21/12/2015, 00.00
INDONESIA
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Indonesia, massima allerta per il timore di attentati a Natale: nel mirino “spose” e “concerti”

di Mathias Hariyadi
Per i vertici istituzionali le minacce sono “imminenti” e concrete. Timori per l’azione di singoli attentatori (spose) e di attacchi di massa (concerti), sul modello di Parigi. I gruppi terroristi legati a vario titolo allo Stato islamico. Il presidente indonesiano Widodo atteso a Papua, dove celebrerà la festa con le comunità cristiane della zona.

Jakarta (AsiaNews) - In Indonesia le autorità hanno lanciato l’allerta massima per possibili attacchi terroristi in concomitanza con le prossime festività natalizie. In queste ore si è tenuta una riunione a porte chiuse fra i vertici governativi a Jakarta, cui ha partecipato anche il presidente Joko “Jokowi” Widodo e il ministro di gabinetto Anung Pramono. Per i responsabili dell’esecutivo le minacce sono “imminenti e concrete". Le prove sarebbero contenute all’interno di alcuni documenti sequestrati di recente dalle squadre dell’anti-terrorismo, in cui vi sono riferimenti diretti a due parole chiave: “concerti” e “le spose”. 

In Indonesia i terroristi hanno iniziato a utilizzare di recente questi due termini per riferirsi ad attentatori o movimenti estremisti attivi sul territorio nazionale. La parola “concerto” è equiparabile agli attentati su vasta scala, come avvenuto a Parigi nella serata del 13 novembre scorso, con più persone e diversi obiettivi da colpire. Di contro, il termine “sposa” - già usato da tempo - serve a indicare il singolo attentatore suicida, il “lupo solitario” pronto a farsi esplodere fra la folla. 

Secondo fonti investigative, vi sarebbe la prova di attacchi terroristi “imminenti” in concomitanza con le feste; nei documenti rinvenuti dagli inquirenti, vi sarebbero anche i nomi di terroristi e delle loro “spose”, mappe, armi e nomi di luoghi obiettivo di potenziali attentati. 

Badrodin Haiti, capo della polizia indonesiana, riferisce che questi gruppi terroristi con base a Central e East Java sono legati a vario titolo alle milizie dello Stato islamico (SI). “Tuttavia, li abbiamo presi - afferma - prima che potessero colpire”. Gli inquirenti hanno arrestato nove persone, alcuni dei quali ex membri Isis tornati da missioni jihadiste oltremare; altri sono simpatizzanti dei miliziani attivi e operativi sul territorio indonesiano. 

Fra gli obiettivi nel mirino dei terroristi chiese e caserme della polizia, fra cui lo stesso quartier generale a South Jakarta. Del resto già da tre mesi, aggiunge il capo della polizia, l’allerta in Indonesia - nazione musulmana sunnita più popolosa al mondo, in cui i cattolici sono una piccola (3%) minoranza - è “massima” per il timore di attentanti in occasione della festa cristiana del Natale. 

Nel mirino dei terroristi, oltre ai cristiani e ai loro luoghi di culto, vi sono anche i membri della minoranza musulmana sciita, concentrati in alcuni sobborghi fra cui Pekalongan (Central Java), Bandung (West Java) e Pekanbaru (Sumatra). Il gen. Anton Charliyan, capo della polizia, conferma gli obiettivi dislocati fra Java, Sumatra e Kalimantan. In queste ore stanno circolando banner e scritte in rete che invitano a colpire la comunità sciita. Egli aggiunge che, rinvigoriti dal successo e dal clamore mediatico della strage di Parigi, i miliziani “stanno pianificando un grande ‘concerto’ anche qui in Indonesia”.

Per questo il presidente Jokowi ha emanato un’ordinanza di massima allerta e ha rafforzato le misure di sicurezza attorno ai luoghi di culto e ai principali obiettivi istituzionali. Inoltre, nei prossimi giorni egli è atteso a Papua, estremità orientale dell’arcipelago indonesiano, in cui si trovano le uniche province a maggioranza cristiana del Paese, per celebrare la festa del Natale.

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