24/07/2023, 12.20
MYANMAR
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Il Myanmar si sta sfaldando, ma per l'Asean migliora l'indice di sviluppo giovanile

In base a un rapporto presentato la settimana scorsa i giovani birmani "hanno visto progressi soprattutto tra il 2021 e il 2022", gli anni del conflitto civile. Ma nella task force deputata a redigere il documento siedono due membri della giunta golpista birmana. Mentre negli Stati al confine si continua a combattere, nelle città si registra un aumento delle esplosioni anonime e del traffico di esseri umani: le vittime vengono portate nelle regioni al confine con la Cina.

Yangon (AsiaNews) - La settimana scorsa l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean) ha diffuso la seconda edizione sull’indice di sviluppo giovanile nella regione tra il 2013 e il 2022, suscitando diversi dubbi riguardo i dati presentati sul Myanmar, che da inizio 2021 è scosso da un brutale conflitto civile. 

Dopo il colpo di Stato militare del primo febbraio i giovani si sono impegnati nella resistenza - prima pacifica, poi armata - abbandonando il lavoro, gli studi e le famiglie. Secondo fonti locali, i minorenni vengono reclutati come bambini soldato da entrambe le fazioni in guerra, l’esercito e le milizie etniche. Il consumo di droghe e il numero di suicidi sono in aumento tra le nuove generazioni, che dopo circa un decennio di aperture democratiche speravano in un futuro diverso.

In base alla valutazione dell’Asean, però, i giovani birmani hanno ottenuto i maggiori progressi nei settori che riguardano l’istruzione e la salute e il benessere. Il precedente governo della Lega nazionale per la democrazia (NLD) guidato da Aung San Suu Kyi (spodestata dai militari e ora in carcere) aveva effettivamente favorito un generale sviluppo del Paese in diversi ambiti e nel 2018 era stato lanciato un piano nazionale per l’attuazione delle politiche giovanili, sostenuto anche dal Fondo delle Nazioni unite per la popolazione. Ma secondo il rapporto i maggiori miglioramenti sarebbero stati ottenuti dai giovani proprio tra il 2021 e il 2022, un dato che non appare per nulla verosimile. Leggendo il rapporto in maniera più approfondita si scopre la probabile ragione di tanto ottimismo: nella squadra deputata a redigere il documento siedono anche due rappresentanti militari della giunta birmana. 

Nel frattempo nei giorni scorsi il dr. Sasa, ministro e rappresentante del Governo di unità nazionale (NUG) in esilio - composto perlopiù da ex deputati della NLD - ha condiviso le immagini dell’ennesimo eccidio di civili da parte dell’esercito nella regione settentrionale del Sagaing: le truppe sarebbero entrare nel villaggio di Sokyaung, nella municipalità di Yin Mar Pi, di notte, uccidendo decine di persone, un crimine che il canale Telegram della giunta respinde, dicendo essere stato perpetrato dalle Forze di difesa del popolo, il braccio armato del NUG.

“Solo negli ultimi 27 mesi, la giunta militare genocida in Myanmar ha insensibilmente ucciso più di 4mila civili innocenti, tra cui diverse centinaia di bambini, e arrestato ingiustamente quasi 24mila civili”, ha dichiarato il dr. Sasa, aggiungendo che “oltre 70mila edifici, tra cui scuole, ospedali e luoghi di culto sono stati distrutti”. Secondo i dati delle Nazioni unite gli sfollati nel Paese sono quasi 2 milioni, mentre sono 18 milioni gli individui che hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente.

Nello Stato Kayah, vicino alla città di Demoso, dove in mezzo alle foreste si trovano diversi campi profughi, gli sfollati interni usano le grotte e le insenature naturali come riparo dai bombardamenti, permessi in larga parte grazie al trasferimento di armi dalla Russia e dalla Cina. Mentre nello Stato Chin, a occidente, dalla parte opposta del Paese, l’esercito ha conquistato alcune basi militari della milizia etnica della regione, il Chinland Defence Force (CDF) vicino alla città di Thantlang, un tempo meta turistica che contava circa 10mila abitanti; oggi un ammasso di macerie completamente disabitato. Secondo un portavoce della resistenza locale, la campagna dell’esercito ha avuto successo grazie alle offensive aeree. Da tempo gruppi di attivisti e difensori dei diritti umani chiedono l’imposizione di sanzioni verso coloro che vendono il petrolio alla giunta golpista birmana permettendo ai loro jet da combattimento di continuare a volare. 

Non è migliore la situazione nelle grandi città del Paese: secondo Radio Free Asia nelle ultime settimane si sono registrate esplosioni - non rivendicate da nessuno - a Lashio, nello Stato Shan, Yangon e Mandalay. In queste città le forze locali di polizia non riescono a svolgere i loro compiti a causa della guerra civile e secondo un’inchiesta c’è stato un aumento del traffico di esseri umani. Le vittime vengono portate nella regione nord-orientale dello Stato Shan, al confine con la Cina, un’area sotto il controllo dello United Wa State Army (UWSA), una milizia molto potente e nota per essere coinvolta in una serie di attività illegali, tra cui il commercio di armi e stupefacenti e la gestione di diversi bordelli e casinò lungo la frontiera, dove si paga in yuan, la valuta cinese. Secondo il commento degli esperti, nonostante lo UWSA abbia fornito armi e addestramento alle altre milizie etniche del Paese, sta approfittando della situazione del conflitto civile per costruire un’enclave completamente autonoma.

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