15/04/2024, 13.46
INDONESIA
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Papua: l’uccisione di un ufficiale dell’esercito reinfiamma lo scontro coi separatisti

di Mathias Hariyadi

Il portavoce dell’Opm Sebby Sambom ha rivendicato la morte del tenente Oktovianus Sogorlay. Il militare vittima di una imboscata assieme al locale capo di un villaggio nel distretto di Painai. Dietro l’omicidio il cambiamento di definizione deciso dai militari indonesiani verso tutti i gruppi indipendentisti.

Jakarta (AsiaNews) - L’omicidio di un ufficiale dell’esercito indonesiano torna a infiammare la provincia di Papua, nell’estremità orientale dell’arcipelago, animata da tempo da derive indipendentiste. La vittima è il tenente Oktovianus Sogorlay, ucciso in una imboscata assieme al locale capo di un villaggio nel distretto di Painai in un attacco sferrato da elementi legati a gruppi dissidenti che hanno aperto il fuoco da distanza ravvicinata per finirlo con armi da taglio. A rivendicare l’assalto è Sebby Sambom portavoce dell’Organizzazione indipendentista papuana (Opm, Organisasi Papua Merdeka), che in una nota parla di “piena responsabilità” per il fatto di sangue avvenuto la scorsa settimana. 

Il militare si trovava a bordo della propria motocicletta lungo la Trans Paniai-Intan Jaya Road, una direttrice considerata tranquilla, quando è stato attaccato all’improvviso e non ha avuto modo di reagire. “Questa imboscata - ha detto il portavoce Opm nella dichiarazione diffusa oggi - è stata guidata dal maggiore Osea Satu Boma, il nostro comandante dell’esercito locale”.

L’assalto si è verificato il giorno dopo l’annuncio da parte delle Forze armate indonesiane di modificare l’approccio verso i gruppi armati o movimenti politici dell’isola di Papua, animati da spinte autonomiste e indipendentiste con i quali si sono spesso scontrati in passato. Il capo dell’esercito gen. Agus Subiyanto ha infatti sottolineato che tutti i gruppi armati attivi saranno considerati membri dell’Opm, l’organizzazione nota per la lotta pro-indipendenza come unico obiettivo contro “l’occupazione manipolatrice indonesiana”. Illustrando la decisione, l’alto ufficiale si è detto “pienamente convinto” che l’esercito fermerà le attività dei gruppi armati, aggiungendo che le forze di sicurezza a Papua sono operative non solo in termini di sicurezza, ma anche per garantire aiuti umanitari alla popolazione.

Sin dal suo passaggio dalla sovranità olandese a quella indonesiana nel 1962, Papua occidentale è stata attraversata da forti tensioni indipendentiste, con la popolazione locale che si è sempre sentita discriminata dal governo di Jakarta. Ancora oggi gruppi e movimenti lottano per staccarsi dal resto del Paese, affermando inoltre che nella provincia sarebbe in atto un “genocidio al rallentatore” contro le minoranze etniche e i cristiani.

“L’uccisione del tenente Sogorly è stata davvero una grave violenza contro i diritti umani” ha poi aggiunto il portavoce delle Forze armate, maggiore generale Nugraha Gumilar. A suo avviso il cambio di termine da “gruppi di bande criminali” a Opm è un segno ulteriore dell’impegno dell’esercito nella tutela e nella protezione dei propri soldati operativi sul campo. In questo modo, i miliziani “in quanto combattenti armati sono un obiettivo legittimo” di un attacco militare. In Indonesia è in atto da tempo un dibattito fra politici e gruppi attivisti sull’opportunità di una massiccia campagna militare di Jakarta contro questi movimenti. “Il nostro obiettivo - ha concluso il gen. Gumilar - è quello di rafforzare il morale dei nostri militari sul campo, perché non abbiano dubbi o tentennamenti quando viene chiesto loro di impegnarsi contri i gruppi armati”.

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