04/09/2022, 12.34
VATICANO
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Papa: con il sorriso di Luciani la Chiesa trasmetta la bontà del Signore

Francesco ha presieduto in piazza San Pietro la beatificazione di Giovanni Paolo I, il papa il cui pontificato durò solo 33 giorni. Affidato all’artista cinese Yan Zhang il ritratto ufficiale esposto sulla loggia di piazza San Pietro.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Lo stile di Dio non è quello di chi cerca il potere, ma quello di chi ama anche se questo “costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati”. Lo ha detto oggi papa Francesco durante la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo I, il pontefice che nel 1978 guidò la Chiesa per soli 33 giorni lasciando a tutti il ricordo del suo sorriso. Il rito si è svolto in una piazza San Pietro gremita di fedeli giunti soprattutto da Belluno, Vittorio Veneto e Venezia, i luoghi dove Albino Luciani visse tra il 1912 e la sua elezione al soglio di Pietro.

Commentando il brano di Vangelo proposto dalla liturgia di oggi (Lc 14,25-33) il papa ha marcato la differenza tra lo stile di Gesù e quello di chi “approfittando delle paure della società e promettendoci di essere il ‘salvatore’ che risolverà i problemi, vuole accrescere il proprio gradimento e il proprio potere, la propria figura, la propria capacità di avere le cose in pugno”. Gesù – ha osservato Francesco - “sembra preoccuparsi quando la gente lo segue con euforia e facili entusiasmi. Chiede a ciascuno di discernere con attenzione le motivazioni per cui lo segue”. Anche “dietro una perfetta apparenza religiosa si può nascondere la mera soddisfazione dei propri bisogni, la ricerca del prestigio personale, il desiderio di avere un ruolo, di tenere le cose sotto controllo, la brama di occupare spazi e di ottenere privilegi, l’aspirazione a ricevere riconoscimenti e altro ancora. Questo succede oggi fra i cristiani. Ma questo non è lo stile di Gesù”. Seguirlo – al contrario – vuol dire “farsi carico dei pesi propri e dei pesi degli altri, fare della vita un dono, non un possesso, spenderla imitando l’amore generoso e misericordioso che Egli ha per noi”.

“Il nuovo beato – detto il pontefice indicando Giovanni Paolo I - ha vissuto così: nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine. Egli ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali, ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria”.

“Con il sorriso – ha proseguito Francesco - papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore. È bella una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo”. “Preghiamo questo nostro padre e fratello – ha aggiunto - chiediamo che ci ottenga ‘il sorriso dell’anima’, quello trasparente, quello che non inganna. Chiediamo quello che lui stesso era solito domandare: ‘Signore, prendimi come sono, con i miei difetti, con le mie mancanze, ma fammi diventare come tu mi desideri’”.

Al momento dell’Angelus – infine – il pensiero del papa è tornato ancora una volta al dramma della guerra: “Ci rivolgiamo a Maria perché ottenga pace in tutto il mondo e specialmente nella martoriata Ucraina. Lei ci aiuti a seguire l’esempio e la santità di vita di Giovanni Paolo I”.

La beatificazione di Giovanni Paolo I è stata l’occasione anche per un ponte importante tra Roma e l’Asia. Il ritratto ufficiale del nuovo beato, esposto sulla facciata della basilica di San Pietro e svelato come di consueto durante la cerimonia, è opera di un artista cinese, il pittore Yan Zhang. Originiario di Neijiang, nella provincia del Sichuan, dov'è nato nel 1963 ha vissuto in Tibet negli anni Novanta traendo ispirazione dalla spiritualità buddhista. Artista di fama internazionale, già nel 2017 aveva donato a papa Francesco due sue opere, Iron Staff Lama (1993) e Cham Dance (1995), custodite oggi dai Musei Vaticani. In un video diffuso dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I riguardo al ritratto realizzato per questa beatificazione, Yan Zhang racconta di aver utilizzato delle tecniche pittoriche tipicamente cinesi. “Il fondamento dell’intero dipinto è il sorriso, un sorriso che emerge da tutto il corpo e trasmette un certo spirito, una certa forza”.

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