05/01/2021, 08.31
ASIA CENTRALE
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Le sfide del 2021 in Asia centrale

di Vladimir Rozanskij

A breve ci saranno elezioni parlamentari in Kazakhstan e Turkmenistan; presidenziali in Kyrgyzstan e Uzbekistan. Durante la pandemia è cresciuto l’autoritarismo, ma anche le violenze domestiche e i suicidi. Il Tagikistan prepara lo Shanghai (Shanghai-Five), a cui partecipano anche la Cina e la Russia, oltre a India e Pakistan. Una regione in trasformazione a 30 anni dalla fine dell’impero sovietico.

Mosca (AsiaNews) - Il prossimo 10 gennaio in Kazakhstan si terranno le elezioni della camera bassa del parlamento e dei consigli regionali. Lo stesso giorno, in Kyrgyzstan si avranno le elezioni presidenziali e un referendum sulla forma di governo. Si tratta dei primi appuntamenti del nuovo anno per i Paesi ex-sovietici dell’Asia centrale, giunti a una fase cruciale della loro storia a 30 anni dalla fine del comunismo. A marzo si terranno le elezioni del nuovo Maslakhat (camera alta) del Turkmenistan, e anche in Uzbekistan si avvicinano le prossime elezioni presidenziali (entro fine anno), anche se nessun candidato ha ancora presentato la sua candidatura.

Questi Paesi sono caratterizzati da forme molto autoritarie di governo. Queste sono diventate ancora più rigide a causa della pandemia e delle misure di quarantena, imposte in modalità molto contraddittorie e discutibili, criticate da tutte le organizzazioni internazionali.

In tutta l’Asia centrale, durante il 2020, vi è stata una forte crescita di violenze domestiche e di suicidi. Tali drammi non appaiono all’esterno perché i governi hanno preso misure sempre più restrittive, soprattutto per il controllo dei mezzi d’informazione.  In Turkmenistan questi verranno addirittura ridotti d’autorità al formato digitale, sotto il controllo statale.

Il Turkmenistan è l’unico Paese al mondo a non aver voluto ammettere ufficialmente alcun caso di coronavirus. Ma in generale tutti i Paesi della regione hanno dato informazioni molto parziali e inaffidabili sulla pandemia; solo in Kyrgyzstan a luglio i casi di Covid-19 sono stati associati alle statistiche sulle polmoniti. Le autorità turkmene hanno infine proposto di riunire in un forum (in presenza o virtuale) tutti i medici e gli specialisti dei Paesi vicini per valutare la lotta contro il virus, ciò che dovrebbe avvenire nella seconda metà del 2021.

Nel futuro, in alcuni Paesi centro-asiatici sono previsti i censimenti della popolazione, che ha subito molti mutamenti di numero e composizione nei 30 anni post-sovietici. In Kazakistan il censimento era già stato fissato due anni fa, poi è stato rimandato per le dimissioni del presidente Nazarbaev e per la pandemia, e dovrebbe tenersi in ottobre. Anche in Kyrgyzstan il censimento è stato rimandato a quest’anno per il virus; in Tagikistan si attendono nei prossimi mesi i risultati del censimento tenuto l’anno scorso. L’Uzbekistan è l’unico Paese che non ha mai fatto un censimento dal momento dell’indipendenza del 1991, e ora pare intenzionato a realizzarlo entro il 2023. In Turkmenistan il censimento è previsto nel 2022.

Oltre ai confronti sul Covid-19, il Turkmenistan dovrebbe organizzare nel 2021 il Terzo Summit dei capi di stato dell’Asia centrale, rimandato e spostato a causa delle turbolenze di piazza a Biškek in Kyrgyzstan, dove si sarebbe dovuto svolgere l’anno scorso. A Nur-Sultan, capitale del Kazakistan, è prevista invece l’Assemblea del Consiglio Supremo Eurasiatico, dove dovrebbe essere proclamato come “presidente onorario” il suo stesso ideatore, l’ex-presidente kazako Nursultan Nazarbaev. Anche il Tagikistan prepara un summit internazionale, quello dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (Shanghai-Five), a cui partecipano anche la Cina e la Russia, oltre a India e Pakistan.

Infine sono in progetto varie iniziative internazionali per l’area dei Paesi del mar Caspio, tra cui l’Iran e la Russia. Si dovrebbe discutere lo status giuridico delle coste del Caspio e i rapporti, politici ed economici, dei Paesi coinvolti, in una zona con equilibri molto delicati, dopo il recente conflitto nel Nagorno Karabakh.

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