Pugno duro di Prabowo contro le proteste. Vescovi indonesiani: la gente sia ascoltata
Di fronte all'ondata di manifestazioni che segna la prima vera crisi del suo governo il presidente ha annullato alcune delle contestate misure approvate dal parlamento ma allo stesso tempo grida al complotto. La Conferenza episcopale: “Sia riconsiderata o annullata qualsiasi politica o piano che grava sulla società e mina la giustizia. E le forze di sicurezza agiscano come protettrici di tutti".
Giacarta (AsiaNews) - Il presidente Prabowo Subianto ha ordinato alle forze armate indonesiane e alla polizia di agire con fermezza contro le proteste anti-governative sfociate anche in episodi di violenza che si stanno diffondendo in tutta Giava, Lombok e nel Sulawesi Meridionale. I disordini hanno già causato diverse vittime: una a Giacarta, un’altra a Yogyakarta e tre a Makassar, dove i manifestanti hanno incendiato un edificio del consiglio locale.
Le manifestazioni si sono estese anche a Bandung, Semarang, Surabaya e Medan. A Lombok è stato dato alle fiamme un altro edificio del consiglio, mentre a Surabaya i manifestanti hanno attaccato la sede della polizia. Inizialmente scatenate dalla rivelazione che i parlamentari ricevono indennità abitative quasi dieci volte superiori al salario minimo di Giacarta, le proteste si sono trasformate in una più ampia espressione di rabbia pubblica contro la disuguaglianza e i privilegi governativi. Prabowo ha riconosciuto il diritto dei cittadini alla protesta pacifica e ha revocato alcuni dei provvedimenti più contestati, tra cui i contestati benefici economici. Ma ha anche promesso il pugno duro contro la violenza.
“Il diritto alla manifestazione pacifica deve essere rispettato e protetto. Ma ci sono segnali chiari di atti illegali - addirittura atti che sfociano nel tradimento e nel terrorismo”, ha dichiarato ieri sera a Giacarta. Ha inoltre suggerito che i disordini potrebbero somigliare a un tentativo di “golpe” contro il governo. Una dichiarazione - questa - che il ministro della Difesa Sjafrie Sjamsoeddin ha classificato come una descrizione generica e non un’accusa diretta.
Giacarta ha iniziato a tornare oggi alla normalità, anche se molte scuole, università e uffici hanno mantenuto le modalità da remoto. Le manifestazioni che erano previste per oggi sono state rinviate per evitare di subire interventi repressivi, ma il clima resta teso.
I gruppi per i diritti umani hanno condannato le dichiarazioni di Prabowo. “Sono affermazione prive di sensibilità nei confronti delle legittime rivendicazioni della gente” ha detto Usman Hamid, direttore esecutivo di Amnesty International Indonesia. “Il governo dovrebbe rispondere con riforme politiche complessive.”
In risposta all’escalation dei disordini, TikTok ha temporaneamente sospeso il suo servizio di dirette streaming in Indonesia, citando motivi di sicurezza. Gli analisti affermano che queste proteste rappresentano la sfida più grande per Prabowo, a meno di un anno dal suo insediamento. Il presidente ha anche cancellato il viaggio previsto in Cina dove in questi giorni avrebbe dovuto prendere parte su invito di Xi Jinping al vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai a Tianjing e alla parta del 3 settembre in occasione degli 8° anni della “vittoria” sul Giappone. “Sul campo, la frustrazione per le difficoltà economiche e i privilegi percepiti del governo è palpabile - ha affermato Dedi Dinarto, senior associate di Global Counsel -. Se queste preoccupazioni più profonde non verranno affrontate, i disordini difficilmente si placheranno”.
In questo contesto di forte tensione, il card. Ignatius Suharyo – arcivescovo di Giacarta - ha diffuso un messaggio, invitando gli indonesiani a mantenere l’armonia sociale e la solidarietà: “In questi tempi difficili, invito i fedeli a rimanere lucidi e saldi, a rafforzare la solidarietà sociale per il bene comune, e ad assumersi la responsabilità come cittadini, come sancito dalla Costituzione del 1945. Prendiamoci cura di Giacarta, prendiamoci cura dell’Indonesia. Che Dio Onnipotente protegga e benedica la nostra nazione”.
Da parte sua la Conferenza episcopale indonesiana ha diffuso una dichiarazione ufficiale, appellandosi alle istituzioni statali affinché "ascoltino le aspirazioni della gente", in particolare dei vulnerabili, dei poveri e delle vittime di ingiustizie. “Sia riconsiderata o annullata qualsiasi politica o piano che grava sulla società e mina la giustizia. Dimostrino un autentico impegno nel realizzare gli ideali dell’indipendenza attraverso un governo trasparente, responsabile e credibile. Garantiscano che le forze di sicurezza agiscano come protettrici di tutti i cittadini, privilegiando approcci umani nel gestire le proteste di massa”. I vescovi concludono dicendo che manterranno un atteggiamento vigilante nei confronti del potere esecutivo, legislativo e giudiziario, per assicurarsi che le politiche siano giuste e servano il bene comune.
14/06/2021 08:21
24/05/2019 12:26