17/12/2020, 12.05
VATICANO
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Papa: la pace si costruisce educando al rispetto e alla cura di deboli e creato

Il messaggio di Francesco per la Giornata mondiale della pace. Tutti abbiano accesso al vaccino per il Covid. Dal cristianesimo i concetti di persona e e bene comune. La dottrina sociale della Chiesa “prezioso patrimonio di principi, criteri e indicazioni, da cui attingere la ‘grammatica’ della cura”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – In questo tempo segnato dalla pandemia di Covid-19, da perenni conflitti e dalla crisi climatica, “il timone della dignità della persona umana e la ‘bussola’ dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune” praticando e promuovendo la “cultura della cura”. E’ quanto afferma papa Francesco nel messaggio per la 54ma Giornata mondiale della pace che sarà celebrata all’inizio del prossimo anno, reso noto oggi.

Francesco apre il suo documento con il ringraziamento a quanti stanno operando contro la pandemia – “medici, infermieri, farmacisti, ricercatori, volontari, cappellani e personale di ospedali e centri sanitari” – e lancia un appello perché “i malati e tutti coloro che sono più poveri e più fragili” abbiano accesso al vaccino. “Duole constatare – aggiunge - che, accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà, prendono purtroppo nuovo slancio diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione”.

Già la Bibbia e più ancora l’operato di Gesù affermano poi “la dignità inviolabile della persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio” e manifestano “il piano divino per preservare l’armonia della creazione”.

L’esperienza dei cristiani della prima generazione che “praticavano la condivisione perché nessuno tra loro fosse bisognoso” ha dato origine, nel tempo, alla dottrina sociale della Chiesa che “offrendosi a tutte le persone di buona volontà come un prezioso patrimonio di principi, criteri e indicazioni, da cui attingere la ‘grammatica’ della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato”. E’ in tale ambito che è nato il concetto di persona – concetto che “dice sempre relazione, non individualismo, afferma l’inclusione e non l’esclusione, la dignità unica e inviolabile e non lo sfruttamento” – e della uguale dignità di tutti gli uomini, fondamento dei diritti umani. “Come pure i doveri, che richiamano ad esempio la responsabilità di accogliere e soccorrere i poveri, i malati, gli emarginati, ogni nostro «prossimo, vicino o lontano nel tempo e nello spazio”.

E’ la base del concetto di bene comune, ossia dell’“insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente”. “Pertanto, i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future”. Di qui e tenendo presente che “pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse”, Francesco chiede a governi e istituzioni internazionali “a prendere in mano questa ‘bussola’ dei principi sopra ricordati, per imprimere una rotta comune al processo di globalizzazione, una rotta veramente umana”. “E ciò sarà possibile soltanto con un forte e diffuso protagonismo delle donne, nella famiglia e in ogni ambito sociale, politico e istituzionale”.

Il messaggio ribadisce che la promozione della cultura della cura richiede un processo educativo “e la bussola dei principi sociali costituisce, a tale scopo, uno strumento affidabile per vari contesti tra loro correlati”. Si comincia dalla famiglia, che “ha bisogno di essere posta nelle condizioni per poter adempiere tale compito vitale e indispensabile” e, “sempre in collaborazione con la famiglia”, da altri soggetti preposti all’educazione, e “analogamente, per certi aspetti, i soggetti della comunicazione sociale”. “Essi sono chiamati a veicolare un sistema di valori fondato sul riconoscimento della dignità di ogni persona, di ogni comunità linguistica, etnica e religiosa, di ogni popolo e dei diritti fondamentali che ne derivano”.

“L’educazione costituisce uno dei pilastri di società più giuste e solidali” e “le religioni in generale, e i leader religiosi in particolare, possono svolgere un ruolo insostituibile nel trasmettere ai fedeli e alla società i valori della solidarietà, del rispetto delle differenze, dell’accoglienza e della cura dei fratelli più fragili”.

“A quanti sono impegnati al servizio delle popolazioni, nelle organizzazioni internazionali, governative e non governative, aventi una missione educativa”, il Papa rivolge il suo “incoraggiamento, affinché si possa giungere al traguardo di un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, di dialogo costruttivo e di mutua comprensione. Mi auguro che questo invito, rivolto nell’ambito del Patto educativo globale, possa trovare ampia e variegata adesione”.

“La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce – conclude il messaggio - una via privilegiata per la costruzione della pace. In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”. (FP)

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