13/12/2025, 12.50
SRI LANKA
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Lavoratori migranti: le vittime nascoste del ciclone Ditwah

di Melani Manel Perera

L'alluvione ha colpito duramente l'area della Zona di libero scambio dove si concentra la produzione delle industrie tessili per i mercati globali. I lavoratori che spesso vivono in dormitori senza nemmeno essere registrati hanno perso tutto. L'appello al governo di Colombo delle associazioni che si stanno prendendo cura di loro: "Abbandonati da tutti, servono interventi ad hoc per loro".

Colombo (AsiaNews) – Nella grande calamità che ha colpito lo Sri Lanka con il ciclone Ditwah, una situazione particolarmente difficile è quella dei lavoratori del settore tessile che vivono nella Zona di libero scambio (Free Trade Zone FTZ). Le loro abitazioni temporanee sono state allagate, con servizi igienici e forniture d’acqua interrotti e intere aree isolate dall’innalzamento delle acque. Molti sono stati evacuati in luoghi temporaneamente più sicuri, spesso all’improvviso e senza certezza su quando potranno tornare a casa o riprendere la loro vita in sicurezza.

Secondo dati preliminari del ministero dell’Industria, oltre 3.200 industrie di tutte le categorie hanno riportato danni a causa del ciclone Ditwah. Il distretto di Gampaha è quello con il maggior numero di imprese colpite. Alcune fabbriche sono parzialmente sommerse, mentre alcuni fornitori hanno richiesto la presenza dei lavoratori anche in condizioni di allerta rossa, mettendo le persone in grave pericolo.

Sebbene siano stati forniti aiuti alle persone colpite in tutti i 22 distretti interessati dal ciclone Ditwah, i lavoratori migranti provenienti dai loro villaggi originari e che vivono in case in affitto o in dormitori nella Zona di Libero Scambio non hanno ricevuto l’attenzione necessaria. Ashila Dandeniya, Direttrice Esecutiva dello Stand Up Movement Lanka, Chamila Thushari, Direttrice Esecutiva dei Da-bindu Collectives, e Chandra Devanarayana, Direttrice Esecutiva della Revolutionary Existence for Human Development Organization, che si occupano dei diritti e del benessere dei lavoratori migranti nella FTZ, hanno confermato ad AsiaNews che le forti piogge e le alluvioni improvvise hanno colpito duramente i lavoratori migranti del settore tessile. La stragrande maggioranza di chi lavora in tutta la FTZ proviene dall’estero, raccontano. Non hanno parenti nella zona. Tutti vivono in stanze temporanee, dormitori o abitazioni in affitto, e i pochi oggetti essenziali che conservavano in quei piccoli spazi e rappresentavano tutta la loro ricchezza sono stati spazzati via dalle piogge e dall’alluvione improvvisa.
"Il nostro ‘Solitary Bridge’ e il ‘Wellbeing Center’, così come i nostri uffici dello Stand Up Movement Lanka, sono stati trasformati in rifugi temporanei per i lavoratori migranti del settore tessile, nella misura delle nostre possibilità. Abbiamo ospitato anche sex workers che avevano rapporti con il nostro ufficio. Circa 100 lavoratori avevano le loro abitazioni completamente allagate senza altri posti dove andare. I villaggi avevano occupato spazi comuni come templi, chiese e scuole, quindi non c’era posto per questi lavoratori," ha raccontato Ashila Dandeniya.
Man mano che le acque si ritiravano, sono tornati nei loro dormitori, ma Ashila, Chamila e Chandra hanno affermato che soddisfare le necessità di base (letto, materasso, cuscino, ventilatore, zanzariera, armadio, tavolino, fornello a gas e utensili da cucina...) come cibo e vestiti rappresentava una sfida enorme per questi lavoratori migranti e per le organizzazioni che li supportano. "Noi dello Stand Up Movement Lanka ci siamo presi cura di 400-500 lavoratori durante questo disastro. Ma finora non abbiamo sentito parlare di alcun passo per compensarli per le perdite subite. Dovrebbe essere fornito loro un meccanismo rapido di supporto. Indicativamente, il costo di tutto ciò che ogni lavoratore ha perso è di circa 250mila rupie”-
Secondo Chandra Devanarayana, Direttrice Esecutiva di RED, basandosi sulle valutazioni dei loro operatori sul campo, l’alluvione ha colpito gravemente 256 famiglie e 1.100 individui, Ben 397 dormitori privati sono stati danneggiati dall’alluvione. C’è urgente bisogno di una pulizia completa delle case allagate per prevenire malattie. L’acqua stagnante ha anche favorito un significativo aumento delle zanzare, aumentando il rischio di malattie trasmesse dall’acqua. “Con il supporto delle nostre organizzazioni partner, siamo riusciti a procurare e distribuire liquidi disinfettanti e stiamo aiutando le comunità nella pulizia iniziale dei dormitori. Siamo ancora in fase di assistenza ai nostri lavoratori” ha aggiunto Chandra.
Il Collettivo Da-Bindu sta sostenendo 150 di questi lavoratori migranti a Katunayake, Biyagama, Northern Vavuniya e Kilinochchi. La responsabile Chamila Thushari sottolinea come questo disastro abbia mostrato la necessità di un programma di protezione sociale per i lavoratori migranti nel Nord. Questi lavoratori sono stati infatti colpiti prima dalla guerra, poi dalla pandemia di Covid e infine dalla tempesta e dalle alluvioni impreviste. Serve un intervento strutturato per aiutarli a far fronte alla distruzione delle case, perdita degli oggetti domestici, esposizione a malattie e stress psicologico.
“Nonostante 380.000 persone siano state colpite nel distretto di Gampaha – continua Thushari - non ci sono ancora dati chiari su quanti di loro siano i lavoratori nelle zone di libero scambio. Devono essere registrati nelle zone di promozione degli investimenti, perché rappresentano un gruppo fondamentale per attrarre grandi investimenti necessari alla sopravvivenza del Paese”.

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