22/10/2010, 00.00
RUSSIA
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Polemiche a Mosca: venerata un'icona di Stalin

di Nina Achmatova
Continuano a far parlare le iniziative di alcune parrocchie russe di esporre ritratti del dittatore sovietico accanto a quelle di santi conclamati.

Mosca (AsiaNews) – La figura di Stalin continua a far discutere in Russia, dove il sanguinario dittatore ha lasciato un confuso groviglio tra venerazione e rifiuto. Nel Paese continuano a girare icone dello zar rosso e voci di chi lo vorrebbe santo. L’ultima raffigurazione sacra che vede come coprotagonista il “piccolo padre” è apparsa a Mosca, nella chiesa di San Nicola (vicolo Starovagankovsky): nell’icona che raffigura la vita di Matriona, la santa cieca,  si vede anche la scena del suo presunto incontro con Joseph Stalin. Il dittatore sovietico non porta nessun segno della santità, ma si trova semplicemente accanto alla famosa asceta. Aspetto che rende ancora più grottesca la storia: Matriona (1885-1952) fu costretta proprio dal regime comunista a vivere in clandestinità per sfuggire all’arresto. Secondo la leggenda, respinta dalla Chiesa ortodossa, Stalin fece visita a Matrona nel 1941 e gli fu predetta la vittoria sui nazisti. A luglio dello stesso anno si dice che si rivolse alla nazione per radio usando la tradizionale formula di saluto della Chiesa ortodossa “fratelli e sorelle”. Quasi un segno del suo ripensamento circa il cristianesimo.

Una chiesa è un posto strano dove trovare Stalin, che nonostante la sua educazione in seminario in Georgia, fu responsabile di una feroce repressione delle religioni in Urss.

Ancora non è noto l’autore dell’icona ma secondo il responsabile delle chiese del distretto, p. Vladimir, “è probabile che sia stata regalata alla parrocchia”.

La piccola chiesa di San Nicola non è l’unica a esporre l’immagine di Stalin accanto all’icona di una santa conclamata come Matriona. Nell’inverno del 2008 aveva sollevato polemiche la storia di p.Yevstafy Zhakov, parroco di Santa Olga a Strel’na vicino San Pietroburgo: anche lui aveva appeso, tra le immagini da venerare, quella del dittatore. “Lo ricordo tutte le volte che è appropriato – aveva raccontato il sacerdote - il giorno del suo compleanno, della sua morte e quello della Vittoria (della II Guerra mondiale, ndr). Era un vero credente”.

Tra i russi c’è davvero chi chiede la beatificazione del dittatore, ma la Chiesa ortodossa è granitica nel suo niet. “Alcuni lo considerano un mostro e un assassino - spiega l’arciprete Vsevolod Chaplin, direttore del dipartimento relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca - per altri è quasi uno zelante ortodosso”. Le posizioni delle gerarchie ecclesiastiche sono chiare: “Non ebbe nemmeno un momento di pentimento”, aggiunge Chaplin. Poche settimane dopo la polemica, il Patriarcato di Mosca  costrinse p. Yevstafy a togliere la controversa icona dalla sua parrocchia.

Intanto, però, fuori dalla chiesetta di santa Olga, e in diverse città del Paese si continuano a distribuire i santini che ritraggono il sanguinario politico con l’aureola. Per tutti coloro che già ritengono Stalin un santo.

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