21/04/2023, 14.17
VATICANO
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Messaggio ai buddhisti per Vesak: compassione antidoto alle crisi globali

Nel testo inviato dal Dicastero per il Dialogo interreligioso per la ricorrenza l’auspicio di un incontro tra karuna buddhista e agape cristiano per collaborare alla guarigione delle ferite dell’umanità e della Terra. “Lavoriamo insieme per un mondo più giusto, pacifico e unito”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La grande vulnerabilità sperimentata dall’uomo e dal mondo oggi richiede a cristiani e buddhisti “nuove forme di solidarietà plasmate dalle nostre rispettive tradizioni religiose, a cui guardiamo per trovare ‘risposte agli enigmi irrisolti della condizione umana che agitano profondamente il cuore degli uomini’ (cfr. Nostra Aetate 1)”. Lo scrive il Dicastero per il Dialogo interreligioso nel messaggio inviato al mondo buddhista in occasione del Vesak, la festa che celebra la nascita, l'illuminazione e la morte del Buddha e che quest'anno cade il 5 maggio.

Il testo – firmato dal prefetto del dicastero, il card. Ángel Ayuso Guixot, e dal segretario, mons. Indunil Janakaratne Kodithuwakku Kankanamalage - è intitolato “Guarire le ferite dell’umanità e della Terra con Karuna Agape”. “La maggiore capacità di comunicazione del mondo globalizzato di oggi - osservano i due presuli - ci ha reso consapevoli che i problemi che affrontiamo non sono isolati, ma sono il risultato di tensioni e mali che coinvolgono tutta l'umanità. Le ferite che affliggono il mondo sono molte: la povertà, la discriminazione e la violenza; l'indifferenza verso i poveri, la schiavitù derivante da modelli di sviluppo che non rispettano la persona umana e la natura; l'odio motivato e alimentato da estremismi religiosi e nazionalistici; e soprattutto, un atteggiamento di disperazione verso la vita che si esprime attraverso vari generi di ansia e dipendenza. Tutte queste realtà mettono dolorosamente a nudo la nostra comune vulnerabilità”.

Ma proprio questa esperienza chiama in causa il potenziale delle tradizioni religiose per offrire “rimedi in grado di curare le nostre gravi ferite e quelle delle nostre famiglie, delle nostre nazioni e del nostro pianeta. Cari amici buddisti - scrivono i responsabili del Dicastero per il Dialogo interreligioso - voi offrite la guarigione incarnando karuna - la compassione verso tutti gli esseri, insegnata dal Buddha o agendo in modo disinteressato come fece il Bodhisattva, che rinunciò a entrare nel Nirvana e rimase nel mondo per adoperarsi ad alleviare la sofferenza di tutti gli esseri fino alla loro liberazione”. Il messaggio cita in proposito una frase del Buddha tratta dall’Abhidhamma Pitakaya Vibhanga, in cui si dice che la persona interamente informata da karuna compie questa azione di alleviare le sofferenze “in una direzione e anche in una seconda direzione, in una terza direzione, in una quarta direzione”. “Coloro che dimorano con la mente accompagnata dalla compassione - commenta il messaggio - offrono un antidoto alle crisi globali che abbiamo menzionato, offrendo una compassione completa in risposta a mali diffusi e interconnessi”.

“Allo stesso modo – proseguono in card. Ayuso Guixot e mons. Indunil Kodithuwakku - per i cristiani non c'è rimedio più efficace della pratica dell'agape (amore disinteressato), la grande eredità che Gesù ha lasciato ai suoi seguaci. Gesù offre ai suoi discepoli il dono dell'amore divino - l'agape - e insegna loro ad amarsi gli uni gli altri”. A questo proposito il messaggio racconta ai fedeli buddhisti il cuore della parabola del buon samaritano.

“Sforziamoci di vivere con maggiore amore e compassione - concludono i responsabili del Dicastero per il Dialogo interreligioso - e lavoriamo insieme per costruire un mondo più giusto, pacifico e unito. Possiate ‘irradiare amore sconfinato verso il mondo intero - sopra, sotto e attraverso - senza ostacoli, senza cattiva volontà, senza inimicizia’ (Karaniya Metta Sutta, Sn. 1.8). E possiate godere, cari fratelli e sorelle buddisti, di abbondanti benedizioni e della gioia di contribuire alla guarigione delle ferite della società e della Terra, la nostra casa comune”.

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