27/06/2019, 12.59
INDONESIA
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Jakarta, la Corte costituzionale respinge il ricorso di Prabowo sulle elezioni

Sconfitto alle elezioni presidenziali, il politico denuncia “irregolarità e brogli sistematici”. I suoi sostenitori hanno già messo a ferro e fuoco Jakarta dopo la pubblicazione dei risultati elettorali. Per scongiurare nuovi disordini di piazza, dispiegati circa 47mila tra soldati e agenti di polizia. Le autorità denunciano “infiltrazioni di gruppi terroristici” tra i manifestanti.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il caso “non ha fondamento giuridico”: i nove giudici della Mahkamah Konstitusi (Mk) – la Corte costituzionale indonesiana – hanno respinto il ricorso presentato da Prabowo Subianto contro i risultati delle ultime elezioni presidenziali. Fuori dall’aula si diffondono i timori per possibili proteste contro il verdetto della Corte: le autorità hanno messo in atto imponenti misure di sicurezza e denunciano “infiltrazioni di gruppi terroristici” tra i manifestanti.

Lo scorso 24 maggio il candidato sconfitto aveva intentato una causa chiedendo la squalifica del presidente Joko “Jokowi” Widodo – al suo secondo mandato –, e del suo vice, Ma'ruf Amin. Prabowo sostiene che durante le elezioni si sono verificate “irregolarità e brogli sistematici” che hanno consegnato la vittoria al rivale. Sia la Commissione elettorale generale (Komisi Pemilihan Umum – Kpu), che l’Agenzia di controllo elettorale (Bawaslu) hanno sempre negato qualsiasi anomalia nelle operazioni di voto.

Nel ricorso, Prabowo sosteneva che il presidente Widodo avesse sfruttato la burocrazia, le imprese di proprietà statale e coinvolto le istituzioni nella campagna per la sua rielezione. Il candidato di conservatori ed islamisti ha anche accusato Widodo di aver usato denaro pubblico per finanziare i programmi della sua amministrazione ed influenzare il voto.

Durante la lettura della sentenza, il giudice costituzionale Arief Hidayat ha dichiarato che le prove presentate alla Corte dai querelanti non dimostrano le accuse. “I querelanti – ha spiegato – non sono riusciti ad elaborare in modo chiaro il modo in cui esse sarebbero correlate al conteggio dei voti”. Il giudice Aswanto ha aggiunto: “Le presunte frodi strutturate, sistematiche e massicce non possono essere dimostrate e quindi il caso non ha basi legali”.

Il 21 maggio, la Commissione elettorale generale ha annunciato che Widodo e Ma’ruf hanno vinto le elezioni con il 55,5% delle preferenze, contro il 44,5% di Prabowo e Sandiaga Uno. Circa 85,6 milioni di indonesiani su quasi 154 milioni di elettori hanno votato a favore del presidente in carica.

Nei giorni precedenti l’annuncio dei risultati elettorali, quand’era già chiara la vittoria di Widodo, Prabowo aveva più volte spinto gli elettori a manifestare il loro dissenso, sollevando i timori delle autorità. Anche personalità di spicco legate del suo entourage avevano minacciato di ricorrere a proteste di piazza in stile “potere al popolo” contro il presidente e la Kpu.

Subito dopo il comunicato della Commissione, per le strade di Jakarta sono esplosi violenti scontri tra i sostenitori di Prabowo e le forze dell’ordine: nei disordini del 21 e 22 maggio scorsi sono morte otto persone e circa 900 sono rimaste ferite. L’indomani delle sommosse, la polizia ha arrestato decine di sospetti istigatori, incluso un fedelissimo di Prabowo – l’ex gen. Kivlan Zen –, accusato di aver orchestrato un complotto per uccidere alti funzionari della Sicurezza.

Per scongiurare nuovi disordini di piazza da parte dei sostenitori di Prabowo dopo la sentenza, le autorità ieri hanno disposto lo spiegamento di circa 47mila tra soldati delle Forze armate (Tni) e agenti della Polizia nazionale (Polri) nei pressi della Mk. Secondo le stime delle autorità, questo pomeriggio scenderanno in piazza tra le 2mila e le 3mila persone. Non è chiaro se i manifestanti sfideranno il divieto di radunarsi nelle vicinanze della Corte. Moeldoko, capo dello staff presidenziale, ieri in un incontro con i media ha denunciato che “decine di gruppi terroristici vogliono infiltrarsi nelle proteste”. Tuttavia, “la situazione è monitorata e non desta particolari preoccupazioni”.

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