L’arcivescovo Thattil tra i siro-malabaresi del Golfo
L'arcivescovo maggiore in visita alle comunità della regione. Dopo una prima tappa nel vicariato settentrionale, la seconda parte nel sud fra Oman ed Emirati Arabi Uniti. Il vicario apostolico mons. Martinelli: "Collaborazione ‘virtù’ della Chiesa del Golfo". Fra i nodi irrisolti ricordati dal presule la “giurisdizione in Medio oriente, anche se le modalità non sono ancora state definite”.
Abu Dhabi (AsiaNews) - Apprezzamento “per i fedeli siro-malabaresi” e ammirazione per “la loro fede forte” e la loro “assidua presenza alle celebrazioni liturgiche”. È quanto ha sottolineato mons. Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), accogliendo nella parrocchia di san Paolo a Mascate sua beatitudine Raphael Thattil, la guida della Chiesa siro-malabarese. L’arcivescovo maggiore sta visitando in queste settimane le comunità dei Paesi dei Golfo, partendo dal vicariato del Nord per poi trasferirsi a sud, in Oman, prima tappa del viaggio nel vicariato meridionale. “Poiché abbiamo fedeli provenienti da diverse Chiese sui iuris e da molte nazioni e lingue, la collaborazione fra tutti - ha sottolineato il presule nel discorso di benvenuto - è la virtù più importante per il nostro vicariato. In questo modo si realizza un sincero scambio di doni tra i nostri fedeli, come raccomandato dalla recente assemblea del Sinodo dei Vescovi a Roma su come essere una Chiesa sinodale in uscita”.
Il 25 novembre scorso a Mascate, in Oman, mons. Paolo Martinelli ha accolto Rapahel Thattil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei siro-malabaresi e presidente del Sinodo della Chiesa siro-malabarese per la sua visita nel vicariato che durerà otto giorni. Fra i momenti più significativi di questo appuntamento il Syro-Malabar Day che si terrà il prossimo 30 novembre alla St. Mary parish di Dubai. Un evento annuale, in cui tutti i membri della comunità presenti - sono circa 6mila secondo le ultime stime della Chiesa locale i fedeli della parrocchia - si riuniscono per una solenne celebrazione eucaristica, seguita da momenti conviviali, programmi culturali, interventi e attività.
“Accogliamo con gioia sua beatitudine per questa visita ai fedeli appartenenti alla Chiesa siro-malabarese che vivono in questa parrocchia” ha proseguito mons. Martinelli, augurando “pace e salute. Preghiamo per lui affinché, dopo la sua recente elezione ad arcivescovo maggiore della Chiesa siro-malabarese” possa beneficiare del “dono della saggezza per la sua delicata missione” e, insieme a lui, ha rivolto un saluto a “tutti voi, cari fedeli siro-malabaresi”.
Da tempo la Chiesa siro-malabarese nel suo completto è attraversata da un durissimo scontro interno sulla liturgia, in particolare il rito secondo cui viene celebrata la messa, che ha creato profonde divisioni e solo nell'ultimo periodo sembra aver trovato una sospirata ricomposizione.
Nella sua visita al vicariato dell’Arabia meridionale il capo della Chiesa siro-malabarese si è recato nelle parrocchie di Ruwi e Ghala a Mascate, celebrando la “Santa Qurbana”. Ieri è stata la volta di Salalah, dove ha incontrato la locale comunità siro-malabarese, mentre oggi è in programma il trasferimento ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti (Eau), dove proseguiranno le visite alle parrocchie del Golfo. In precedenza l’arcivescovo Rapahel Thattil aveva viaggiato nel vicariato dell’Arabia del Nord (Arabia Saudita, Kuwait, Qatar e Bahrain), in un territorio che da oltre due secoli è meta d’immigrazione da altre nazioni del continente asiatico, in particolare da India e Filippine.
In particolare, per quanto riguarda la Chiesa siro-malabarese il primo sacerdote residente nella missione del Golfo risale a oltre 30 anni fa, mentre oggi vi sono circa 60 preti sparsi in tutto il vicariato apostolico dell’Arabia meridionale. Di questi, almeno 13 sono di rito siro-malabarese, che si dedicano soprattutto alla cura pastorale dei fedeli di questo rito, pur senza trascurare l’obiettivo dell’unità e dell’appartenenza all’unica Chiesa come auspicato dai vertici ecclesiastici, pur senza rinunciare alle peculiarità di ciascun rito. Inoltre, almeno cinque sacerdoti siro-malabaresi - i cui fedeli rappresentano il 5% del totale circa nel vicariato del Sud - sono a capo di una delle 13 parrocchie sparse per il territorio.
Fonti della Chiesa locale sottolineano che si tratta di una visita “molto importante” per il leader della Chiesa siro-malabarese, la prima visita dopo la sua elezione alla carica di arcivescovo maggiore e rappresenta una occasione di festa “per tutti” nel Golfo. Di Chiesa “unica al mondo” ha parlato ancora nel suo intervento mons. Martinelli, riprendendo le parole di papa Francesco nell’omelia della messa celebrata ad Abu Dhabi nel viaggio apostolico del 2019. “Il volto di questa Chiesa - ha proseguito il presule di origini italiane - è quello della polifonia della fede. Una Chiesa composta da migranti, provenienti da oltre cento nazioni, una Chiesa di pellegrini, sempre in movimento e in cambiamento. Fin dalla sua fondazione, il vicariato apostolico d’Arabia è stato aperto a tutti i fedeli, provenienti da molti Paesi e da tutte le diverse Chiese sui iuris”.
A conclusione del suo intervento, mons. Martinelli ha evidenziato gli aspetti ancora irrisolti fra le varie anime che caratterizzano la Chiesa del vicariato, caratterizzata da un ideale di unità nella diversità delle sue componenti. Il papa, nell’incontro del 13 maggio scorso, sottolinea il prelato, “vi ha concesso verbalmente la giurisdizione in Medio oriente, anche se le modalità non sono ancora state definite. Sappiamo che questo è un passo importante per tutti e seguiremo le indicazioni della Santa Sede. Siamo certi - ha concluso - che la sua presenza tra noi è un grande dono e una benedizione per i fedeli siro-malabaresi ma anche per il vicariato, poiché siamo tutti chiamati a testimoniare Cristo attraverso l’amore e l’unità tra tutti i discepoli, come ha pregato Gesù, 'affinché siano una cosa sola perché il mondo creda'. Che il Signore ci renda capaci di essere suoi testimoni credibili nel mondo”.