28/04/2018, 12.38
VATICANO
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Papa: non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente accettabile

La scienza, come qualsiasi altra attività umana, “sa di avere dei limiti da rispettare per il bene dell’umanità stessa, e necessita di un senso di responsabilità etica”. “Se vogliamo preparare il futuro assicurando il bene di ogni persona umana, dobbiamo agire con una sensibilità tanto maggiore quanto più i mezzi a nostra disposizione diventano potenti”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Non tutto ciò che è tecnicamente possibile o fattibile è per ciò stesso eticamente accettabile”. La scienza, quindi, come qualsiasi altra attività umana, “sa di avere dei limiti da rispettare per il bene dell’umanità stessa, e necessita di un senso di responsabilità etica”. L’ha ribadito oggi papa Francesco nel corso di un incontro con i partecipanti alla IV Conferenza internazionale sulla Medicina rigenerativa promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione con la Cura Foundation, STOQ e Stem for Life Foundation, che si svolge in Vaticano dal 26 al 28 aprile sul tema: “Unite To Cure A Global Health Care Initiative”.

Nel suo intervento, il Papa ha ricordato il limite dell’eticamente accettabile in un contesto nel quale “la Chiesa elogia ogni sforzo di ricerca e di applicazione volto alla cura delle persone sofferenti”. “La vera misura del progresso – ha aggiunto - come ricordava il beato Paolo VI, è quello che mira al bene di ogni uomo e di tutto l’uomo (cfr Lett. enc. Populorum progressio, 14)”.

Parlando poi dei temi della conferenza, Francesco ha detto che “siamo sempre più consapevoli del fatto che molti mali potrebbero essere evitati se ci fosse una maggiore attenzione allo stile di vita che assumiamo e alla cultura che promuoviamo. Prevenire significa avere uno sguardo lungimirante verso l’essere umano e l’ambiente in cui vive. Significa pensare a una cultura di equilibrio in cui tutti i fattori essenziali – educazione, attività fisica, dieta, tutela dell’ambiente, osservanza dei ‘codici di salute’ derivanti dalle pratiche religiose, diagnostica precoce e mirata, e altri ancora – possono aiutarci a vivere meglio e con meno rischi per la salute. Questo è particolarmente importante quando pensiamo ai bambini e ai giovani, che sono sempre più esposti ai rischi di malattie legate ai cambiamenti radicali della civiltà moderna. Basta riflettere sull’impatto che hanno sulla salute umana il fumo, l’alcol o le sostanze tossiche rilasciate nell’aria, nell’acqua e nel suolo (cfr Lett. enc. Laudato si’, 20). Un’alta percentuale dei tumori e altri problemi di salute negli adulti può essere evitata attraverso misure preventive adottate durante l’infanzia. Questo, però, richiede un’azione globale e costante che non può essere delegata alle istituzioni sociali e governative, ma domanda l’impegno di ciascuno. Urge, perciò, la necessità di diffondere una maggiore sensibilità tra tutti per una cultura di prevenzione come primo passo verso la tutela della salute”.

“Se vogliamo preparare il futuro assicurando il bene di ogni persona umana, dobbiamo agire con una sensibilità tanto maggiore quanto più i mezzi a nostra disposizione diventano potenti. Questa è la nostra responsabilità verso l’altro e verso tutti gli esseri viventi. Infatti, c’è bisogno di riflettere sulla salute umana in un contesto più ampio, considerandola non solo in rapporto alla ricerca scientifica, ma anche alla nostra capacità di preservare e tutelare l’ambiente e all’esigenza di pensare a tutti, specialmente a chi vive disagi sociali e culturali che rendono precari sia lo stato di salute sia l’accesso alle cure”.

“Pensare il futuro significa, quindi, intraprendere un itinerario segnato da un duplice movimento. Il primo, ancorato a una riflessione interdisciplinare aperta che coinvolga molteplici esperti e istituzioni e permetta uno scambio reciproco di conoscenze; il secondo, costituito dalle azioni concrete a favore di chi soffre. Entrambi questi movimenti esigono la convergenza di sforzi e di idee capaci di coinvolgere rappresentanti di varie comunità: scienziati e medici, pazienti, famiglie, studiosi di etica e di cultura, leader religiosi, filantropi, rappresentanti dei governi e del mondo imprenditoriale. Sono particolarmente felice che questo processo sia già in corso, e che questa iniziativa idealmente unisca già molti per il bene di tutti”.

 

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