11/06/2025, 12.54
VATICANO
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Papa Leone XIV all'udienza: 'Non c'è grido che Dio non ascolti'

Prevost ha incontrato circa 40mila fedeli in piazza San Pietro. Continuando le catechesi giubilari sul tema "Gesù Cristo nostra speranza" ha commentato l'episodio della guarigione del cieco Bartimeo a Gerico: "Mai abbandonare la speranza anche quando ci sentiamo perduti”. La preghiera per le vttime del massacro nella scuola di Graz, Austria. Stamane l'incontro con Guterres, Segretario generale dell'Onu.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Sono in circa 40mila i fedeli accorsi in piazza San Pietro stamane per assistere all’udienza generale del mercoledì con papa Leone XIV. In una giornata assolata, dopo il consueto giro in papamobile, hanno ascoltato la catechesi del pontefice, che si inserisce nel ciclo per il Giubileo dal tema “Gesù Cristo nostra speranza”. Al centro del testo odierno - letto da Prevost dal sagrato della basilica petrina - la figura del cieco Bartimeo, guarito da Gesù a Gerico (cfr Mc 10,40-52). “Non bisogna mai abbandonare la speranza anche quando ci sentiamo perduti”, ha affermato papa Leone XIV. 

Così, il pontefice ha iniziato la riflessione citando un “aspetto essenziale” della vita di Gesù: le sue guarigioni. “Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci!”, ha aggiunto. Bartimeo, ha spiegato Prevost, significa “figlio di Timeo”. È un nome che lo descrive "attraverso una relazione, eppure lui è drammaticamente solo”. Egli, infatti, “non riesce a vivere ciò che è chiamato a essere”. È fermo, seduto lungo la strada, non segue la folla che sta presso Gesù. Ma usa le sue risorse, ovvero il grido: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!” (v. 47). È cieco, “ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù”. Cristo si ferma, perché “non c’è nessun grido che Dio non ascolti”, lo fa chiamare, “lo spinge a rialzarsi, si fida della sua possibilità di camminare”.

Bartimeo può tornare a camminare, ma per farlo anzitutto getta via il proprio mantello. “Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge”, ha spiegato Prevost. Infatti, spesso ciò che blocca le persone da un movimento, un salto di qualità, sono proprio “le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare”. Bartimeo espone, in questo modo, tutta la sua “vulnerabilità”; passaggio fondamentale per ogni “cammino di guarigione”.

Gesù gli chiede cosa può fare per lui, non dà per scontato i suoi desideri. Il mendicante usa il verbo anablepein, che significa “vedere di nuovo”, o “alzare lo sguardo”, ha spiegato papa Leone. Il mendicante “non vuole solo tornare a vedere, vuole ritrovare anche la sua dignità”. “Ciò che salva Bartimeo, e ciascuno di noi, è la fede. Gesù ci guarisce perché possiamo diventare liberi”, ha continuato il pontefice.

Al termine dell’udienza, papa Leone XIV a assicurato la propria preghiera per le vittime del massacro avvenuto ieri nella scuola di Graz, in Austria, che ha causato almeno 11 vittime. “Sono vicino alle famiglie, agli insegnanti, e ai compagni di scuola. Il Signore accolga nella sua pace questi suoi figli”, ha affermato. Poi, rivolgendosi ai pellegrini di lingua italiana, dopo i saluti nelle altre lingue, ha aggiunto: “Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica prossima celebreremo la solennità della Santissima Trinità. Auguro che la contemplazione del mistero trinitario vi introduca sempre più nell'Amore divino”. 

In mattinata, alle ore 9:00, presso lo studio dell’Aula Paolo VI, papa Leone XIV ha incontrato privatamente anche Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite. Si tratta del primo incontro personale tra i due, dopo l’insediamento di Prevost. 

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