11/05/2023, 08.44
KAZAKISTAN-RUSSIA
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Il difficile confronto tra Mosca e Astana

di Vladimir Rozanskij

Dietro alla ricomparsa del presidente Tokaev alla parata del 9 maggio a Mosca gli interrogativi sui rapporti altalenanti con Putin. Secondo alcuni analisti le divergenze sull'Ucraina sarebbero solo "specchietti per le allodole". Ma c'è anche chi sostiene che la Russia stia già puntando sul più "fedele" segretario della Ctso Tasmagambetov per rimpiazzarlo. 

Mosca (AsiaNews) - La presenza inaspettata del presidente kazaco Kasym-Žomart Tokaev alla parata del 9 maggio sulla piazza Rossa ha suscitato diversi interrogativi sul rapporto tra Russia e Kazakistan, piuttosto ambiguo e contraddittorio nell’anno abbondante trascorso dalle proteste di piazza di Almaty di gennaio 2022, l’invasione dell’Ucraina e le pretese russe sui territori settentrionali kazachi. Tokaev ha preso più volte le distanze da Putin, anche in incontri diretti e pubblici, salvo poi ribadire l’amicizia storica con i russi, che porta oggi diversi vantaggi economici nelle steppe centrasiatiche.

Il cambio di programma del capo dell’Akorda, il palazzo presidenziale di Astana, ha fatto pensare alla necessità di ribadire la propria importanza nelle relazioni con la Russia e la stabilità del proprio ruolo all’interno del Paese, non soltanto allineandosi agli altri satrapi della regione, ma anche smentendo i piani di “sostituzione” attribuiti al Cremlino.

Il politologo kazaco Akhas Tažutov ha scritto un articolo su Eurasia rewiew, in cui sostiene che Mosca stia spingendo un alto funzionario, l’attuale segretario generale della Csto (l’alleanza militare eurasiatica) Imangali Tasmagambetov (a destra di Tokaev nell'immagine sopra ndr), come possibile alternativa a Tokaev. Il Kazakistan infatti ha aderito alle sanzioni internazionali contro la Russia, anche se di fatto risulta essere la principale via di aggiramento delle stesse, e si trova in una delicata situazione di conflitto tra Oriente e Occidente, a cui serve una soluzione più stabile.

Le divergenze tra i due presidenti sulla guerra in Ucraina sono sembrate a volte un gioco delle parti, mostrandosi in contrasto per coprire il controllo di fatto di Mosca sulla situazione del Kazakistan, in cui anche le “grandi riforme” di Tokaev sono da molti accusate di essere soltanto specchietti per le allodole. Come spiega Tažutov, “il Kazakistan non controlla l’informazione interna, dalle televisioni alle pubblicazioni fino a internet, di fatto in gran parte in mano ai russi, che difende l’élite al potere per garantire i propri interessi”.

Secondo il politologo questa sceneggiatura sarebbe in via di superamento, e Mosca vorrebbe trasformare Astana da “partner occulto” ad alleato pubblico e fedele, da mostrare all’Occidente come il vero contraltare della “satanica” Ucraina schiava del nemico. Il Kazakistan non può infatti giocare a lungo sulle ambiguità del “mercato grigio” a favore della Russia, per non incorrere in sanzioni secondarie. Il passo successivo alla guerra, qualunque sia l’esito, dovrebbe essere per Mosca la proclamazione dello Stato Unitario con Bielorussia e Kazakistan, la realizzazione del nuovo impero eurasiatico.

Per questo si rende necessaria la sostituzione di Tokaev, figura “di passaggio” per gettare polvere negli occhi, che non ha mai raggiunto la statura veramente autorevole di leader indipendente. Secondo Tažutov, l’attuale segretario della Csto era da tempo considerato “il miglior erede possibile di Nazarbaev, con un forte sostegno all’interno del Paese, soprattutto da parte degli oligarchi del petrolio delle regioni occidentali”. Di fatto Tasmagambetov è anche l’unico alto funzionario, oltre a Tokaev, che ha familiarità con i gerarchi del Cremlino.

Oltre alla Csto, gli analisti analizzano le prospettive dell’Ocs, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, che vede insieme Russia e Cina per garantire la sicurezza dell’Asia centrale. La guerra in Ucraina ha cambiato gli equilibri anche in questo settore, dove la Russia è tradizionalmente dominante, mentre ora il ruolo della Cina diventa sempre più influente. Il Kazakistan cerca di mantenersi sul filo della sua politica “multivettoriale” e di non inclinarsi troppo verso Pechino, o magari perfino verso il Giappone, ma la Russia vede comunque la necessità di ribadire la propria tutela su tutta la regione, a cominciare proprio dal Kazakistan.

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