04/11/2013, 00.00
CINA - TIBET
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Lhasa, l'affondo del governo: Oscuriamo la voce del Dalai Lama

Il Segretario provinciale del Partito comunista annuncia una nuova stretta sui mezzi di comunicazione, per "impedire che la propaganda reazionaria raggiunga la popolazione". Le parole del leader buddista "devono sparire". Per farlo, previsto il sequestro delle antenne paraboliche.

Lhasa (AsiaNews/Agenzie) - Il governo della provincia tibetana ha lanciato una nuova campagna per "colpire duro contro ogni voce che vuole creare disordini e fomentare insurrezioni" in Tibet. Lo scopo principale è eliminare la voce del Dalai Lama, leader del buddismo tibetano in esilio in India, la cui "propaganda" va abolita da internet, televisioni e ogni altro mezzo di comunicazione. Lo ha annunciato Chen Quanguo, capo del Partito locale, con un articolo sul giornale comunista Qiushi ["Cercare la verità" ndt].

Nel testo, Chen ha chiarito che il governo "vuole essere sicuro che soltanto la sua voce, la voce ufficiale, venga ascoltata dai tibetani. Dobbiamo colpire duro la propaganda reazionaria, impedire che entri in Tibet". Per raggiungere lo scopo le autorità hanno intenzione di confiscare le parabole satellitari illegali, aumentare il controllo del traffico internet e registrare ogni utente della Rete e ogni possessore di telefoni cellulari.

L'articolo fa un chiaro riferimento al Dalai Lama: "Dobbiamo lavorare duramente per far sì che la voce e l'immagine del Partito siano ascoltati e visti in tutta la regione. E per evitare che la voce e l'immagine delle forze nemiche e della cricca del Dalai siano inascoltate e ignorate". Pechino definisce il Nobel per la pace "un lupo vestito da monaco" e lo accusa da anni di cercare "con ogni mezzo" l'indipendenza del Tibet. Da parte sua, il Dalai Lama ha chiarito diverse volte che il suo scopo è solo quello di ottenere autonomia culturale e religiosa per l'etnia tibetana.

 

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