Leone XIV, Solennità dell'Assunta: 'No a logica del conflitto e delle armi'
Oggi, 15 agosto, Assunzione di Maria, da Castel Gandolfo il papa parla di "violenza sorda e insensibile a ogni moto di umanità" nel mondo. L'invito a "non smettere di sperare" nel giorno dell'incontro tra Trump e Putin sull'Ucraina. All'Angleus citato Pio XII: mai più "scempio di vite umane". Nell'omelia: "Dio interrompe la disperazione con la fraternità".
Castel Gandolfo (AsiaNews) - “Non dobbiamo rassegnarci al prevalere della logica del conflitto e delle armi”. È questo uno dei messaggi che papa Leone XIV consegna al mondo da Castel Gandolfo - dove sta vivendo un secondo periodo di riposo estivo fino al 19 agosto - in occasione della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Di fronte al dilagare “di una violenza sempre più sorda e insensibile a ogni moto di umanità”, è fondamentale “non […] smettere di sperare”, ha detto oggi dopo l’Angelus recitato con i fedeli radunati in Piazza della Libertà. Richiamando così il tema che accompagna l’Anno Santo.
Sono i “gloriosi esempi di Maria” che bisogna meditare per “persuadersi sempre meglio del valore della vita umana”, ha aggiunto il pontefice citando Pio XII, che proclamò nel 1950 il dogma dell’Assunzione - “alla gloria celeste in anima e in corpo” - quando era ancora “bruciante” la disumana esperienza della Seconda Guerra Mondiale. Ecco che la pace è indissolubilmente legata alla più importante solennità mariana per la Chiesa cattolica, che si celebra oggi, 15 agosto. Pio XII auspicava nella costituzione apostolica Munificentissimus Deus che non si facesse mai più “scempio di vite umane, suscitando guerre”. Parole “attuali”, ha sottolineato Leone XIV. Che vengono ricordate nel giorno in cui i leader di Russia e Stati Uniti si incontrano in Alaska: sul tavolo le sorti della guerra che lambisce l’Europa, in Ucraina.
La Madre di Gesù “risplende come icona di speranza per i suoi figli pellegrini nella storia”. Papa Prevost, prima della recita della preghiera mariana, ha ricordato anche le parole dei “padri” del Concilio Vaticano II. Così come il poeta fiorentino Dante Alighieri, che nell’ultimo canto della Divina Commedia parla di Maria come “di speranza fontana vivace”. Ritorna il tema del Giubileo - “Pellegrini di speranza”. Il pellegrino ha bisogno di “una meta bella, attraente, che guidi i suoi passi e lo rianimi quando è stanco, che ravvivi sempre nel suo cuore il desiderio e la speranza - ha spiegato il Leone XIV -. Nel cammino dell’esistenza questa meta è Dio, Amore infinito ed eterno, pienezza di vita, di pace, di gioia, di ogni bene”. E ancora: “Quando vengono le nubi e la strada si fa incerta e difficile, alziamo lo sguardo, guardiamo a lei, la nostra Madre, e ritroveremo la speranza che non delude”.
Stamattina, prima della comparsa in piazza della Libertà, il papa ha presieduto la Santa Messa nella Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova (Castel Gandolfo). Dopo la proclamazione del Vangelo di oggi (Lc 1,39-56) - l’episodio della Visitazione, in cui “Maria si alzò e andò in fretta” alla casa di Zaccaria, dalla cugina Elisabetta; tema peraltro della Gmg di Lisbona 2023 - Prevost ha affermato che “oggi contempliamo come Dio vince la morte, mai senza di noi”. “Sulla croce la fiducia ha vinto, ha vinto l’amore che vede ciò che ancora non c’è, ha vinto il perdono”. In quel momento “Maria era là, unita al Figlio”, ha continuato. Ella rappresenta noi “quando non fuggiamo”, quando pronunciamo il nostro “sì”. “Questo giorno di gioia è un giorno che ci impegna a scegliere come e per chi vivere”, ha spiegato papa Leone XIV.
Nel brano dell’evangelista Luca che oggi la liturgia propone, Maria vive un “momento cruciale” per la sua vocazione. “È bello ritornare a quel momento nel giorno in cui celebriamo il traguardo della sua esistenza”, ha affermato il papa. Il Magnificat “sprigiona la luce di tutti i suoi giorni - ha detto -. Un singolo giorno, quello dell’incontro con la cugina Elisabetta, contiene il segreto di ogni altro giorno, di ogni altra stagione”. Così come accaduto in quella casa, “la Risurrezione entra anche oggi nel nostro mondo”. “Le parole e le scelte di morte sembrano prevalere, ma la vita di Dio interrompe la disperazione attraverso concrete esperienze di fraternità, attraverso nuovi gesti di solidarietà”. Il Canto di Maria “rafforza nella speranza gli umili, gli affamati, i servi operosi di Dio”.
Talvolta prevalgono nella vita quotidiana “le sicurezze umane, un certo benessere materiale e quella rilassatezza che addormenta le coscienze”, ha aggiunto, che fanno “invecchiare” la fede. La Chiesa, però, ringiovanisce grazie al Magnificat “dei poveri e degli umili”. “Anche oggi le comunità cristiane povere e perseguitate, i testimoni della tenerezza e del perdono nei luoghi di conflitto, gli operatori di pace e i costruttori di ponti in un mondo a pezzi sono la gioia della Chiesa”, ha continuato il pontefice. “Fratelli e sorelle, quando in questa vita ‘scegliamo la vita’ (cfr Dt 30,19), allora in Maria, assunta in Cielo, abbiamo ragione di vedere il nostro destino”.