dell’1,5%. 

La frenata fra le nazioni Gcc non stupisce, perché va di pari passo con i valori registrati nelle principali economie globali che mostrano un rallentamento legato alla doppia minaccia dell’aumento dei tassi e dell’elevata inflazione, che pesa sulla domanda dei consumatori. Tuttavia, le prospettive per quanto concerne l’inflazione nei Paesi del Golfo erano in un primo momento più attenuate rispetto a quanto previsto per molte delle principali economie. 

L’inflazione nella regione dovrebbe attestarsi tra il 2,1% e il 3,3% quest’anno, per poi scendere nel 2024. In passato le nazioni del blocco avevano già mostrato l’intenzione di ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili e dai proventi del petrolio - la loro principale fonte di reddito - mentre le politiche globali vanno nella direzione di un’energia verde. Per sostenere la crescita economica attraverso entrate non derivanti dal petrolio, nazioni come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar hanno promosso e ospitato importanti eventi sportivi e mostre, moltiplicando grandi progetti infrastrutturali per attirare turisti.

“I proventi derivanti dal turismo supereranno con tutta probabilità la crescita del Pil nel 2023” sottolinea Ralf Wiegert di S&P Global Market Intelligence. “L’Arabia Saudita - aggiunge - continuerà a investire massicciamente in progetti connessi con Vision 2030, mantenendo il bilancio vicino all‘equilibrio; alla fine, con i prezzi del petrolio che non aumentano più, vediamo un modesto deficit (fiscale) emergere nel 2024 e nel 2025”. 

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