27/01/2023, 10.43
SRI LANKA
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Malayagam, 200 anni di diritti negati per il popolo delle piantagioni

di Melani Manel Perera

Nel febbraio 1823 i governanti inglesi spostarono nello Sri Lanka migliaia di lavoratori dal Sud dell'India come manodopera a basso costo. La denuncia di "Voice of Plantation People": "Due secoli dopo nei distretti di Galle e Matara la loro condizione non è cambiata: vivono tuttora senza diritti sulla terra e una casa propria".

Colombo (Asia News) - Nel 2023 ricorrono i 200 anni da quando le popolazioni delle piantagioni o "malayagam" hanno iniziato a dare un grande contributo all'economia dello Sri Lanka. Eppure sono tuttora privi di diritti fondamentali e si trovano ad affrontare molti problemi sociali, economici, culturali e politici. È la denuncia dell'organizzazione "Voice of Plantation People" che proprio in occasione di questo bicentenario ha consegnato una petizione al presidente dello Sri Lanka.

Il responsabile dell’associazione Anthony Jesudasan, in una conferenza stampa a Colombo, ha ricordato come i documenti storici attestino che questi Tamil, che da 200 anni contribuiscono in modo significativo allo sviluppo economico dello Sri Lanka, nel febbraio 1823 furono portati dai governi coloniali britannici sull’isola dall'India del Sud per lavorare come manodopera a basso costo nell'industria delle piantagioni: “È discutibile che questi lavoratori tamil, che hanno dato le loro spalle all'economia di questo Paese, non possano accedere ai diritti di cui godono gli altri cittadini che vivono nello stesso Paese, dovendo comunque vivere sotto il controllo dell’autorità delle piantagioni. Sono privi dei diritti amministrativi, vivono tuttora senza una casa e una terra propria. Eppure in 200 anni hanno contribuito su larga scala al reddito nazionale lordo dello Sri Lanka”.

Il problema riguarda in maniera particolare i malayagam che vivono nei distretti meridionali di Galle e Matara. “Dopo il disastro del 2003 – aggiunge Anton Vanathaiah, segretario di Voice of Plantation People - alle vittime è stato assegnato un appezzamento di terreno, ma nonostante siano passati ormai quasi vent’anni, non è stato dato loro nemmeno un pezzo di carta che attesti il diritto a quel terreno. Non c’è alcun documento nemmeno negli uffici governativi competenti”.

“Nel distretto di Matara vi sono 5 scuole tamil, ma si trovano in aree molto difficili: i genitori non possono permettersi le spese per raggiungerle. Pertanto, devono essere mandati nella scuola sinhala più vicina e devono studiare il buddismo invece dell'induismo. C’è carenza di insegnanti per materie come la matematica e l'inglese: per questo l'istruzione superiore dei bambini tamil delle piantagioni è stata finora fortemente compromessa”.

Intanto le autorità di New Delhi premono per l’attuazione di misure in favore dei lavoratori delle piantagioni, in gran parte tamil di origine indiana. Il presidente dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe ha convocato un nuovo incontro di tutti i partiti, nell’ambito del negoziato lanciato il mese scorso con l’Alleanza Nazionale Tamil. Il capo dello Stato aveva espresso l’ambizioso obiettivo di arrivare a un’intesa entro il 4 febbraio, giorno in cui ricorrono i 75 anni dall’indipendenza dello Sri Lanka.

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