22/07/2022, 11.29
CINA
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Il 20° Congresso del Partito comunista si avvicina, ma Xi è sempre più in difficoltà

Pandemia, rallentamento economico e relative proteste lo obbligano a scendere a patti con il premier Li Keqiang. I viaggi “nazionalisti” a Hong Kong e nello Xinjiang per nascondere i problemi dell’economia. Si delinea il profilo degli alleati di Xi in corsa per la promozione.

Pechino (AsiaNews) – Crisi economica, emergenza pandemica, entrambe seguite da crescenti proteste di piazza: Xi Jinping sembra sempre più in difficoltà, e sempre più obbligato a scendere a patti con l’opposizione interna al Partito comunista cinese (Pcc) in vista del suo 20° Congresso, che si terrà in autunno.

Il presidente cerca un terzo mandato al potere, che sarebbe senza precedenti. I suoi fallimenti economici, soprattutto nell’ultimo anno, hanno riportato però in auge il premier Li Keqiang, che ora guida gli affari quotidiani per favorire la ripresa.

Diversi analisti osservano che negli interventi di Xi, del suo entourage e della propaganda di regime sono scomparsi i riferimenti a suoi celebri slogan, come la “prosperità comune”, la “doppia circolazione interna ed esterna” o la “autosufficienza” economica. Da parte sua, sottolinea il sinologo Willy Lam su China Brief, il premier Li si guarda bene dal citare la politica “zero-Covid” di Xi quando illustra piani per tentare di salvare l’economia e raggiungere l’obiettivo annuale di crescita del 5,5%.

Secondo Lam, per uscire dall’angolo e nascondere i problemi dell’economia Xi ha puntato sulle due recenti visite a Hong Kong e nello Xinjiang, coperte in modo ampio dai media di Stato, che invece minimizzano sulle deludenti performance economiche del Paese. Il leader supremo è stato protagonista di un vero e proprio promo “nazionalista” nell’ex colonia britannica, segnata nel 2019-2020 da grandi manifestazioni pro-democrazia, e nella regione autonoma nordoccidentale, dove Pechino è accusata di reprimere gli uiguri e altre minoranze turcofone di fede islamica.

Nikkei Asia inquadra la recente doppia visita di Xi anche come un segnale su quali potrebbero essere i suoi protetti in rampa di lancio per la promozione. Tra coloro che lo hanno accompagnato, hanno chance di entrare nel Politburo del Partito il ministro degli Esteri Wang Yi, il capo della Commissione nazionale per le minoranze Pan Yue, il presidente della Commissione nazionale per le riforme e lo sviluppo He Lifeng e Ma Xingrui, segretario del Pcc nello Xinjiang.

In corsa per la promozione anche Wang Xiaohong, da poco nominato ministro della Sicurezza pubblica, e soprattutto Ding Xuexiang, direttore dell’Ufficio generale del Partito: Ding è un possibile candidato al Comitato permanente del Politburo, l’organismo decisionale del regime.

Tutti gli uomini di Xi dovranno fare i conti però con la fazione di Li (la Gioventù comunista), che potrebbe ottenere posizioni importanti in una ottica di compromesso. Più importante, spiega Lam, Xi rischia di essere costretto a cambiare linea politica, abbandonando il centralismo maoista per un approccio più pro-mercato.

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