14/01/2023, 11.02
MYANMAR
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Karen, raid della giunta militare contro una chiesa: cinque vittime, anche un bambino

Nell’attacco del 12 gennaio al villaggio di Lay Wah uccisi anche un pastore battista e un diacono cattolico. Altre due donne sono rimaste ferite, centinaia gli abitanti in fuga. I ribelli Karen parlano di “crimine di guerra” e chiedono di interrompere le forniture di carburante alla giunta. La condanna del governo birmano in esilio e il cordoglio per le vittime. 

Yangon (AsiaNews) - Ancora una chiesa colpita dalle bombe della giunta militare birmana. E nuove vittime civili fra cui un bambino, una madre e un leader cattolico locale. È un bilancio di sangue quello causato da un raid di due caccia da combattimento che, nel primo pomeriggio del 12 gennaio, hanno colpito il villaggio di Lay Wah, nel distretto di Mutraw, nello Stato Karen, sud-est del Myanmar. L’area è controllata dalla Karen National Union (Knu), la cui fazione armata Karen National Liberation Army (Knla) ha ingaggiato a più riprese pesanti scontri con l’esercito. 

Il bilancio complessivo dell’attacco dell’aviazione di Naypyidaw è di almeno cinque morti e centinaia di persone in fuga. Parte degli abitanti ha lasciato in tutta fretta le proprie case, nel timore di ulteriori raid e una progressiva escalation delle violenze. Fonti locali parlano di almeno due bombe che hanno colpito due chiese e una scuola, oltre a diverse strutture. Madre e bambino sono deceduti sul colpo, mentre un pastore battista e un diacono cattolico sono morti in seguito per le gravi ferite riportate. Altre due donne sono rimaste ferite, seppure in modo non grave. 

La bambina uccisa, chiamata Naw Marina, avrebbe compiuto tre anni fra un mese, la madre si chiamava Naw La Kler  Paw, il diacono cattolico Naw La Kler  Paw, il pastore Saw Cha Aye e l’ultima vittima è Saw Blae, un abitante del villaggio che aiutava in chiesa. Nell’area si sono formati quattro grandi crateri frutto delle esplosioni e, secondo alcuni, fra gli obiettivi dei militari vi erano proprio i luoghi di culto. A scongiurare un numero maggiore di morti il fatto che la scuola aveva sospeso la frequenza agli studenti e le lezioni si svolgevano da qualche tempo nella foresta. 

Padoh Saw Taw Nee, portavoce della Knu, parla di “crimine di guerra” e sottolinea una volta di più l’importanza di “interrompere la fornitura di carburante agli aerei della giunta militare” per limitare gli attacchi. “Chiedo ancora una volta - prosegue - che la comunità internazionale intraprenda una azione più efficace contro la giunta”. Nelle ore successive all’attacco il Governo ombra di unità nazionale del Myanmar in esilio (composto da ex deputati della Lega nazionale della democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi) ha diffuso una nota in cui condanna i raid. “Trasmettiamo le nostre condoglianze - si legge nel testo - a tutti coloro i quali hanno perso la vita […] e promettiamo che faremo del nostro meglio per rendere giustizia a tutte quelle vite perse, sia nazionali che internazionali”. La giunta militare ha ripetutamente bombardato obiettivi civili negli stati di Karen e Kachin e nelle regioni di Sagaing e Magwe. La campagna di bombardamenti ha ucciso sinora almeno 460 civili, compresi molti bambini.

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