05/02/2024, 08.48
ASIA CENTRALE
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L'attrazione tra Unione europea e Asia Centrale

di Vladimir Rozanskij

Bruxelles ha promesso ai partner centrasiatici di mobilitare entro il 2027 ingenti risorse per investimenti statali e privati, fino a 10 miliardi di euro. La parte più importante andrà per la creazione del corridoio multimodale Transcaspico, che rappresenterà la principale alternativa all’itinerario settentrionale attraverso Russia e Bielorussia. Le reazioni di Mosca. 

Bruxelles (AsiaNews) - Lo scorso 30 gennaio si è concluso a Bruxelles il Forum “Ue-Asia centrale”, in cui gli europei hanno promesso ai partner centrasiatici di mobilitare entro il 2027 ingenti risorse per investimenti statali e privati, fino a 10 miliardi di euro. Come commentano diversi osservatori, ad esempio il politologo Anatolij Ivanov-Vajskopf su Orda.kz, si può prevedere con grande probabilità che “non si dovrà attendere a lungo la risposta di Mosca e di Minsk”, i protettori storici dei Paesi dell’Asia ex-sovietica.

Le risorse europee si dirigono verso i nuovi corridoi asiatici con sempre maggiore intensità dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Interessano il petrolio e il gas, i metalli neri e colorati, gli elementi delle terre rare, il cotone, la lana e i vari tessuti, le materie prime per articoli di ogni genere di mercato. Gli incontri in vari formati si sono moltiplicati negli ultimi due anni, con tutti i cinque Paesi della regione e soprattutto con il Kazakistan, dopo anni in cui le istituzioni europee non sembravano mostrare interesse per queste zone.

Il rappresentante della Ue per gli affari esteri, Joseph Borrel, è intervenuto al Forum di Bruxelles riconoscendo di conoscere ancora molto poco dei Paesi centrasiatici: “In questa difficile contingenza geopolitica l’Asia centrale è diventata per noi un partner importantissimo, ma ancora quattro anni fa, quando arrivai a Bruxelles, per me si trattava di un territorio sconosciuto, mentre ora voi siete al centro di tutto, pietra angolare delle relazioni tra Europa e Asia”. Le reazioni dei leader di Astana, Biškek, Taškent, Dušanbe e Ašgabat a queste parole sono state entusiastiche.

La parte più importante degli investimenti europei andrà per la creazione del corridoio multimodale Transcaspico, che rappresenterà la principale alternativa all’itinerario settentrionale attraverso Russia e Bielorussia. La Banca europea per gli investimenti ha già concluso in proposito un accordo con i governi di Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan per un miliardo e mezzo di euro, destinati allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto. L’obiettivo dichiarato secondo le stime della Commissione europea è di arrivare a uno standard di 15 giorni per la copertura della tratta eurasiatica.

Gli osservatori mettono comunque in guardia i politici centrasiatici, ammonendo di non farsi troppo attrarre dalle “carotine dei colletti bianchi europei”, e di considerare tutti i rischi politici ed economici legati a queste iniziative. Le due settimane per i trasporti, ad esempio, possono funzionare soltanto in condizioni ottimali, e bisogna tener conto anzitutto dell’instabilità del bacino del mar Caspio, con le sue tempeste traditrici che si ripetono abbastanza spesso, e i livelli delle sue acque che possono innalzarsi in modo imprevisto.

L’instabilità politica riguarda invece la tratta caucasica, dove i corridoi tra Azerbaigian e Armenia sono tutt’altro che praticabili, e ci sono ancora molte tensioni al riguardo. Nelle zone di confine della Turchia vi sono poi ancora contrasti con la popolazione curda, che pretende l’autonomia da Ankara e potrebbe causare diversi ostacoli. Non si può neanche ignorare l’esistenza di accordi precedenti, e molto radicati, tra questi Paesi e la Russia, che non ha intenzione di farsi completamente scavalcare e aggirare nelle rotte commerciali, e spesso organizza su questi territori esercitazioni militari anche insieme all’Iran, l’altro Paese campione delle sanzioni occidentali.

La stampa russa del resto ha già reagito alle dichiarazioni di Bruxelles, ovviamente in chiave decisamente negativa. In particolare sono stati rivolti molti rimproveri al Kazakistan e alle sue “illusioni per le promesse dell’Europa”, che hanno portato a concedere l’amministrazione esterna a 22 aeroporti locali. Secondo i media russi, “in Asia centrale ci sarà un’infestazione di consiglieri e lobbisti di ogni corporazione, che useranno i soldi degli investimenti a vantaggio dei soliti centri di potere”, come afferma Izvestija. La strada dell’Eurasia è ancora molto lunga, e certamente non basteranno poche settimane per giungere alla meta.

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