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INDIA-ISRAELE
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Governo israeliano designa Lashkar-e-Taiba come organizzazione terrorista

A 15 anni dalle stragi di Mumbai (e mentre infuria la guerra a Gaza) un atto formale contro il gruppo islamista di matrice pachistana responsabile degli attacchi che nel 2008 fecero 166 morti tra cui anche alcuni ebrei. Mossa politica che guarda ai rapporti sempre più stretti con l'India di Modi. A giugno la Cina aveva bloccato una risoluzione analoga all'Onu.

New Delhi (AsiaNews) - A 15 anni dai tragici attentati di Mumbai - e proprio mentre infuria la guerra contro Hamas a Gaza - Israele ha ufficialmente designato come organizzazione terroristica il gruppo islamista di matrice pachistana Lashkar-e-Taiba (LeT) attivo nel Kashmir e responsabile degli attacchi del 26 novembre 2008 che presero di mira 12 diversi luoghi del centro della metropoli indiana, tra cui anche il centro ebraico della Chabad House. Nelle stragi morirono oltre 166 persone, tra cui 2 cittadini israeliani e altri 4 ebrei.

L'ambasciata israeliana in India ha dichiarato in un comunicato che sono state completate tutte le procedure necessarie per dichiarare Lashkar-e-Taiba come organizzazione terroristica, sottolineando che la decisione è stata presa in modo indipendente senza alcuna richiesta formale da parte del governo indiano.

“Mentre Israele solitamente elenca solo le organizzazioni terroristiche che operano attivamente contro di sé dall'interno o intorno ai suoi confini - spiega una nota - o, in modo simile all'India, quelle riconosciute a livello globale dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, i ministeri israeliani della Difesa e degli Affari Esteri hanno lavorato congiuntamente negli ultimi mesi per un'elencazione straordinaria dell'organizzazione Lashkar-e-Taiba in questa data, per evidenziare l'importanza di un Fronte Globale Unificato nella lotta al terrorismo”.

La scelta ha un chiaro significato anche politico: negli ultimi anni c’è stato un forte avvicinamento tra il governo del premier nazionalista indù Narendra Modi e quello israeliano, suggellato anche da importanti accordi di cooperazione economica e militare. Anche in queste settimane l’India - la sua storica vicinanza alla causa palestinese - ha tenuto un atteggiamento molto prudente riguardo al conflitto in corso a Gaza. Ma crescono nel Paese le tensioni con la comunità musulmana che manifesta per chiedere un intervento più forte di condanna delle operazioni militari israeliane in corso nella Striscia.

Inoltre la decisione israeliana arriva dopo che nel giugno scorso la Cina aveva bloccato la proposta del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di inserire nella lista globale dei terroristi uno dei leader di Lashkar-e-Taiba, Sajid Mir, considerato la mente delle stragi di Mumbai. La proposta era stata presentata dall'India e dagli Stati Uniti al Comitato per le sanzioni contro Al Qaeda del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Se Mir fosse stato designato come terrorista globale, sarebbe stato soggetto al congelamento dei beni, al divieto di viaggiare e all'embargo sull’acquisto di armi.

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