05/12/2025, 13.31
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Modi sfida Washington e incrementa gli scambi commerciali con Mosca

In visita a New Delhi per la prima volta dal 2021 Vladimir Putin ha annunciato un piano di cooperazione economica con l'India fino al 2030. Delhi sta da tempo cercando di bilanciare i rapporti tra gli Stati Uniti, che hanno imposto pesanti dazi, e la Russia, che resta il primo fornitore d'armi. Nessun nuovo contratto sulla difesa, ma accordi su energia, nucleare, cantieristica e migrazione lavorativa con l'obiettivo di portare gli scambi bilaterali a 100 miliardi di dollari l’anno.

New Delhi (AsiaNews) - Il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi oggi hanno annunciato che amplieranno i loro commerci e approfondiranno le loro relazioni diplomatiche, ignorando le pressioni degli Stati Uniti, che a suon di minacce stavano tentando di provocare un allontanamento di Delhi da Mosca, almeno sul piano commerciale.

Putin è atterrato ieri a New Delhi dove è stato calorosamente accolto da Modi. Si tratta della prima visita di Putin in India dal 2021 e dall’invasione dell'Ucraina nel 2022, e di un viaggio che avviene in un contesto di delicato riallineamento geopolitico: negli ultimi mesi l’India si è allontanata dagli Stati Uniti, che hanno imposto dazi pesanti dopo aver più volte chiesto e Delhi di smettere di comprare il petrolio russo. Trump aveva accusato l’India di finanziare la guerra della Russia in Ucraina e aveva imposto un’ulteriore tariffa del 25% sulle importazioni indiane, già colpite da dazi al 50%, una questione a cui i negoziatori indiani si stanno ancora dedicando. Anche se diverse compagnie petrolifere indiane hanno ridotto l’acquisto di greggio russo, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina un terzo delle importazioni di petrolio dell’India provenivano dalla Russia

Da tempo Modi sta cercando di bilanciare le pressioni provenienti da Washington, il suo più grande partner commerciale, e da Mosca, che resta il principale fornitore d’armi insieme a USA, Francia e Israele. Tradizionalmente l’India ha cercato di mantenere una politica di non allineamento e una certa autonomia strategica, anche per evitare di favorire l’approfondimento dei rapporti tra Russia e Cina, da sempre rivale di Delhi. Tuttavia, in risposta alle pressioni statunitensi, l’India ha di recente riaperto i canali diplomatici con Pechino.

E ora Modi non sembra disdegnare di volersi legare di più a Mosca sul piano economico in risposta ai dazi statunitensi: Modi e Putin hanno concordato di diversificare i loro legami commerciali oltre al petrolio e alla difesa. La Russia ha dichiarato di voler importare più beni indiani nel tentativo di aumentare il volume degli scambi fino a 100 miliardi di dollari entro il 2030. Modi ha ribadito l'importanza della partnership tra i due Paesi: “Abbiamo concordato un programma di cooperazione economica per il periodo fino al 2030. Ciò renderà i nostri scambi commerciali e i nostri investimenti più diversificati, equilibrati e sostenibili”, ha affermato il premier indiano in conferenza stampa.

Ignorando le minacce statunitensi, Putin ha dichiarato che Mosca continuerà ad assicurare “forniture di combustibile ininterrotte” all’India. “I leader hanno sottolineato che, nell’attuale situazione geopolitica complessa, tesa e incerta, i legami russo-indiani restano resistenti alle pressioni esterne”, si legge nella dichiarazione congiunta. 

Ieri, in un’intervista a India Today, Putin aveva ribadito che il commercio di fonti di energia “sta procedendo senza intoppi” e aveva anche citato il progetto di costruzione della più grande centrale nucleare indiana, a Kudankulam, nello Stato meridionale del Tamil Nadu. “Due delle sei unità sono già collegate alla rete e quattro sono in costruzione. Una volta pienamente operative, daranno un contributo importante al fabbisogno energetico pulito e accessibile dell'India”. Delhi si è posta come obiettivo di produrre 100 GW di energia nucleare entro il 2070, ovvero un aumento di più di 10 volte la sua capacità attuale.

Non sono stati annunciati grandi accordi nel settore della difesa (Modi ha ribadito che nella guerra in Ucraina l’India “si è schierata a favore della pace fin dall’inizio”), ma sono stati firmati accordi sulla costruzione navale e sullo scambio di minerali, a sottolineare l’importanza dei commerci. Dalle dichiarazioni congiunte emerge chiaramente che l’obiettivo di entrambi i Paesi è aumentare gli scambi bilaterali, che oggi valgono più di 60 miliardi di dollari l’anno. È importante ricordare, inoltre, che le importazioni indiane di armi dalla Russia sono passate dal 72% nel periodo 2010–2014 al 36% nel periodo 2020–2024, segnalando ancora una volta la volontà dell'India di mantenere una certa indipendenza strategica, e di non volersi legare militarmente a Mosca, almeno per il momento. 

Delhi e Mosca hanno concordato di favorire il trasferimento degli indiani in Russia per lavoro insieme all’istituzione di nuovi consolati indiani in Russia (mentre gli Stati Uniti stanno complicando le procedure per ottenere i visti lavorativi per centinaia di migliaia di indiani impiegati soprattutto nelle industrie tech), di creare una joint venture per la produzione di fertilizzanti in Russia e di rafforzare la cooperazione nei settori dell’agricoltura, della sanità e dei trasporti marittimi. Putin ha anche annunciato che in India aprirà l’emittente Russia Today, che trasmetterà “informazioni oggettive” su quanto accade nel Paese.

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