15/10/2025, 10.07
INDIA
Invia ad un amico

Kerala: scontro sul velo islamico a una scuola cattolica

di Nirmala Carvalho

Il caso di una studentessa della St. Rita School di Palluruthy che vuole indossare l'hijab nonostante il regolamento sulle uniforme lo impedisca sta rinfocolando in Kerala le tensioni interreligiose. Dopo i tentativi di comporre la vicenda in maniera pacifica, il governo locale ha richiesto alla scuola di acconsentire. Le critiche del National's People Party: "Attacco non isolato a istituzioni cristiane, le autorità non siano complici". 

Kochi (AsiaNews) - La questione del velo islamico è tornata a riaccendere le tensioni interreligiose nello Stato indiano del Kerala. Il 7 ottobre, una studentessa della St. Rita's Public School di Palluruthy - una scuola della Chiesa cattolica di rito latino, situata nel distretto di Ernakulam, in Kerala – si è presentata a scuola indossando l’hijab. Le è stato negato l’ingresso perché indossava il velo. Le autorità scolastiche hanno affermato che il suo abbigliamento non era conforme al codice di abbigliamento prescritto. Secondo la scuola, le è stato chiesto con gentilezza di adeguarsi.

Il 10 ottobre, la studentessa si è nuovamente presentata a scuola indossando l’hijab. “Abbiamo un’uniforme scolastica stabilita e tutti devono mantenerne l’uniformità. Lo avevamo comunicato agli studenti già al momento dell’ammissione. La studentessa ha seguito il codice di abbigliamento per quattro mesi. Ma una mattina si è presentata violando il regolamento. Le abbiamo chiesto di togliere l’hijab in modo affettuoso, e ha accettato. Il giorno successivo, è venuta a scuola sua madre e le abbiamo spiegato che la studentessa deve rispettare le regole e i regolamenti,” ha dichiarato sr. Heleena, la preside della scuola.

Essendo il caso però degenerato in un acceso confronto tra i genitori della studentessa e la direzione scolastica, il Comitato dei genitori e degli insegnanti ha deciso di dichiarare due giorni di chiusura, il 13 e il 14 ottobre, alla St. Rita’s Public School per evitare ulteriori tensioni. Lunedì 13 ottobre, l’Alta Corte del Kerala ha anche concesso la protezione della polizia alla scuola, in seguito a una richiesta da parte della direzione scolastica.

Il padre della studentessa, Aziz, sostiene che sua figlia non ha violato le regole in modo irrispettoso. “Negli ultimi quattro mesi, è andata a scuola con una sciarpa. Ma non la fissava come un hijab. Sua madre è andata a scuola più volte per discutere della regola. Quando io sono andato a parlare con la preside, il presidente del Comitato e altri mi hanno parlato in modo molto duro,” ha detto.

Da parte sua il ministro dell’Istruzione del Kerala, V. Sivankutty, dopo aver inizialmente sostenuto la necessità di trovare una composizioone pacifica dell questione (“La scuola ha un’uniforme, e tutti devono rispettarla. Non dobbiamo creare problemi come in altri Stati per questioni di abbigliamento”, aveva detto), ieri ha fatto dietrofront ingiungendo alla St. Rita’s Public School di consentire alla ragazza l'ingresso a scuola con l'hijab, sostenendo che "nessuna istituzione educativa può essere autorizzata a violare i diritti costituzionali”.

La vicenda si sta però già trasformando in terreno di scontro politico. Il National’s People Party (NPP) - un partito nazionale indiano fortemente radicato nel nord-est dell'India, dove più numerosa è la presenza cristiana - ha espresso preoccupazione per quella che ha descritto come una continua serie di attacchi deliberati contro istituzioni e simboli cristiani nel distretto di Ernakulam. Sostiene che le recenti tensioni alla St. Rita's Public School facciano parte di una più ampia e ben orchestrata cospirazione volta a creare paura e tensione interreligiosa. L’NPP ha ricordato che appena un mese fa, un atto di aggressione si è verificato a Kalamassery, dove il muro di confine della St. Thomas Bhavan è stato demolito e due case prefabbricate sarebbero state installate durante la notte.

“L’operazione, condotta nel cuore della notte, ha coinvolto macchinari pesanti come escavatori, gru, grandi camion e circa settantacinque persone. È stato un vero e proprio attacco coordinato,” ha dichiarato il partito. Citando un altro episodio avvenuto nella municipalità di Kochi, l’NPP ha sottolineato che un consigliere di divisione ha tentato di rinominare St. Augustine Convent Road, una strada il cui nome era stato legalmente stabilito secondo tutte le procedure previste.

Di qui le accuse al Congress Party e al CPI(M) - i partiti che guidano il governo locale del Kerala: “L'incapacità del governo locale di agire in modo deciso rafforza solo la percezione che sia indifferente o addirittura complice. Se questa pericolosa tendenza non verrà fermata, il Kerala rischia di diventare un terreno fertile per forze anti-nazionali e divisive”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Sul divieto di hijab a scuola i nazionalisti indù si giustificano con le proteste in Iran
21/09/2022 13:21
Conquiste delle donne islamiche possibili anche con il velo
04/03/2010
P. Prakash: 'Le proteste sull'hijab non c'entrano con la religione'
11/02/2022 10:59
Natale a Teheran: cristiana arrestata per le proteste pro-Mahsa Amini
30/12/2022 09:20
Teheran minaccia cristiani (e minoranze): state lontani dalle proteste
23/11/2022 12:30


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”