15/05/2025, 08.47
RUSSIA-ASIA CENTRALE
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L'incerta 'svolta a Oriente' della Russia

di Vladimir Rozanskij

La rottura delle relazioni con l’Europa era stata presentata dalla propaganda russa come una prospettiva radiosa per lo spazio eurasiatico. Ma le sanzioni hanno permesso a Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan di crescere nel ruolo di mediatori nel commercio con Paesi terzi. E anche molti migranti oggi guardano più a Occidente che a Mosca.

Mosca (AsiaNews) - Il Center for European Policy Analysis (Cepa) ha esaminato le tendenze delle relazioni economiche della Russia con l’Asia centrale, una regione tradizionalmente molto integrata con Mosca, che attualmente sta però perdendo posizioni. La rottura delle relazioni con l’Europa era stata presentata dalla propaganda russa come la prospettiva radiosa della “svolta ad Oriente” nello spazio eurasiatico, cominciando proprio dall’Asia centrale.

Nella V Conferenza Centrasiatica del club russo Valdaj i relatori russi hanno parlato di “spartiacque tra l’Occidente collettivo e il Sud globale”, mentre quelli centrasiatici sono stati molto più misurati e concreti. Così il direttore dell’Istituto di studio dei problemi dell’Asia ed Europa dell’Accademia delle Scienze del Tagikistan, Rustam Khajdarzoda, ha osservato che sullo sfondo della crescita demografica del suo Paese sono necessari sempre più posti di lavoro, e per questo si confida principalmente sugli investimenti russi.

La docente della cattedra di politica estera dell’università Russo-Tagica (Slava), Guzel Majtdinova, ha posto l’accento sull’importanza di “formare nuovi flussi di comunicazione nell’Eurasia centrale”, e non solo quelli che passano obbligatoriamente dalla Russia. Il direttore del Centro di ricerche post-sovietiche dell’Istituto di economia dell’Accademia delle Scienze della Russia, Aza Migranyan, riconosce che i Paesi dell’Asia centrale si orientano sulle questioni critiche per la Russia, cercando di ottenere sconti sulle esportazioni delle risorse energetiche, in seguito alle limitazioni dovute alle sanzioni internazionali.

Le sanzioni hanno permesso a Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan di operare come mediatori negli affari di commercio estero tra gli agenti russi e i rappresentanti di Paesi terzi, sviluppando le infrastrutture finanziarie e logistiche. I relatori centrasiatici sottolineano comunque la necessità di una “politica multivettoriale”, senza conflitti né a Oriente, né a Occidente. Cresce nella regione il ruolo economico della Cina, pur resistendo in un ruolo molto importante anche la relazione con la Russia.

In Kazakistan e Kirghizistan si rimane dipendenti dall’importazione di zucchero e cereali dalla Russia, e l’infrastruttura dei trasporti della regione rimane ancora molto legata alla Russia. Astana e Biškek fanno parte dell’Unione economica eurasiatica Eaes, che pur non essendo particolarmente efficace, permette di resistere alla pressione del commercio cinese e alla sua espansione sui mercati centrasiatici. Senza contare che ancora oggi, pur con le tante limitazioni imposte negli ultimi tempi, i migranti lavorativi centrasiatici si dirigono in maggioranza verso la Russia.

Mosca assicura anche di essere l’unico Paese in grado di assicurare la sicurezza della regione, anche se nella pratica l’influenza della Cina sta crescendo anche sotto questo aspetto. Il Cremlino mantiene rapporti molto stretti con gli uomini più importanti delle forze militari e dell’ordine dell’Asia centrale, secondo la linea dell’alleanza eurasiatica della Csto, mentre Pechino sviluppa attivamente la collaborazione anche per la sicurezza, per esempio in Tagikistan, dove si osserva un livello mai raggiunto nella presenza delle strutture di forza della Cina.

Alcuni episodi degli ultimi tempi dimostrano che la Russia vuole confermare il suo ruolo di controllo in questi Paesi, come l’arresto a fine aprile in Kirghizistan di 4 persone che arruolavano persone nell’esercito russo attraverso le strutture del centro culturale del Russkij Dom e di altre realtà legate alla Russia. Sono anche sempre più esplicite le azioni contro i migranti centrasiatici in Russia, come il recente arresto di decine di cittadini del Kirghizistan in una sauna di Mosca senza alcun motivo, creando tensioni molto forti con le autorità di Biškek. Per tanti motivi, i lavoratori dell’Asia centrale cercano sempre di più la possibilità di andare a lavorare in Europa, e liberarsi dalla dipendenza dalla Russia, rendendo evidente una “svolta verso Occidente” dell’Asia centrale molto più intensa di quella verso Oriente della Russia.

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