17/01/2024, 10.49
VATICANO
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Papa: l'amore possessivo è il demone della lussuria

All'udienza generale papa Francesco ha invitato a guardare alla radice delle "relazioni tossiche" che anche tragici fatti di cronaca portano alla ribalta. Alla viglia della Settimana per l'unità dei cristiani l'invito a pregare perché "i cristiani raggiungano una piena comunione e rendano una unanime testimonianza di amore verso tutti". E al World Economic Forum scrive: "La pace non può essere altro che il frutto della giustizia".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Dietro alle “relazioni tossiche” che trasformano l’istinto sessuale in un possesso che depreda e consuma l’altro e che sempre più spesso sfocia in tragici fatti di cronaca come i femminicidi, c’è la banalizzazione dell’idea della castità. Che non va confusa con “l’astinenza sessuale” ma è educazione al rispetto dell’altro nel rapporto di coppia.

Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi ai fedeli nel corso dell’udienza generale tenuta nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Proseguendo il ciclo di catechesi sui vizi e le virtù, il pontefice si è soffermato sulla lussuria. “Mentre la gola è la voracità nei confronti del cibo – ha spiegato - questo secondo vizio è una sorta di ‘voracità’ verso un’altra persona, cioè il legame avvelenato che gli esseri umani intrattengono tra di loro, specialmente nella sfera della sessualità”.

Il papa ha ricordato che “nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale”, tanto è vero che un libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici, “è uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati”. “Tuttavia, - ha aggiunto - questa dimensione così bella della nostra umanità non è esente da pericoli”.  “Se non viene inquinato dal vizio, l’innamoramento è uno dei sentimenti più puri. Una persona innamorata smette di pensare a sé stessa per essere completamente proiettata verso l’altro. E se chiedete a un innamorato per quale motivo ami, non troverà una risposta: per tanti versi il suo è un amore incondizionato, senza nessuna ragione”.

Ma la lussuria è proprio il vizio che va a deturpare questo sentimento, ed è “particolarmente odioso”. Innanzitutto perché devasta le relazioni tra le persone. Per documentarlo – ha commentato papa Francesco – “è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite?”. In questi amori è mancata la castità: “virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale”, ma è piuttosto “la volontà di non possedere mai l’altro”. “Amare è rispettare l’altro, ricercare la sua felicità, coltivare empatia per i suoi sentimenti, disporsi nella conoscenza di un corpo, di una psicologia e di un’anima che non sono i nostri, e che devono essere contemplati per la bellezza di cui sono portatori. La lussuria, invece, si fa beffe di tutto questo: depreda, rapina, consuma in tutta fretta, non vuole ascoltare l’altro ma solo il proprio bisogno e il proprio piacere”.

Ma c’è anche una seconda ragione per cui la lussuria è un vizio pericoloso. “Tra tutti i piaceri dell’uomo – ha detto ancora Francesco - la sessualità ha una voce potente. Coinvolge tutti i sensi; dimora sia nel corpo che nella psiche; è bellissimo ma se non disciplinata con pazienza, se non iscritta in una relazione e in una storia dove due individui la trasformano in una danza amorosa, essa si muta in una catena che priva l’uomo di libertà. Il piacere sessuale è minato dalla pornografia: soddisfacimento senza relazione che può generare forme di dipendenza”.

“Vincere la battaglia contro la lussuria, contro la ‘cosificazione’ dell’altro - ha aggiunto il papa -  può essere un’impresa che dura tutta una vita. Però il premio di questa battaglia è il più importante in assoluto, perché si tratta di preservare quella bellezza che Dio ha scritto nella sua creazione quando ha immaginato l’amore tra l’uomo e la donna. Quella bellezza che ci fa credere che costruire una storia insieme è meglio che andare a caccia di avventure, coltivare tenerezza è meglio che piegarsi al demone del possesso, servire è meglio che conquistare. Perché se non c’è l’amore - ha concluso - la vita è triste solitudine”.

Nei saluti ai gruppi di pellegrini presenti, infine, papa Francesco ha ricordato che domani inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che quest’anno ha per tema il comandamento “Ama il Signore Dio tuo e ama il prossimo come te stesso”. “Invito a pregare - ha detto il pontefice - affinché i cristiani raggiungano una piena comunione e rendano una unanime testimonianza di amore verso tutti, specialmente verso i più fragili”.

Sempre oggi la Santa Sede ha diffuso il testo di una lettera che papa Francesco ha inviato alle personalità della politica e dell'economia mondiale che partecipano al World Economic Forum di Davos. "La pace a cui anelano i popoli del nostro mondo - scrive loro il pontefice - non può essere altro che il frutto della giustizia. Richiede qualcosa di più del semplice accantonamento degli strumenti di guerra; richiede di affrontare le ingiustizie che sono alla base dei conflitti. Com'è possibile che nel mondo di oggi si muoia ancora di fame, si venga sfruttati, condannati all'analfabetismo, privati di cure mediche di base e di un tetto? In un mondo sempre più minacciato da violenza, aggressione e frammentazione - conclude il pontefice - è essenziale che gli Stati frammentazione, è essenziale che gli Stati e le imprese si uniscano nella promozione di modelli di globalizzazione lungimiranti ed eticamente validi, che per loro stessa natura devono comportare la subordinazione della ricerca del potere e del guadagno individuale, sia esso politico o economico, al bene comune della nostra famiglia umana, dando priorità ai poveri, ai bisognosi e a coloro che si trovano nelle situazioni più vulnerabili".

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