05/06/2025, 18.10
LANTERNE ROSSE
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Il porto franco di Hainan prova a spegnere il Grande Firewall

Mentre la telefonata tra Trump e Xi Jinping attira l'attenzione del mondo nel mezzo della guerra dei dazi, Pechino va avanti con il suo progetto della grande area di libero scambio sulla sua isola più meridionale. E per attirare gli investimenti stranieri avvia in questa zona anche un progetto pilota di un accesso diretto alla rete internet globale (riservato a utenti autorizzati e controllato comunque dallo Stato). 

Milano (AsiaNews/Agenzie) - Da settimane ormai la guerra commerciale sui dazi tra Washington e Pechino domina le cronache internazionali. E questa sera si moltiplicano le analisi e le interpretazioni sui resoconti forniti da entrambe le parti sull’avvenuta telefonata tra Xi Jinping e Donald Trump. Con il presidente cinese che dice che "è un imperativo evitare i disturbi e disagi" nelle relazioni tra le due parti, assicurando che Pechino "è sincera, ma ha i suoi principi". Mentre il presidente americano definisce la telefonata "molto positiva per entrambi i Paesi", spiegando che "non ci saranno più problemi sulle terre rare" e "i nostri rispettivi team si incontreranno a breve in una sede ancora da definire". E aggiungendo: "Durante la conversazione, il presidente Xi ha gentilmente invitato la First Lady e me a visitare la Cina e io ho ricambiato l’invito". 

Al di là degli esiti reali di questo colloquio - che andranno verificati alla prova dei fatti - la partita del commercio internazionale in realtà si gioca però oggi anche su altri piani. Uno di quelli su cui Pechino sta investendo di più, per esmepio, sono le aree di interscambio; a partire dalla provincia di Hainan, l’isola del sud della Cina che il governo del Dragone sta trasformando nel suo maggiore porto franco, cioè in una zona di libero scambio dove le merci devono poter entrare e uscire liberamente senza dazi doganali, creando un ambiente ideale per il commercio, il turismo e gli investimenti stranieri.

Il piano del governo di Pechino risale al 2020 e sta avanzando con la solita massiccia dose di investimenti in infrastrutture (13,8 miliardi di yuan cioè oltre 1 miliardo di dollari). Ma non solo. Proprio oggi il South China Morning Post ha rilanciato una notizia interessante se letta dentro a questo quadro: la provincia dell’Hainan, ha iniziato a sperimentare proprio qui un programma pilota per concedere ad alcuni utenti aziendali un ampio accesso diretto alla rete internet globale. Cioè senza dover passare attraverso i blocchi imposti dal Grande Firewall, il dispositivo che nella Cina continentale impedisce l’accesso ai più importanti motori di ricerca e alle app occidentali.

Neanche nell’Hainan – ovviamente – si sta andando verso un “liberi tutti” che annullerebbe la censura. Però i dipendenti delle aziende registrate e operanti in questa provincia adesso possono richiedere il servizio mobile “Global Connect” tramite il Centro di Servizi Completi per i Dati Internazionali di Hainan (HIDCSC), un’agenzia controllata dal Centro di Sviluppo dei Big Data di Hainan, gestito dallo Stato.

Il programma permette agli utenti idonei di bypassare il Grande Firewall senza l’uso di una VPN, sistema che in Cina è illegale se non autorizzato. I richiedenti - riferisce il South China Morning Post - devono avere un piano 5G con uno dei tre principali operatori nazionali statali (China Mobile, China Unicom o China Telecom) e fornire le informazioni del datore di lavoro. Una volta approvata la richiesta - in un processo che può richiedere fino a cinque mesi - potranno poi accedere a siti come Google o YouTube, anche se alcuni altri (ha raccontato una fonte anonima dell’HIDSCSC) “rimarranno comunque bloccati”. L’HIDCSC offre inoltre servizi simili anche a clienti aziendali, comprese società di e-commerce che puntano ai mercati esteri.

La Cina ha a lungo mantenuto un controllo rigido sull’accesso a internet, citando preoccupazioni riguardo alla diffusione di informazioni illecite o pericolose. In passato si erano diffuse voci sulla possibile abolizione del Grande Firewall nelle zone di libero scambio, ma tale cambiamento è rimasto in gran parte irrealizzato, rendendo il progetto pilota della provincia di Hainan un’eccezione limitata ma significativa.

Proprio qui – del resto – nel dicembre scorso il ministro degli Esteri cinese Wang Yi aveva illustrato le grandi ambizioni di Pechino su questa area. “Il porto di Hainan - aveva dichiarato nel corso di una cerimonia di presentzione - è diventato una nuova frontiera per l’apertura della Cina, un nuovo punto caldo per la cooperazione regionale reciprocamente vantaggiosa e un nuovo motore che guida la globalizzazione economica”.

“Negli ultimi sei anni – gli aveva fatto eco il governatore della provincia Liu Xiaoming - i volumi commerciali di beni e servizi di Hainan sono cresciuti a un tasso medio annuo rispettivamente del 22,2% e del 20,2%, mentre l’utilizzo effettivo degli investimenti esteri è cresciuto a un tasso medio annuo del 46%. Hainan sta facendo ogni sforzo per trasformare l’intera isola in una zona doganale separata entro la fine del 2025 portando la sua apertura a un nuovo livello”.

 

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